MESE DI APRILE

DEDICATO ALLA DIVINA MISERICORDIA

 

 

GIORNO 23

 

 

MEDITAZIONE

 

Altri Apostoli della Divina Misericordia: Giuseppe Frassinetti.

 

Modello di sacerdote e di parroco, fondatore dell'Istituto dei Figli di Santa Maria Immacolata, teologo moralista dei più insigni del suo tempo, scrittore dalla vena copiosa e di dolcissima unzione, brillante oratore. Meritò di essere definito da san Pio X "personaggio illustre e sacerdote di eccellentissima pietà e di singolare dottrina", e da Pio XII "sacerdote chiaro per santità e dottrina, la cui memoria è rimasta davvero una benedizione". Nacque a Genova il 15 dicembre 1804 ove morì il 2 gennaio 1868. 

 

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Giuseppe Frassinetti, venerabile, insiste molto nell'affermare che la misericordia è la caratteristica dell'amore di Dio, il quale è sempre pronto al perdono e non lascia mai di amare e beneficare i suoi figli. Nella sua opera ascetica "Il Pater noster di santa Teresa di Gesù": opera che è ritenuta "una delle più eccellenti per profondità e completezza di dottrina ascetica, per ardore di slanci mistici propri di un'anima sublime", egli presenta quattro considerazioni. E' "da considerare che come un figlio anche difettoso e deforme, sebbene sia disprezzato e malveduto comunemente dalle persone, tuttavia è amato da suo padre, perché l'affetto paterno vince, anzi non sente certe naturali ripugnanze; per ugual modo, sebbene noi siamo molto macchiati e lordi davanti agli occhi purissimi del nostro celeste Padre, Egli, ciò nonostante, considerando che siamo suoi figlioli, non ci rigetta da sé, non ci odia; ma invece ci ama, e ci manifesta il suo amore nel procurare di toglierci quelle deformità che veramente non convengono a creature le quali godono della sua figliolanza. Similmente è da riflettere, che quantunque un padre trovi nei suoi figlioli molti tratti di ingratitudine, per cui ogni altro che non è padre si determinerebbe a non far più bene ai medesimi, egli tuttavia non lascia di mantenerli e beneficarli in molte maniere. Così il divin nostro Padre, sebbene ci trovi ingrati infinite volte, non lascia per ciò di sostenerci e di compartirci innumerevoli benefizi. Parimenti è da considerare, che i padri sopportano i vizi dei loro figlioli e invece di tosto castigarne i disordini, usano con essi molta pazienza, aspettandone l'emendazione: e quando poi i figlioli si mostrano pentiti dei loro trascorsi, per molte volte che vi siano ricaduti, sono, i padri, prontissimi a dar loro il più ampio perdono. Così il Padre celeste, delle mille nostre mancanze non ne castiga una, e ci aspetta i mesi e gli anni dandoci tempo a convertirci; e quando poi ci gettiamo ai suoi piedi veramente contriti, Egli ci perdona ampiamente ogni torto, e non vi è numero di peccati, che non sia disposto a condonarci. Infine è da riflettere che i padri hanno grandi sollecitudini per i loro figlioli onde arricchirli e metterli in buono stato; e che mentre costoro, o per irriflessione, o per incuria, non badano ai propri interessi, i loro padri pensano a tutto, e suppliscono a tutto con le più vigilanti premure. Così il Padre celeste, mentre noi, o per naturale spensieratezza od anche per colpevole negligenza, trascuriamo i nostri spirituali vantaggi, provvede per mille modi al nostro bisogno, con tanta sollecitudine ed abbondanza di grazie, che non restiamo in quella deplorabile povertà che pure meritammo, ed anzi ci troviamo ricchi di molti beni". Alla luce di queste considerazioni chi può dubitare della bontà e misericordia di Dio? Non deve, quindi, mai mancare in noi la fiducia nella divina misericordia, né a causa dei peccati affievolirsi la virtù della santa speranza: "Custodiamo nel nostro cuore la santa speranza - Giuseppe Frassinetti raccomanda -, e non permettiamo che sia affievolita neanche dalla memoria della moltitudine dei nostri peccati. Detestiamoli sì, con tutte le forze del nostro spirito, aborriamoli più che il demonio, più che l'inferno; ma d'altra parte pensiamo che per grandi che siano i nostri peccati, sono un nulla davanti a quell'infinita misericordia che al peccatore pentito come perdona un peccato ne perdona un milione, e che di una gran peccatrice come fu santa Maria Maddalena ne ha fatto la prima santa del Paradiso, secondo fu rivelato a santa Brigida. Speriamo fermamente il perdono dei peccati, speriamo fermamente ogni grazia, speriamo fermamente il bel Paradiso". Al venerabile Frassinetti preme che si abbia più fiducia nella divina misericordia che timore della divina giustizia. Belle, persuasive e consolanti le parole che egli scrive a una sua figlia spirituale: "Riconosciamo che se il Signore volesse trattarci secondo i nostri meriti dovrebbe ogni momento mandarci all'inferno; perché ci meriteremmo ogni momento che ci lasciasse cadere nei più gravi delitti e che quindi ci precipitasse subito là giù; ma Egli non vuol trattarci secondo i nostri meriti, sebbene secondo i meriti di quel Sangue che versò per noi; perciò ringraziamolo tutti i giorni con la faccia per terra che non ci abbia ancora mandato all'inferno; ma frattanto speriamo fermissimamente che per la sua infinita misericordia saremo santi in Paradiso; anzi figuriamoci di esservi già in mezzo a quegli spiriti, e a quelle anime beate che stanno aspettandoci e pregando per noi affinché ci arriviamo". Questo insigne Maestro dello spirito svela anche un pericolo in cui è facile cadere e consiglia come regolarsi al riguardo, vale a dire "quando il pensiero dei propri peccati e della propria miseria leva la quiete del cuore e indebolisce la confidenza in Dio, non è vera umiltà, ma è umiltà falsa, dalla quale bisogna liberarsi come da tentazione molto pericolosa. Allora bisogna discacciare la ricordanza delle miserie e dei peccati, e invece considerare quella infinita bontà e misericordia, al cui paragone tutte le miserie e tutti i peccati, non solo della terra ma anche dell'inferno, in sostanza sono un nulla; perché davanti a Dio è un nulla tanto il bene, come il male delle sue creature". Il Venerabile non manca, infine, di rilevare che la considerazione della misericordia di Dio persuade noi alla misericordia verso i fratelli. "Riflettiamo - egli scrive - che la misericordia verso i nostri simili è una virtù nella quale nostro Signore Gesù Cristo ci vuole così perfetti che arrivò a dire: Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro celeste Padre. Pensiamo che, come dice San Giovanni Crisostomo, non vi è altra cosa che ci innalzi e ci renda simili a Dio quanto la virtù della misericordia. Custodiamo nel nostro cuore questa virtù ricordandoci che i misericordiosi non si troveranno immersi nei peccati, come dice lo Spirito Santo". Usiamo, quindi, misericordia verso i nostri fratelli, se vogliamo che il Signore la usi verso di noi. 

 

PREGHIERA:

Ti benediciamo, Padre misericordioso, perché ti sei ricordato dei tuoi figli, attuando con essi un'alleanza eterna, nel sangue del tuo Unigenito Gesù Cristo. Ci hai resi a tutti gli effetti tuoi figli. Per tua Misericordia, il nostro sangue offerto col Sangue di Gesù ci permette di poterti contemplare sul Monte del tuo Amore misericordioso. Mostrati nostro Padre per sempre, e unisci la nostra offerta a quella di Gesù, perché la tua Misericordia apra a tutti la via della salvezza. Ascoltaci per intercessione di Maria, Madre di Misericordia. Amen. 

 

FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria: "O Padre, per l'intercessione di don Giuseppe Frassinetti, concedimi la salvezza eterna, a gloria e lode della tua misericordia."

 

 

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