MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 15

 

 

MEDITAZIONE

 

INTELLETTO 

 

1. Il dono dell'intelletto penetra i cieli. È infatti il dono che ci dà la percezione della divina verità e ce la fa intimamente comprendere, per quanto è dato al nostro intelletto «corto d'una spanna»: è un preludio di quel che ci riserba d'ineffabile visione la vita a venire. È una delicata attenzione dell'infinita carità del Paraclito per animarci nel cammino, per ricompensare il nostro buon volere. Sin qui, i cinque doni dello Spirito miravano più che altro all'azione: gli ultimi due hanno già l'ardore della contemplazione. Non nel senso di fenomeni straordinari riserbati a poche anime privilegiate, ma nel senso di più stretti intimi rapporti tra Dio e l'anima fedele. E questi rapporti, com'è facile intendere, partono proprio dal cuore. L'amore purifica l'occhio e ne acuisce lo sguardo. Quasi l'anima sia giunta su di un alto monte dal quale ella spazia beata su immensi orizzonti. E l'orizzonte non è più quello della terra, ma l'orizzonte del Cielo. 

 

2. Il dono dell'intelletto rallegra l'esilio. Guardando da più alto, s'ammira di più la grandezza dell'Altissimo. «Oh profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio!» L'anima si dilata, si riposa e canta. Il dono dell'intelletto è la «lucerna che splende in luogo oscuro» direbbe l'apostolo Pietro. Per quanto la fede rimanga fede e non sia ancora visione, le nubi, le nebbie, che prima le offuscavano la vista, sono ora scomparse come per incanto. Le ineffabili ricchezze del mistero - san Paolo le chiamerebbe «le imperscrutabili ricchezze di Cristo» - in qualche modo appaiono, e inaspettate armonie lampeggiano alla mente: analogie, convenienze, illustrazioni, conforti, speranze s'intrecciano mirabilmente e fanno sentire meno caliginosa e pesante l'attesa, dànno, quasi direi, la emanazione del divino: e il senso di Cristo». Quanto infelici coloro i quali, al dire di san Gregorio, «nella cecità che tollerano esultano quasi in chiarezza di luce»! Così che, quando le oscurità della fede tornano a minacciare il nostro pacifico possesso, già si sa che nel cuore è accesa una luce che tornerà a brillare: la luce dello Spirito. E ci si consola. 

 

3. Il dono dell'intelligenza rende più aperte le Sacre Scritture. La fede si alimenta della divina parola, che la Chiesa infallibilmente ci ripete e ci dichiara. Ma è così tarda la mente, così freddo il cuore, tante volte! «Stolti e tardi nel credere!» è il rimprovero del divin Maestro. Ma se lo Spirito di Dio viene Lui nelle intime fibre del cuore, a render fecondo in tutta la sua riposta potenza il seme dell'insegnamento di Cristo, quali insospettate scoperte, quali luci e quali consolazioni! E allora si corre sulla via dei divini comandamenti. 

 

* O luce infinita d'amore, che hai pietà delle nostre tenebre, grazie dell'ineffabile dono che ai miei poveri occhi malati dà sanità e potenza nuova: ora vedo, perchè in qualche modo tu mi fai vedere con il tuo occhio. O Spirito Santo, che cosa sarà un giorno? Dammi intanto, nell'attesa, l'entusiasmo delle verità cristiane; dammi la sottomissione a chi me le insegna, perchè dalla mia fedeltà io trovi la gioconda ricompensa nell'effusione del tuo dono di luce. 

 

ELEVAZIONE Attingiamo sempre da don Guéranger: «Il mondo e i suoi vani errori sono apprezzati dall'anima dotata del dono dell'intelletto per quello che sono; e l'anima si purifica da quel resto di attaccamento e dalla compiacenza che poteva conservare ancora per essi. Quello che è grandezza e bellezza secondo la natura, appare spregevole e miserabile all'occhio che lo Spirito Santo ha aperto alle grandezze e alle bellezze divine ed eterne. Una sola considerazione avvalora ai suoi occhi il mondo esteriore, che crea illusioni all'uomo carnale, ed è questa: che la creatura visibile, la quale reca le tracce della bellezza di Dio, è capace di servire alla gloria del suo Autore. L'anima impara ad usare di essa creazione con rendimento di grazie, rendendola soprannaturale, glorificando con il Re Profeta Colui che ha impresso i tratti della sua bellezza in questa moltitudine di esseri, che servono troppo spesso alla rovina dell'uomo, mentre sono chiamati a divenire i gradini che lo conducono a Dio. Il dono dell'intelletto infonde altresì nell'anima la conoscenza della sua propria vita. Le fa comprendere come siano stati saggi e misericordiosi i disegni supremi, che talvolta l'hanno affranta e portata dove non intendeva andare. Vede che, se fosse stata padrona di ordinare essa stessa la sua esistenza, non vi sarebbe riuscita e che Dio l'ha fatta giungere nascondendo da prima i secreti consigli della sua saggezza. Adesso è felice, perchè gode pace e nel suo amore non ha adeguate azioni di grazia per dimostrare la sua riconoscenza a Dio, che l'ha condotta al termine senza consultarla. Se è chiamata a dare dei consigli, a esercitare una direzione, per dovere o per motivo di carità, ci si può affidare a lei: il dono dell'intelletto la illumina per gli altri come per se stessa». 

 

FIORETTO Mi affezionerò alla Sacra Scrittura, soprattutto al Vangelo: sono sicuro che lo Spirito Santo accrescerà la virtù dell'anima per la mia santificazione. 

 

GIACULATORIA Spiritum intellectus dona mihi, Domine. Dammi, o Signore, il dono dell'intelletto. 

 

 

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