IL DONO DI MARIA
Il
Rosario e l'Eucaristia
Chi mai potrà farci dimenticare la figura di Padre Pio da Pietrelcina, che pregava per ore intere con il Rosario fra le mani presso l'altare del SS. Sacramento, contemplando la sua soave Madonna delle Grazie? Sono state folle e folle i pellegrini che l'hanno visto così, assorto e instancabile come un novello Mosè orante e supplicante per i fratelli d'esilio.
Il Rosario recitato davanti al SS. Sacramento fa guadagnare l'indulgenza plenaria. È questo un dono di grazia particolare di cui Gesù ha voluto impreziosire la regina delle preghiere mariane. Quando sia possibile, quindi, bisogna sempre preferire la recita davanti al SS. Sacramento: Gesù non può che essere infinitamente felice di sentir pregare la sua dolcissima Mamma.
Ma il S. Rosario fa ancora di più, ci insegna il Papa Paolo VI. Esso ci porta alla soglia della Liturgia, ossia alla porta della più grande preghiera della Chiesa che è la celebrazione dell'Eucaristia. Il Rosario è la migliore preghiera di preparamento e di ringraziamento alla S. Messa, alla Comunione, alla Benedizione Eucaristica.
Il servo di Dio Giunio Tinarelli, vittima volontaria della sofferenza, sul suo letto di dolori voleva sempre accanto a sé il messalino e la corona del Rosario, e nelle ore di maggior travaglio li stringeva fra le sue mani. Messale e corona, Tabernacolo e corona, Altare e corona: sembra di ripetere sempre Gesù e Maria, inseparati e inseparabili.
Il P. Anselmo Treves e P. Pio da Pietrelcina, che celebravano alle quattro del mattino, si preparavano alla S. Messa con lunghi Rosari. P. Pio da Pietrelcina iniziava il preparamento alla celebrazione della Messa alzandosi all'una di notte, recitando l'Ufficio Divino e molte corone del Rosario, più di venti; fino alle quattro meno dieci egli si faceva preparare dalla Madonna, e qualche volta ha scritto che la Madonna stessa, con tenerezza materna senza misura, lo accompagnava all'altare.
Il Rosario è l'orazione più completa per disporsi alla S. Messa, perché, come spiega il Papa Paolo VI, se la Messa «rende presenti, sotto il velo dei segni ed operanti in modo arcano, i più grandi misteri della nostra redenzione», il Rosario, «con il pio affetto della contemplazione, rievoca quegli stessi misteri alla mente dell'orante e ne stimola la volontà perché da essi attinga norme di vita» (Marialis cultus, 48).
Si pensi, ad esempio, alla recita dei misteri dolorosi del Rosario prima della S. Messa. La contemplazione della Passione e Morte di Gesù è la preparazione ideale ad una partecipazione viva al Sacrificio del Calvario che si rinnova sull'altare fra le mani del Sacerdote.
Si pensi, ancora, alla recita dei misteri gaudiosi del Rosario dopo la S. Comunione: come la Madonna accolse e tenne Gesù nel suo grembo e lo adorò e lo amò come suo Dio, così la Comunione fa possedere nel proprio cuore e nel proprio corpo lo stesso Gesù da adorare con la stessa adorazione amorosa della Madonna.
Avevano perciò ragione S. Giuseppe da Copertino, S. Alfonso de' Liguori, P. Pio da Pietrelcina di fare il ringraziamento alla Messa e alla Comunione, recitando devotamente la corona del Rosario. La Madonna è la celeste tesoriera che fa guadagnare e accumulare ai figli grazie su grazie.
(Tratto
dal libretto "Il Santo Rosario e i Santi")