MEDITAZIONE
Per chi si deve pregare particolarmente.
La carità, la riconoscenza e la giustizia ci obbligano di pregare anzi tutto per i nostri parenti, benefattori, superiori ed amici. E' quindi lodevole cosa domandare la liberazione di certe anime, per le quali è ragionevole impegnarsi di preferenza. Le anime, la cui liberazione contribuisce maggiormente alla gloria di Nostro Signore, perché più atte a lodarlo in cielo, debbono essere da noi soccorse per le prime, nulla essendovi di più vantaggioso quanto ravvisare in ogni cosa la maggiore gloria di Dio, senza dar retta al nostro gusto particolare. Alcune ebbero in vita tenera devozione per la SS. Vergine, per s. Giuseppe, per questo o quel santo, la liberazione di esse deve quindi tornare gratissima ai loro celesti protettori: bisogna avere per queste speciali riguardi. E' atto di cristiana carità avere compassione dei poveri, le cui anime sono di frequente abbandonate e prive d'ogni soccorso. E' pure santo pensiero impegnarsi
specialmente per i defunti che hanno quasi interamente soddisfatto alla divina giustizia e sono in procinto d'essere liberati; per tal modo ci procacciamo in breve tempo grandi amici e potenti intercessori presso Dio. Finalmente, si possono anche offrire i nostri suffragi per le anime purganti in generale. Nè si creda che tali suffragi, divisi fra tante anime, procurino loro quasi nessun sollievo; perchè sono molti i cristiani che con noi pregano, e la Chiesa fa memoria di esse ogni giorno nelle sue liturgie; tante preghiere riunite formano un tesoro immenso, il quale, benché diviso tra migliaia d'anime, può procurare ad ognuna un vero soccorso ed a molte la liberazione.
Ammiriamo in questo la bontà di Gesù, il quale oltre a parteciparci della sua onnipotenza a favore delle anime purganti, ci permette di disporne a nostro beneplacito. Ci lascia liberi di disporre delle sue soddisfazioni, e di spandere le gocce del suo sangue secondo le nostre brame; ed allorquando gliene raccomandiamo qualcuna in particolare, si degna di accondiscendere ai nostri desideri.
Ma qui ci si presenta
un'obiezione: Che diverranno i nostri suffragi, se l'anima a cui li applichiamo è salva in cielo, oppure reproba in inferno? Osserviamo dapprima che il merito delle buone opere non cessa di appartenerci, non potendolo cedere ad alcuno. Dobbiamo credere, in secondo luogo, che Dio, sommamente buono e giusto, applica le nostre preghiere secondo il suo sapiente consiglio. Finalmente, nulla c'impedisce nel pregare per un'anima in particolare, d'aver sempre un'intenzione generale, ma determinata, che fissi l'applicazione dei nostri suffragi. Tuttavia non siamo però insensati al segno di pascerci d'illusioni, immaginandoci che i nostri parenti od amici siano morti in odore di santità, e quindi non abbiano bisogno delle nostre preghiere; con questa esagerazione della loro Virtù, li priviamo dei soccorsi loro dovuti. Non ci servano così meschini pretesti a favorire la nostra indifferenza ed a scusare la nostra mancata devozione; abbiamo «intelligenza del bisogno del povero,» per sapere non solo a cui si debba porgere aiuto, ma come e quanto dobbiamo farlo. Allora saremo beati; Dio ci libererà nel giorno cattivo. (Salmo
XL, 2).»
FIORETTO SPIRITUALE. Allorché il sacrificio dell'altare e le elemosine sono offerte per i trapassati, tali pratiche sono rendimenti di grazie per coloro la cui vita fu pura; sono atti di propiziazione per coloro che hanno qualche colpa da soddisfare; e ritornano profittevoli ai vivi, allorché sono indirette a favore dei riprovati.
(s.Agostino).
Esempio. S. Vincenzo de' Paoli aveva una particolare devozione per sollevare e liberare le anime del purgatorio; sovente esortava i suoi a tale pratica, dicendo di dover considerare i defunti quali membri di Gesù Cristo, animati dalla divina grazia, sicuri di partecipare un giorno alla gloria celeste: per questo noi siamo obbligati ad amarli, servirli ed assisterli per quanto possiamo. A tale effetto pregava e celebrava il santo sacrificio a loro intenzione; faceva pregare ed offrire il santo sacrificio dagli altri sacerdoti della Missione, ed il sacrestano di s.Lazzaro dichiarò di avere ricevuto ordine, assai di frequente, di far celebrare messe in suffragio delle anime purganti più abbandonate. A tal fine prescrisse la recita del De profundis, in ogni casa della Congregazione ed in comune, tre volte al giorno.