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II SETTIMANA DI AVVENTO: SABATO

 

IL VIAGGIO VERSO BETLEMME

 

Giovane e felice fu il matrimonio di Maria e Giuseppe. A Nazaret trascorrevano una vita pacifica, nella quiete di un villaggio, fra gente di poche pretese. Quand'ecco d'improvviso una notizia, un vero e proprio avvenimento, venne a fugare quella tranquillità. L'Imperatore di Roma, Ottaviano Augusto, aveva emanato un editto in cui si ordinava il censimento generale della popolazione su tutto il territorio dell'Impero. Fra gli Ebrei, da quando Mosé, liberandoli dall'Egitto, ne aveva fatto un popolo organizzato, era insorta la consuetudine di legare la giurisdizione legale di ogni persona alla patria della stirpe di appartenenza: in quel luogo occorreva dunque recarsi per rispondere al censimento. Poiché Giuseppe era "della casa e della famiglia di Davide" (Le 2, 4), si incamminò verso la Giudea, alla volta di Betlemme.
Sapessero o non sapessero, Maria e Giuseppe — e certo lo sapevano —, che nella Scrittura si diceva che il Messia sarebbe venuto dalla stirpe di Davide e dalla città di Betlemme, fatto sta che Giuseppe doveva ottemperare all'editto di censimento e recarsi a Betlemme. Se da qui sia nata la decisione che la Vergine lo accompagnasse per partorire nella città di Davide e dare così compimento alla Scrittura, o se invece Giuseppe, indipendentemente da questa considerazione, non abbia osato lasciarla sola nell'evidente imminenza del parto, preferendo piuttosto portarla con sé, è una questione tutto sommato ininfluente. Quel che accadde è che Giuseppe si spostò da Nazaret a Betlemme "per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta" (Lc 2,5).

 

 

Noi confessiamo con fede incrollabile
quel Dio che si è fatto uomo
e che una Vergine ha dato alla luce.
Prima dei tempi
un Padre incommensurabile l’aveva generato.
O Dio santo, ti sei degnato di nascere,
piccolo infante, da una Vergine.
O Dio santo e forte,
hai voluto riposare nelle braccia di Maria.
O Dio santo e immortale,
sei venuto a strappare Adamo dall’inferno.
O Vergine immacolata, Madre di Dio,
l’Emmanuele che tu hai portato
è frutto del tuo grembo.
Il tuo seno materno ha nutrito tutti gli uomini.
Tu sei superiore ad ogni lode e ad ogni gloria.
Salve, Madre di Dio, felicità degli Angeli.
La pienezza della tua grazia
va oltre l’annuncio dei profeti.
Il Signore è con te, Tu hai dato alla luce
il Salvatore del mondo.

 

(Antico inno cristiano)

 

 

 

 

FIORETTO DEL GIORNO:

 

Troverò un momento di solitudine e preghiera per mettermi

sotto la Croce per contemplare Colui che è stato trafitto.

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