MEDITAZIONE XXXIX
La Sepoltura di Gesù.
Preludio 1. — «E lo pose nel suo sepolcro nuovo, scavato da lui in un masso; e ribaltò una grande pietra innanzi alla bocca del sepolcro, e si ritirò».
Preludio 2. — Rappresentati la scena descritta nel santo Evangelo. Immagina, quindi, di vedere il trasporto della sacra Salma di Gesù, e guarda con quanta devozione e carità Giuseppe la chiude nel suo proprio sepolcro. Contempla ancora il Corpo del tuo Gesù chiuso nel sepolcro.
Preludio 3. — Signore Gesù, fate che io apprenda i vantaggi e la necessità della vita nascosta, sicché come morto, io conduca una vita tutta raccolta in Voi.
PRIMO PUNTO
Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo presero il Corpo di Gesù dalle braccia di Maria e lo portarono sulla pietra dell'unzione, che ancora si vede e si venera nella basilica del Santo Sepolcro. Là disposero, ogni cosa per il seppellimento di Gesù, secondo il costume dei Giudei. Raramente presso di essi si bruciavano i corpi; d'ordinario si lavavano, s'avvolgevano in fasce, ponendovi aromi. Così fecero i pii discepoli col Corpo di Gesù. Essi «lo involsero nella sindone e in fasce di lino»; tra il Corpo e la sindone «posero aromi e profumi», «e coprirono il Capo di Gesù con un sudario». Compiuti questi preparativi, si disposero a collocare il Corpo nel sepolcro. «Lì vicino, dove era stato crocifisso Gesù, vi era un giardino, e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale non era mai stato posto alcuno». Apparteneva a Giuseppe
d'Arimatea, che l'aveva scavato per sè in un masso di pietra. Qui doveva essere collocato il Corpo di Gesù. Come a Betlemme Giuseppe aiutava Maria a porre Gesù nel presepio, ora un altro Giuseppe l'aiutava a collocarlo nella tomba. — Rappresentati questa scena dolorosa. «Il piccolo gruppo degli amici desolati, discende dalla collina del Calvario, per arrivare al giardino, attraverso alla vallata. Tre o forse quattro di essi, portano il Corpo del Salvatore involto nella sindone;
Maria, le sante donne ed alcuni servi li accompagnano. Poche anime fedeli: ecco il corteo che conduce il Creatore del mondo alla sua tomba! E la tomba è là, vicinissima alla città, che immersa nelle tenebre e abbandonata ai rimorsi, non si preoccupa di ciò che avviene in quel momento. Ma per
Maria, quanta tristezza in quell'ultimo tragitto! Quale strazio per il suo cuore! E' la tomba, è la separazione! Forse nell'interno della camera mortuaria fu necessario accendere le torce per dissipare l'oscurità. Il Corpo è deposto dolcemente nel sepolcro; a lato vi sono gli strumenti della Passione. Ancora uno sguardo, un doloroso sguardo; ancora un'adorazione!... Il Corpo del Salvatore là riposa senza vita, simile ad una bella statua di marmo. Esso è coperto di ferite; ma non c'è l'ombra della corruzione. Gli aromi ed i profumi esalano soave odore. La Divinità, che non fu mai separata dal Corpo, spande su di lui il pacifico splendore dei raggi della gloria, e gli Angeli sono senza dubbio là prostrati in adorazione... Il sudario ricopre l'amata spoglia: poi la porta si chiude sulla tomba, perché una pietra è rotolata all'entrata. Molte tombe si chiusero nel mondo, molti cuori si sono spezzati dal dolore presso una tomba, ma nulla si ebbe mai d'uguale a questa sepoltura del Salvatore. Gesù ha trovato il luogo del suo riposo; ma non è così per
Maria. Ella riprende la via della sua dimora, o, meglio, la via dell'esilio e dell'abbandono. Ella non ha più patria, non più casa propria, simile a bastimento lasciato in balia dei venti. Accompagnata dalle sante donne, Maria ritorna al monte Sion».
SECONDO PUNTO
Gesù è morto e sepolto. Per la sua morte anche «tu sei morto». A che? Al peccato. Si, per la morte di Gesù il peccato ha ricevuto il colpo mortale. Anche tu, dunque, sei morto. Che ti resta? Non altro che un impenetrabile ritiro, che ti serva di sepolcro, non altro ti è necessario che un drappo funereo, un sudario sul capo, un sacco sopra il tuo corpo, dal quale devono essere banditi per sempre tutti i contrassegni del secolo, tutte le insegne della vanità. Quindi diceva l'Apostolo: «Voi siete morti, e la vostra vita è nascosta in Dio con Gesù Cristo». La vita oscura, nascosta, ti spaventa? Ti sembra, forse, di nessuna utilità per la gloria di Dio, per la salute delle anime? Ebbene, guarda i Santi. Quelli che più hanno faticato per Dio, per le anime, se li osservi anche quando compivano grandi imprese, hanno condotto la loro vita nella solitudine, nel silenzio, nell'oscurità, occupandosi in cose piccolissime, agli occhi del mondo. Il loro esempio, soprattutto l'esempio di Gesù, ti spinga a cercare la vita nascosta. Se la gloria di Dio, se la salute delle anime domanda il concorso della tua parola, della tua azione; esci allora; ma, compiuta l'opera tua raccogliti ancora, e, come il lampo brilla un istante e subito si spegne nella nube, così tu rientra nell'ombra e nel silenzio. — Tutto ciò che è grande sta nascosto e rimane nascosto. Gli organi principali, che tu possiedi, sono il cervello, il cuore. Essi sono nascosti. Apparire per essi è morire. Quale cosa più preziosa, più grande dell'anima tua? Per essa senti, vedi, intendi, pensi, vuoi, ami, ecc. Eppure, è sempre nascosta al tuoi occhi. Tu sai che vi sono gli Angeli, puri spiriti, che per intelligenza e potenza superano l'uomo. L'angelo, tuttavia, per te è nascosto, ed anche quando si manifesta con azioni esteriori, come l'arcangelo Raffaele, che accompagnò Tobia, rimane talmente nascosto, che l'uomo non lo riconosce. Di più: chi è più grande di Dio? Ebbene il tuo Dio è essenzialmente un Dio nascosto. Per te, in questa vita, Egli è nascosto. I cieli ti parlano della sua gloria, ma non vedi il suo essere, nè cogli occhi del corpo, nè con quelli dell'intelligenza. Il Verbo vuole manifestare il Padre. Ora, per manifestare Colui di cui Egli è il Verbo, la parola, l'immagine, lo splendore, che fa Egli? Si nasconde, si fa uomo, piccolo bambino, e, con una vita ordinaria e comune si nasconde anche in mezzo ai fanciulli, in mezzo agli uomini. Egli appare raramente, come lampo, per rientrare subitp nell'ombra. Se, dopo trent'anni di vita nascosta, mostra la sua sapienza e potenza coi suoi discorsi e miracoli, Egli si ritira, però, spesso, nella solitudine. Egli, anche nella vita pubblica, si nasconde per il suo modo di vivere comune agli altri uomini. Giunta l'ora di salvare il mondo, si nasconde ancora di più. «Era l'ultimo degli uomini; non era uomo, ma un verme; non aveva bellezza, nè figura di uomo». Spira, scende nel sepolcro e persino nell'ombra della morte. Tu lo mediterai risorto, ma invisibile agli occhi degli uomini; Egli non si mostrerà che ad un piccolo numero di amici, e sempre sotto l'apparenza più comune, quella d'un ortolano, d'un viaggiatore, d'uno sconosciuto. E' tale l'amor suo alla vita nascosta che, anche dopo la sua Ascensione, dopo che è assiso alla destra del Padre nella massima gloria, esaurisce, come sembra, la sua sapienza, la potenza per dimorare in mezzo a noi, ma invisibile e talmente nascosto sotto la specie del pane, che nè i sensi, nè la ragione lo possono scoprire e riconoscere. Dopo tanto esempio non amerai il nascondimento? Non ti seppellirai, come si è seppellito per te il tuo Gesù?... Oh! raccogliti nella solitudine, nel silenzio, nell'oscurità e lascia a Dio la cura della tua gloria. Allora, «quando Cristo, che è la tua vita, apparirà, tu pure apparirai con Lui nella gloria».
TERZO PUNTO
Ami tu la vita nascosta in Dio con Cristo Gesù? Allora, libero dai giudizi umani, non stimerai per vero se non quello che Iddio vede in te, quello ch'Egli ne sa e giudica. Non abbagliato dalle apparenze; scosso il giogo delle opinioni degli uomini, vivrai unito a Dio e non dipenderai che da Lui. Lodato o biasimato, tenuto per indifferente o disprezzato, conosciuto o posto in dimenticanza tutto questo non ti importerà. La mia vita è nascosta, dirai, e se vi è qualche bene in, me, Iddio. ve l'ha posto. Egli lo conserva, lo conosce: questo basta per me; non voglio essere conosciuto da altri che da Lui. Voglio nascondermi a me stesso. Tu dirai ancora con l'Apostolo: «Quanto a me poco mi curo di essere giudicato dagli uomini, e dal giudizio umano». Ch'io sia posto in alto o al basso, ch'io sia fatto in pezzi, ch'io sia annichilato, mi lascio giudicare senza commuovermi, o, se ne resto commosso, deploro la mia debolezza perchè non appartiene agli uomini il giudicarmi. «Io non giudico neppure me stesso». Il primo dei giudizi umani, di cui mi sono disingannato, è il mio proprio: «perché, quantunque la coscienza nulla mi rinfacci, non mi tengo per questo giustificato: solo il Signore è quello che mi giudica». Tu sempre ti comporterai come servo di Dio «nella gloria e nell'ignominia, nella buona e nella cattiva riputazione», come «ignoto», perchè nascosto agli uomini, «ma pur conosciuto», perchè sotto gli occhi di Dio; «come morto» quanto al mondo, ma «vivente» della vita nascosta in Dio con Cristo Gesù; «quasi melanconico» per la mestizia apparente del tuo ritiro e delle tue umiliazioni «e pur sempre allegro» per la dolce speranza che si alimenta nel fondo del tuo cuore; «Come povero e facendo ricchi molti» del mondo col tuo esempio, mostrando loro con coraggio che del mondo si può far senza «quasi destituito di lutto, e possessore di ogni cosa», perchè, avendo meno delle ricchezze che il mondo somministra, possiedi di più Dio che è tutto. Vengano gli uomini a dirti che non è giusto che sii seppellito coi tuoi meriti, con le tue qualità, che devi mostrare i tuoi talenti, e non sotterrarli e nasconderli? Se vivi della vita nascosta in Dio con Cristo Gesù, risponderai: «Di quali talenti mi parlate? E a chi volete che li mostri? Agli uomini? «Se io piacessi agli uomini, non sarei servo di Gesù Cristo». E quali talenti? Ah! che io non sono che terra! Lasciatemi, dunque, essere terra e cenere agli occhi miei; terra e cenere nel corpo, benchè sia bello e sano; anche più terra e cenere al di dentro dell'anima, cioè un puro niente, pieno d'ignoranza, d'imprudenza, di leggerezza, di temerità, di presunzione, di corruzione, di debolezza, di vanità, d'orgoglio, di gelosia, di viltà, di menzogna, d'infedeltà, di ogni sorta di miserie; perchè, se non ho tutto ciò nel massimo eccesso, ne ho i principi, le radici e ne sento, all'occasione, gli effetti funesti. Ecco i talenti che voi volete da me manifesti: le mie debolezze, le mie viltà, le mie imprudenze! No, no, la mia vita è nascosta! Lasciatemi diminuire agli occhi del mondo come ai miei! Lasciate che io conosca il poco che sono, poichè non ho che questo unico mezzo per correggermi dei miei vizi: tener gli occhi aperti sopra me stesso, sopra i miei peccati e sopra i miei difetti, insomma sopra le mie indegnità. Godrò sotto gli occhi di Dio della giustizia che mi fa il mondo col biasimarmi, con lo screditarmi, col lacerarmi, se esso vuole, col disprezzarmi, col mettermi in dimenticanza, se lo ama meglio, e col tenermi per un nulla rispetto ad esso; così piacesse a Dio, perchè potrei sperare con questo di divenire qualche cosa davanti a Lui». — Sono questi i tuoi pensieri, le tue mire, i tuoi desideri, le tue parole? Come imiteresti il tuo Gesù! Raccogliti dinanzi al tuo Salvatore posto nel sepolcro, dinanzi al tuo Gesù nel Sacramento, ed ascolta le sue parole, «Tu lo vedi, ti dice Egli, io qui son morto, e la mia vita è nascosta in Dio, sino a che io comparisca nella mia gloria per giudicare il mondo. Nasconditi, dunque, in Dio con me, e non pensare a comparire, finchè io non comparisca: Se tu sei solo, io sarò la tua compagnia; se tu sei debole, io sarò la tua forza; se tu hai fame, io sarò il tuo alimento; se tu sei afflitto, io sarò la tua consolazione; se tu sei nella noia io sarò il tuo piacere; se tu sei nell'abbattimento, io sarò il tuo sostegno». Medita queste soavi parole, e proponi di vivere nascosto in Dio con Cristo Gesù.
ORAZIONE. — Signore Gesù, il vostro sepolcro come mi parla di umiliazione, di silenzio, di nascondimento! Io entro in esso e non vedo che la sacra vostra Salma, come bianca statua senza vita, senza moto. Tutto è solitudine e silenzio. Fino a qual punto avete amato la vita nascosta! Come lo sento, come lo comprendo nel vostro sepolcro! Non foste contento di nascondere la vostra Divinità prendendo la forma del servo, di nascondervi a Betlemme, a Nazareth ed anche nella vita pubblica; Voi ancora vi nascondete nella vostra Passione e morte, e scendete ancora nel sepolcro, persino nelle ombre di morte. La vostra sacra Salma, chiusa nel sepolcro, mi richiama un altro mistero dell'amor vostro: la vita vostra nel Sacramento. Ma anche qui quale nascondimento! Siete si nella gloria alla destra del vostro Padre, ma esaurite, direi quasi, la sapienza vostra, la potenza vostra per nascondervi nel Sacramento d'amore. O vita nascosta, quanto sei cara a Gesù, quanto preziosa agli occhi di Dio! Anch'io ti voglio amare, abbracciare! Signore Gesù, sceso nel sepolcro per mio amore, concedetemi questa grazia, ch'io mi nasconda agli occhi del mondo, ch'io viva sempre in Dio con Voi e per Voi. Così sia.
GIACULATORIA. — Adoro te devote, latens Deitas. Ti adoro devotamente, Divinità nascosta.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)