MESE DI APRILE
DEDICATO ALLA DIVINA MISERICORDIA
GIORNO 28
MEDITAZIONE
Altri Apostoli della Divina Misericordia: P. Gabriele di S. M. Maddalena,
Padre Gabriele di S. M. Maddalena entrò nel 1910, all'età di diciasette anni, nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, a Bruges nel Belgio. Fu ordinato sacerdote nel 1919. Insegnò prima filosofia nello studentato dell'Ordine a Courtrai (Belgio), poi teologia a Roma nel Collegio internazionale di S. Teresa. Dal 1931 alla morte - 15 marzo 1953 - si dedicò particolarmente agli studi di teologia spirituale. E' autore del volume intitolato "Intimità divina", in cui sono raccolte le sue meditazioni per l'intero anno liturgico, contenenti la "spiritualità del Carmelo, che costituisce una vigorosa espressione del Vangelo, specialmente destinata alle anime contemplative, ma pur valida e tanto utile anche per le anime consacrate a Dio nella vita attiva e altresì per quelle - oggi assai numerose - le quali in mezzo al mondo anelano alla vita interiore e all'unione con Dio".
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Sono tante le riflessioni, fatte da Padre Gabriele di S. M. Maddalena sulla divina misericordia, che se ne può ricavare un interessante e illuminante trattatello. Egli, tra l'altro, rileva che la misericordia è la caratteristica dell'amore di Dio per noi; indica i rapporti fra la misericordia di Dio e la sua giustizia; stigmatizza che la diffidenza nella misericordia di Dio è indice di orgoglio e tentazione diabolica; assicura che non si confida mai troppo nella misericordia divina; precisa che questa misericordia è tanto grande che nessun peccato, purché pianto, può arrestarla; che essa non si arrende per l'ingratitudine degli uomini; che Dio è sempre pronto a perdonare i nostri peccati; che per riversare su di noi la sua misericordia Egli esige che siamo misericordiosi con il prossimo. Spigoliamo in quel che questo insigne Maestro dello spirito dice circa i succitati argomenti. Riguardo al primo egli scrive: "L'amore di Dio verso di noi assume un carattere tutto particolare, consono alla nostra natura di creature fragili e deboli: il carattere della misericordia". Segue, quindi, la definizione della misericordia: "La misericordia è l'amore che si china sulla miseria per sollevarla, per redimerla, per innalzarla a sé". Il pio Autore, poi, osserva: "Sembra quasi che Dio ci ami attratto dalla nostra debolezza non perché questa sia amabile, ma perché Egli, bontà infinita, ne ha compassione e vuol supplirvi con la sua misericordia. Con la sua perfezione infinita vuol sanare la nostra imperfezione, con la sua purezza la nostra impurità, con la sua sapienza la nostra stoltezza, con la sua bontà il nostro egoismo, con la sua fortezza la nostra fragilità. Dio, bene supremo ed eterno, vuole essere il rimedio di tutti i nostri mali perché sa bene di che siamo impastati e rammenta che siamo di fango (Sal 102,14). E, siccome il nostro male maggiore - anzi, l'unico vero male - è il peccato, ecco che la misericordia infinita vuole essere il rimedio anche a questo male estremo. Ma, la giustizia non reclama i suoi diritti? Quali sono, allora, i rapporti tra la misericordia di Dio e la sua giustizia? Padre Gabriele non ignora questi interrogativi e risponde: "La giustizia, pur sembrando tanto differente dalla misericordia è, come questa, un aspetto della santità di Dio, della sua bontà e delle sue perfezioni infinite. Anzi, più precisamente, giustizia e misericordia sono due aspetti diversi - ma inseparabili - di quell'unico amore con cui Dio ama le sue creature. La misericordia è amore, amore infinito del bene e parimenti è la giustizia; la misericordia si compenetra con la giustizia e la giustizia con la misericordia. Appunto perchè è giusto, Dio è anche compassionevole, dice S. Teresa di G. B. (Lt. 203). Dio è misericordioso perchè è giusto ed è giusto perchè è misericordioso, perchè, conoscendo la nostra miseria, si china su di noi con misericordia infinita.... Così nella nostra vita spirituale è tutto un alternarsi, un intrecciarsi di misericordia e giustizia. Per misericordia Dio ci offre la sua amicizia divina, ma per giustizia non può ammettere alla sua intimità l'anima che conserva il minimo attacco al peccato e all'imperfezione e, quindi, la sottopone alle prove purificatrici". La diffidenza nella misericordia di Dio, pertanto, non deve prendere spazio nel cuore del peccatore, perchè essa, "sia pure in seguito a gravi cadute, non è mai indice di vera umiltà, ma piuttosto di orgoglio subdolo e di tentazione diabolica... L'umiltà è la virtù che ci fa stare al nostro posto; ora il nostro posto di fronte a Dio è quello di figlioli deboli e miseri, sì, ma fiduciosi. Quando, dopo tanti propositi, ti vedi ricadere nelle medesime mancanze; quando dopo tanti sforzi, non riesci ancora a vincere certi difetti, a superare certe difficoltà e, in un modo o nell'altro, ti trovi molto al di sotto di quello che dovresti e vorresti essere, ricorri al rimedio infallibile dell'umiltà. L'umiltà - dice S. Teresa di Gesù - è l'unguento che sana ogni ferita (M.III, 2, 6)". Al dotto Carmelitano sta a cuore anche di assicurare che non si confida mai troppo nella misericordia di Dio. "La tua speranza, la tua fiducia in Dio non sarà mai eccessiva, mai esagerata, perché si appoggia alla misericordia di Dio che non ha limiti. Se cerchi sinceramente di fare da parte tua tutto quello che puoi per piacere a Dio, non devi temere di sperare troppo in lui. La sua potenza soccorritrice, il suo desiderio del tuo bene, della tua santificazione superano infinitamente le tue speranze, per quanto ardite possano essere. A Dio piace talmente questa speranza cieca, illimitata in lui che, quanto più ci vede sperare, tanto più ci ricolma dei suoi beni: Quanto più l'anima spera, tanto più ottiene, ha detto S. Giovanni della Croce (S. 111,7, 3) e S. Teresa di G. B., facendo suo questo pensiero, esclama: Non si può mai abbastanza confidare in Dio che è tanto potente e misericordioso. Si ottiene da lui quanto appunto da lui si spera (St. 12)". Padre Gabriele precisa, inoltre, che "la misericordia di Dio è tanto grande che nessuna miseria, per quanto profonda, può esaurirla, che nessun peccato, neppure il più obbrobrioso, purché pianto, può arrestarla. Un'unica cosa ha questo triste potere: la volontà superba dell'uomo che si rinchiude sdegnosamente nella sua miseria non volendo riconoscere il bisogno che ha della misericordia infinita". Padre Gabriele aggiunge che la divina misericordia non si arrende per l'ingratitudine degli uomini; che Dio è sempre pronto a perdonare i nostri peccati; che per riversare su di noi la sua misericordia Egli esige che siamo misericordiosi verso gli altri. "Come possiamo sperare che il signore ci sia largo del suo perdono e della sua misericordia, se noi ne siamo tanto avari col nostro prossimo? Non dimentichiamo le parole che ogni giorno ripetiamo nel Pater noster: Perdona a noi i nostri debiti, come noi li perdoniamo ai nostri debitori (Mt 6,12) e facciamo in modo che non siano la nostra condanna, perchè Gesù ha detto: Se voi perdonate agli uomini le loro mancanze, anche a voi le perdonerà il Padre vostro celeste; ma se non perdonate agli uomini, nemmeno il Padre vostro vi perdonerà i vostri peccati (ivi, 14 e 15). E', dunque, in mano nostra l'essere giudicati un giorno con maggiore o minore misericordia". In altre parole, "nella misura in cui perdoneremo saremo perdonati. E' quanto dire che noi stessi diamo a Dio la misura esatta della misericordia che deve usare a nostro riguardo".
PREGHIERA:
Gesù, Crocifisso e Risorto, trasforma e rinnova la nostra mente e il nostro cuore col tuo Santo Spirito. Non sia vana in noi la grazia della tua Misericordia. Il tuo amore ci aiuti a vincere il male con il bene, ci accompagni sempre, e renda la nostra vita un'offerta gradita a Dio nostro Padre. Amen.
FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria: "O Padre, per l'intercessione di Padre Gabriele, aiutami a vincere il male con il bene, a gloria e lode della tua Misericordia.
FIORETTO:
Oppure dona la tua rosa:
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