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TEMPO DI AVVENTO

 

 

II SETTIMANA DI AVVENTO: VENERDI'

 

E PRESE CON SE' LA SUA SPOSA

 

Allora Giuseppe, uscito da quell'incubo, disse il suo «sì» e prese con sé Maria come sposa, e si preparò a dare al bimbo quel nome: Gesù! Per il «sì» di Maria e di Giuseppe, il Figlio di Dio è divenuto il Dio con noi, l'Emmanuele.

 

Lo stato che è definito come "sonno" cessa con il venir meno della voce dell'angelo. Quello stato, che era un profondo atteggiamento di ascolto in cui sembra davvero che le facoltà della mente si addormentino, per lasciare il posto al profondo silenzio dell'anima, ora viene meno.
Giuseppe ha ascoltato, ha accolto, ha compreso senza chiedere spiegazioni. Questo accade quando l'accoglienza del cuore precede ogni comprensione, quando la fede precede ogni dimostrazione e il cuore si dilata, aprendosi... all'inspiegabile.
Inspiegabile è infatti l'annuncio dell'angelo, ma radicato in Dio e nella sua fedeltà. Non si spiega come accadrà, ma è detto perché: perché colui che ha preso nelle sue mani la piccola esistenza di un uomo come Giuseppe, erede di Davide povero e sperduto in fondo alla Galilea, è il Signore Onnipotente, il Dio dei nostri padri.
Questa ragione è sufficiente, è anzi la ragione fondamentale di ogni intervento di Dio nella storia umana. È l'unica ragione di ogni chiamata e l'unica ragione di ogni sì.
E Giuseppe dà la sua risposta, il suo "amen", che è il sì della sua vita. La sua risposta infatti non è una parola, ma un'azione: "fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore". L'angelo gli aveva detto: "Non temere di prendere con te Maria...".
E Giuseppe obbedisce. Obbedisce forse perché non temè? Anzi, obbedisce perché, avendo temuto ed essendo stato turbato, si apre all'accoglienza, prima alla parola di Dio portata dall'angelo, poi a tutta l'iniziativa divina che gli cambia la vita, a Maria stessa e al mistero della sua e della propria vocazione.
Giuseppe obbedisce come Maria: la sua obbedienza nasce dal cuore aperto all'ascolto. Egli è padre nel cuore prima ancora di assumere legalmente la responsabilità paterna. Egli non dice sì soltanto a Dio, obbedendo alla sua voce, ma dice sì anche alla vocazione misteriosa di Maria, anzi dice sì pienamente a Maria in quanto persona, accogliendo in sé e nella sua casa una creatura abitata da Dio.
Giuseppe ha aperto le porte a Dio, senza temere di perdere la sua identità: rispondendo alla chiamata che lo ha stupito, egli compie nella sua piccolezza proprio quella identità di cui forse aveva dubitato all'inizio, quando si era chiesto: "Chi sono io per te, o Dio?".

 

 

Giuseppe, uomo del silenzio 
e della contemplazione, 
insegnaci a leggere con fede la storia, 
a scoprire come il Padre nascostamente 
operi sempre negli eventi 
senza alterarne il corso: 
aiutaci perché ciascuno risponda 
alle personali attese di Dio 
come tu hai risposto. 
Amen.

 

 

 

 

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