MESE DI APRILE

DEDICATO ALLA DIVINA MISERICORDIA

 

 

GIORNO 22

 

 

MEDITAZIONE

 

Altri Apostoli della Divina Misericordia: San Vincenzo de' Paoli.

 

E' il fondatore della Congregazione religiosa della Missione e delle Figlie della Carità. Nacque il 24 aprile 1581 nel villaggio di Pouy, nelle vicinanze di Dax. Ordinato sacerdote il 23 settembre 1600, fu prima parroco a Clichy, poi a Chàtillon. Morì il 27 settembre 1660. Fu annoverato tra i Santi il 16 giugno 1737 e proclamato patrono particolare di tutte le Associazioni di Carità da Leone XIII nel 1883. Egli "non è stato un estensore di un sistema ascetico-mistico, non l'ha raccolto in una sintesi scolasticamente organizzata, ma ha esposto la dottrina di Gesù con un metodo suo particolare, comunicando agli altri nelle più disparate occasioni: nella ripetizione dell'orazione, in una lettera, in una conferenza, in un colloquio"'. 

 

* * * 

 

San Vincenzo de' Paoli, riflettendo sulla bontà e misericordia di Dio, afferma che la mano di Lui è sempre aperta verso coloro che la invocano; che Egli continua a farci del bene, nonostante le nostre ingratitudini; è misericordioso e punisce solo in caso estremo; è così buono che trae il bene persino dal male della colpa; dà a tutti la grazia che occorre per salvarsi. Insegna, infine, che, per ottenere la misericordia di Dio, è necessario essere misericordiosi verso i poveri. La mano di Dio è sempre aperta verso coloro che la invocano. "La mano di Dio - egli scrive - è sempre aperta verso coloro che la invocano e abbondante per quelli che sperano nella sua bontà. Abbiamo fiducia nel Signore...". Le nostre ingratitudini non impediscono a Dio di continuare a farci del bene. "Dio, quando ha cominciato a far del bene a una persona, continua a fargliene incessantemente. Quando Dio si è affezionato ad un'anima, qualunque cosa essa faccia, la tollera". Per rendere più comprensibile questo concetto, san Vincenzo dice: "Non avete mai osservato un padre che ama tanto il suo piccino? Sopporta tutto quello che il piccino gli fa, anzi qualche volta gli dice anche: Mordimi, bambino mio". Per quale ragione? "Perché ama quel bambino. Così fa Iddio con noi, fratelli". Il Santo suggerisce anche un mezzo per meritare che il Signore continui a beneficarci: "Impiegare i suoi benefici nell'adempimento della sua santa volontà e a vantaggio del prossimo". Opportune e puntuali le considerazioni che egli fa quando asserisce che Dio è misericordioso e punisce solo in caso estremo. Rilevato che il Signore vuol punire tutto il mondo col diluvio universale, per i peccati che si commettono, san Vincenzo s'interroga: "Ma che fa?". Risponde: "Ordina a Noè di costruire un'arca e Noè v'impiega cento anni". Perché con così tanto tempo? "Credete che Dio volesse che [Noè] impiegasse tanto tempo a costruire quell'arca, se non per vedere se il mondo si fosse convertito e se avesse fatto penitenza, approfittando di quello che Noè diceva loro dalla finestra di quell'arca, gridando a piena gola secondo alcuni autori: Fate penitenza, chiedete perdono a Dio? Anche questo ci fa vedere come, quantunque Dio sembrasse voler sommergere tutto l'universo nelle acque, tuttavia i suoi disegni erano ben diversi, volendo che Noè e tutta la sua famiglia fossero esenti dal naufragio, per ripopolare il mondo e perché si compisse tutto quello che dall'eternità aveva stabilito circa l'Incarnazione del suo divin Figlio. Questo, signori e fratelli, ci fa vedere come Dio abbia cura degli uomini e che, se li punisce, è soltanto in caso estremo, dopo averli, in vario modo, invitati a convertirsi; ci fa pure vedere la sua cura particolare per coloro che lo servono, come fece per Loth, al quale comandò, quando volle distruggere Sodoma e Gomorra, di uscire dalla città". "La bontà di Dio - precisa, peraltro, il Santo - non ci rimprovera mai le colpe che ci ha perdonate". A proposito delle colpe, Dio è così buono da trarre il bene persino dal male della colpa. "Dobbiamo sperare con tutto il cuore - raccomanda san Vincenzo - nella bontà di Dio e nei suoi meriti infiniti, nonostante la naturale indegnità e le infedeltà commesse nel passato, poiché il trono della sua misericordia è costituito dalla grandezza delle colpe da perdonarsi". "Dio - prosegue il Santo - si serve anche dei peccati per la giustificazione di una persona; sì, i peccati entrano nell'ordine della nostra predestinazione, e Dio ne trae per nostro bene atti di penitenza, di umiltà; sì, signori, di umiltà che è la virtù propria del suo Figliolo, Nostro Signore Gesù Cristo". Facendo, poi, riferimento alla rosa, san Vincenzo si domanda: "Non è vero che le rose, per esempio, portano con sé le spine, e non c'è mai rosa senza spine?" Conclude: "Così i difetti che Dio permette in qualche persona, in chi più, in chi meno, servono come cenere per nascondere le virtù che sono in esse, e fanno sì che, vedendosi tanto difettose, si conservino nell'umiltà e nell'abiezione di se stesse". Passando a parlare del fatto che Dio dà a tutti la grazia che occorre per salvarsi, il Santo dichiara: "Iddio ci dà le grazie secondo il bisogno che ne abbiamo. E' una fonte nella quale ognuno attinge l' acqua secondo il bisogno che ne ha. Come una persona che ha bisogno di sei secchi d'acqua, ne attinge sei, se di tre, tre; e un uccello che non ne ha bisogno che di una beccata, non fa altro che beccare; un pellegrino poi prende l'acqua con il cavo della mano per dissetarsi; così avviene di noi verso Dio. Mi sembra cosa di grande importanza per tutti i cristiani il sapere e il credere che Dio è così buono da poter essi, con la grazia di Gesù Cristo, realizzare la propria salvezza e che, per mezzo di Gesù Cristo, Dio concede loro tutti i mezzi a ciò necessari e che ciò manifesta ed esalta magnificamente l'infinita bontà di Dio". A san Vincenzo sta a cuore mettere in chiusura di questo articolo che "naturalmente, le grazie di Dio operano secondo le disposizioni che trovano nei soggetti". Riguardo, infine, all'amore ai poveri come condizione perché Dio ci usi misericordia, il Santo osserva: "Pensiamo un poco quanto abbiamo bisogno di misericordia, noi che dobbiamo esercitarla verso gli altri e portarla in ogni luogo e sopportar tutto per esercitare la misericordia". C'è, dunque, misericordia per tutti, ma specie per coloro che la esercitano verso gli altri, in modo particolare per chi ama i poveri. 

 

PREGHIERA:

Nella nostra riconciliazione a te, Padre, e nel perdono concesso da noi agli altri vi è l'Infinito Amore tuo e il nostro umile amore per il Crocifisso che grida: "Ho sete". Quale grande mistero vi è in Gesù assetato, quale profondo mistero vi e in Gesù dissetato! Nella comprensione di tali misteri, giunga per noi, o Padre, il momento di adorare e accogliere la tua divina Misericordia in Spirito e verità. Amen. 

 

FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria: "O Padre, per l'intercessione di San Vincenzo de' Paoli, aiutami ad amare sempre più Gesù Crocifisso."

 

 

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