MEDITAZIONE
I
Il
Cuore di Gesù e il Sacrificio della Croce.
Preludio
1. — Immaginati di vedere Gesù Cristo quale apparve alla B. Margherita
Maria, quando le mostrò il suo divin Cuore piagato, circondato da una
corona di spine, sormontato da una croce e le indirizzò queste Parole: «Ecco
quel Cuore che ha tanto amato gli uomini... fino a consumarsi per essi».
Preludio
2. — Ch'io possa ben comprendere, o Gesù, come la Passione e la Morte
vostra, sia sempre stata nella vostra vita, la brama ardente del Cuor
vostro; sicchè anch'io la faccia sempre oggetto delle mie meditazioni e del
mio amore.
PRIMO
PUNTO
Ogni azione, ogni sofferenza di Gesù Cristo era d'un valore infinito agli
occhi del suo Padre, a motivo dell'unione della natura divina e della natura
umana nella Persona del Verbo. L'opera, però, per la quale Gesù Cristo era
venuto sulla terra, era la redenzione del mondo, con l'effusione del Sangue
suo sulla croce. Egli, quindi, come Pontefice scelto dal Padre, doveva
compiere il sacrificio della sua Passione e Morte per la nostra redenzione.
Dolorosissimo sacrificio, che doveva gettare Gesù nel massimo degli
obbrobri, delle umiliazioni e delle pene, e renderlo «l'obbrobrio degli
uomini e il rifiuto della plebe», «l'infimo degli uomini, uomo di dolori»,
«un verme e non un uomo», «come un lebbroso, e come flagellato da Dio, ed
umiliato», «maledetto». Questo sacrificio dolorosissimo, per l'amore
immenso che Gesù ci portava, formava il desiderio, la brama più ardente
del suo Cuore. Entrando nel mondo disse al suo Padre: «Padre santo, a Te
non sono accetti i sacrifici dei vitelli e degli agnelli, e ricusi di
gradirli per espiazione del delitto comune; mi hai pertanto dato un corpo
perché lo sacrifichi per la salute degli uomini. Eccomi pronto». —
Questo sacrificio Egli lo sospirava: «Ho un battesimo col quale debbo
essere battezzato; e qual pena é la mia fino a tanto che sia adempito?».
Di questo sacrificio, come carissimo al suo Cuore, parlava sovente: «Cominciò
a indicare ai suoi discepoli, come bisognava ch'Egli andasse a Gerusalemme,
e ivi molte cose soffrisse dagli Scribi, dai principi dei sacerdoti e fosse
ucciso». E un'altra volta: «Ponete in cuor vostro queste parole: Il
Figliuol dell'uomo sta per essere tradito nelle mani degli uomini». La
prima volta che Gesù predisse la sua Passione e Morte; S. Pietro lo volle
dissuadere e gli disse: «Non sia mai vero, o Signore, non avverrà a te
simil cosa»; ma Gesù, che voleva la sua Passione e Morte per la redenzione
nostra, gli rispose: «Ritirarti da me, Satana; tu mi sei di scandalo; perché
non hai la sapienza di Dio, ma quella degli uomini». Chiama la sua Passione
«il calice datomi dal Padre». A indicare il suo grande amore per il Padre
e per noi, porta come segno la sua Passione. Anche sul Tabor, mentre
estasiava gli Apostoli con un raggio della sua gloria, con Mose' ed Elia
parlava della sua Passione e Morte. Ama e desidera tanto la Passione sua,
che nell'orto del Getsemani l'accelera, e, prima ancora che i soldati lo
tocchino, Gesù sparge il sangue suo. O Gesù! con quanta ragione
mostrandomi il vostro cuore mi dite: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato
gli uomini, fino a consumarsi d'amore per essi!» L'amore che mi portavate
vi spingeva a desiderare ardentemente il vostro sacrificio, la vostra
immolazione. Dovendo questa, compiersi alla fine della vita vostra, mille e
mille volte la compivate nel vostro cuore, tenendola sempre presente,
sottomettendovi sempre ad essa con grande generosità. Grazie, o mio Gesù,
di tanta carità, grazie! Ditemi: che posso fare io che a Voi torni
gradito?...
SECONDO
PUNTO
La Passione di Gesù dev'essere pure per te oggetto di meditazione: ecco la
conseguenza che viene da quanto hai meditato nel primo punto. E' giusto. Ma
come? dopo che Gesù si è sottomesso a tante pene e umiliazioni, dopo che
ha consumato la sua vita così preziosa per te, dopo che l'amore che ti
portava l'ha spinto a bramare ardentemente tante sofferenze, non troverà in
te un pensiero per il tanto che ha patito? E non mediterai tu la tua
Passione e la sua Morte? Quale ingratitudine sarebbe mai la tua! — Gesù
lo vuole. Senti che cosa ti dice: O voi tutti che passate per questa strada,
ponete mente, e vedete, se v'ha dolore simile al mio dolore». Egli si
lamenta perchè lo si lascia solo e nessuno compassiona al suo dolore: «Mirai
all'intorno, e non era chi porgesse la mano: cercai e non v'ebbe chi desse
aiuto». — Non solo è giusto, ma è vantaggioso il meditar sovente la
Passione di Gesù. Primo: verrai a conoscere la gravità del peccato; la severità della divina
giustizia, la necessità della penitenza e della soddisfazione; ti
ecciterai, quindi, a purgare l'anima tua dai vizi e dai peccati e farai il
primo passo sulla via della giustizia e della santità. Secondo: troverai in
Gesù sofferente; un modello perfettissimo di tutte le virtù, ti ecciterai
ad imitarlo, a ricopiarlo in te; dalla via purgativa, cioè, passerai alla
illuminativa. «Cristo patì per noi, lasciando a voi l'esempio, affinché
le vestigia di lui seguitiate.., affinché morti al peccato viviamo alla
giustizia». Terzo: Meditando la Passione di Gesù, troverai sempre più Gesù,
che è il diletto dell'anima tua e col vincolo più stretto, a Lui ti
stringerai, suscitandosi nel tuo cuore la più ardente carità; ed eccoti
arrivato alla santità, alla via unitiva. — Sei tu sacerdote? La tua
perfezione consiste, nel renderti idoneo a procurare la salvezza delle
anime. Ora, meditando la Passione del Signore, come non ti riempirai di zelo
ardentissimo, nel vedere quanto Gesù ha fatto per le anime, fino ad
immolarsi per esse?... Quanti vantaggi, quindi, dalla Passione di Gesù ben
meditata! Ora comprenderai queste parole di S. Bernardo: «Al principio
della mia conversione, vedendomi privo di meriti, fui sollecito di
raccogliere questo mistico fascetto e stringermelo al seno; il fascetto,
dico, composto di tutte le pene ed amarezze del mio Signore... Mi sono
convinto, che la vera sapienza consiste, nel meditare questi divini misteri;
qui compendiasi la perfezione della giustizia, qui la pienezza della
scienza, qui la certezza della salute, l'abbondanza dei meriti. Questa
meditazione, nell'avversità mi conforta, nella prosperità mi umilia, e tra
le cose tristi e gioconde della vita presente, mi mostra la via sicura,
difendendomi dal pericoli che da ogni parte mi circondano... Per me, altra
filosofia più sublime non conosco, se non questa: di saper Gesù Cristo, e
questi Crocifisso».
TERZO
PUNTO
Fai tu oggetto della tua meditazione la Passione e la Morte di Gesù?...
oppure, rarissime volte ti fermi su di essa?... Quando lo fai, pensi,
rifletti, che è Gesù che patisce per te, il tuo Dio, il tuo tutto, il
Figlio Unigenito del Padre?... Procuri di penetrare, di conoscere le sue
pene, e più le sue pene ed amarezze interne?... Immagini forse la Passione
di Gesù, come una cosa antica e lontana, avvenuta già tanti anni sono in
Gerusalemme?... Come sbaglieresti! Tu la devi considerare come una cosa che
presentemente succede, e come se la vedessi attualmente operarsi sotto i
tuoi stessi occhi; allora ne riceverai santa impressione. Una madre a cui
sia morto il figlio, quante volte, anche dopo più anni, se ne forma una
rappresentazione così viva, che pare a lei di vederlo nel tale o tal altro
incontro, come se realmente ivi egli fosse. Lo stesso devi far tu, quando
mediti i vari punti della Passione. E' sempre nuova la Passione di Gesù,
perchè continuamente per noi germoglia e produce frutti di vita eterna.
Quando mediti i patimenti di Gesù, pensi che è proprio per te che ha
patito?.,. Perché, sebbene Egli abbia patito generalmente per tutti, ha però
anche talmente patito per te, come se tu fossi stato il solo peccatore del
mondo; onde puoi dire con l'Apostolo: «II Figlio di Dio ha amato me ed ha
data la sua vita per me». Ne hai una similitudine espressiva nel sole, il
quale non più risplende per tutti che per uno solo, e non meno per uno solo
di quello che risplenda per tutti. Come ti vede muovere questo consolante
pensiero: Gesù patisce per me! Rifletti altresì all'amore con cui patisce
Gesù?... con amore, cioè, eccessivo, spontaneo e di elezione: «E' stato
offerto perchè Egli ha voluto», e con un gusto e compiacimento
corrispondente all'amore immenso che ha per l'Eterno Padre e per te. — Se
tu meditassi, ed in questa maniera, la Passione e Morte di Gesù, quanti
vantaggi ne avresti, come in breve ti santificheresti! Non lo farai,
dunque?... Che proponi?
ORAZIONE
DI S. BONAVENTURA. — O sofferente mio Gesù, Voi siete davvero il mio
maestro, nel quale sono nascosti tutti i tesori della celeste sapienza. Deh!
scopritemi, dunque, tutti questi tesori di sapienza e di salute, che sono
racchiusi nella vostra amara Passione e Morte: Fate risplendere dentro di
me, la luce che parte da tutte le vostre piaghe, affinché d'ora innanzi non
segua che la stella che manda i suoi raggi da queste vostre piaghe, ed in
essi riposi. Mio caro Gesù, ammorbidite il duro mio cuore col vostro
Sangue, affinché palpiti sempre d'amore per Voi, e raccogliete nella piaga
del vostro costato, tutti i miei pensieri, perduti finora dietro le cose
mortali. Datemi una vera e sincera devozione della vostra Passione, che è
la medicina più efficace di tutte le malattie della mia povera anima, la
morte di tutte le mie passioni e di tutti i miei peccati, la custodia di
tutti i miei sensi contro le occasioni di peccato, l'alimento della vera
devozione verso di Voi e del più puro amore fraterno, ed uno stimolo
potentissimo al mio cuore a cercar solo le cose celesti. Fate, mio Gesù,
che io consideri e senta veramente entro di me la vostra Passione, e mi
basta, poiché le vostre piaghe provvedono l'anima mia di quanto essa può
abbisognare e desiderare. Così sia.
GIACULATORIA.
— Cor Jesu, bonitate et amore plenum, miserere nobis. Cuore di Gesù,
pieno di bontà e di amore, abbi pietà di noi.
ORDINE
DELLE MEDITAZIONI
(..)Gesù vuol comparire al nostro sguardo, e a quello di Dio medesimo,
quasi fosse il peccato stesso personificato, perché il Padre «pose addosso
a lui le iniquità di tutti noi». Eccolo, quindi, abbandonato a Se stesso,
in preda al tedio, al timore, alla tristezza, al languore, eccolo
agonizzante; eccolo abbandonato alla malizia delle creature, dei Giudei;
eccolo oppresso dal peso della giustizia di suo Padre. Dividiamo, perciò,
in tre parti queste meditazioni: PRIMA PARTE: Gesù abbandonato a Se stesso,
supplizio a se medesimo, nell'orto degli olivi. SECONDA PARTE: Gesù
abbandonato alla malizia dei Giudei. TERZA PARTE: Gesù oppresso dal peso
della giustizia di suo Padre.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons.
Pietro Bergamaschi)

LITANIE
DEL PENTIMENTO

FIORETTO
DEL GIORNO:
Sorridere,
specie quando costa.
|
