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MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 25

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Indice

 

  

MEDITAZIONE

 

 

TEMPERANZA 

 

1. La temperanza è virtù ordinatrice. E perciò la temperanza è saggezza, perchè è saggezza ordinare le cose al fine. La temperanza ordina le cose verso se stessi, in modo da non lasciarsi prendere la mano nelle cose dilettevoli, e non andare così contro la ragione e, per il cristiano, contro la Grazia. Il Signore, dandoci le cose e l'uso delle cose, ci ha dato altresì nella ragione e nella rivelazione il freno opportuno, affinchè non prendiamo l'accessorio per il necessario e viceversa, peccando così o per eccesso o per difetto. Non si può ricordare senza viva commozione quel che Paolo scriveva ai Corinti: «Tutto è vostro... e il mondo e la vita e la morte e le cose presenti e le future: tutto è vostro, e voi siete di Cristo...». Se siamo di Cristo, serviamoci di tutto come se ne servirebbe Cristo, come di fatto se ne è servito nei suoi anni mortali. È sempre Paolo a dirci che «quel che c'è di vero, quel che è degno di rispetto, tutto quel che è giusto, tutto quel che è puro... sia l'oggetto dei nostri pensieri». 

 

2. La temperanza è la virtù di ogni momento. Posti in un mondo che non è davvero modello di temperanza, affogato com'è nella sua materia, studioso quindi delle soddisfazioni che essa può dargli, i cristiani debbono ben guardarsi dallo spirito del mondo. Il mondo non vede oltre l'apparenza delle cose: il cristiano intravede l'eterno, in quello spera e quello attende, indirizzando al regno di Dio tutte le sue possibilità. Ora, questa premura è di tutti i momenti, perchè in tutti i momenti la materia ci può tradire ed ingannare. Il mondo viva pure delle sue ghiande: noi abbiamo il Pane vivo disceso dal Cielo e la Parola dello Spirito. 

 

3. La temperanza è liberatrice. Diceva ancora l'Apostolo: «Non inebriatevi di vino, poichè l'ebrietà conduce al vizio. Ma riempitevi dello Spirito». È la condizione, questa, per non essere schiavi della materia. San Paolo lo diceva agli Ebrei, che erano schiavi della lettera della legge, ma le sue parole sono luce anche per noi: «Dov'è lo Spirito del Signore, lì è la libertà». In ogni sfera della vita, verso noi stessi, a contatto di persone e di cose, nei più semplici e nei più complessi rapporti della giornata, la temperanza cristiana ci fa trovare quell'arcano equilibrio, che sapientemente controllando la natura la rende cooperatrice della Grazia. 

 

* O Spirito sapientissimo, moderatore dei più intimi impulsi dell'anima, illumina, raffrena l'anima mia, affinchè essa, trovando nella Grazia e nella fedeltà alla Grazia il suo stabile sostegno, possa a sua volta ridurre schiavo il corpo con la materia tutta, sì che questa non prenda mai la mano e non conduca la parte migliore all'estrema rovina. Tempera amorosamente, divino Paraclito, le qualità del mio spirito, perchè sotto il soffio della tua carità possano cooperare al verace mio bene. 

 

ELEVAZIONE Ecco ancora alcuni pensieri del Guéranger: «Il Salvatore Gesù avendo compassione della nostra impotenza, ci ha donato un vino di un vigore celeste: è la sua Grazia, il suo Spirito Santo, di cui gli Apostqli furono inebriati il giorno della Pentecoste. È questo santo e divino Spirito che porta la Legge nel fondo dei nostri cuori e la scolpisce con caratteri infuocati. Ivi la anima interiormente e la riempie di forza vivificante: cambia la lettera in Spirito e così si vivifica la nuova alleanza che Dio contrae con noi per mezzo del suo Vangelo. ... Che è dunque questa virtù meravigliosa che entra così profondamente nei nostri cuori? da dove deriva a questa novella legge una forza così penetrante? Essa viene dallo Spirito di Dio, che è il vero motore delle nostre anime, che regge i nostri cuori nella sua mano, che è il Signore delle nostre inclinazioni. Ma per quale specie d'operazione la porta tanto profondamente in noi stessi? Ciò si compie per mezzo di una carità veramente sincera, per un possente amore che c'ispira, per una casta dilezione, per una santa e incantevole dolcezza». 

 

FIORETTO Sarò lieto di rinunziare a qualche soddisfazione materiale, per richiamarmi ai diritti dello spirito. 

 

GIACULATORIA Rege quod est devium. Allontanami dall'errore. 

 

 

 

 

 

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