- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

 

In quel tempo, i Giudei portarono pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?”. Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”. Rispose loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”. Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero”. E in quel luogo molti credettero in lui.

 

Come vivere questa Parola?
Nel suo discorso con i Giudei, Gesù fa appello non solo alle sue opere, ma al Padre stesso che lo ha inviato. Egli sente che ormai è prossima la sua passione, ma vuole condurre a termine l'opera per il quale il Padre lo ha mandato sulla terra. Il suo desiderio era quello di unire gli uomini al loro Padre celeste e per questo era stato inviato sulla terra: le sue parole, le sue opere, i suoi miracoli miravano proprio a questo scopo. Quelli che lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio, hanno accettato il suo messaggio e la sua verità, sono diventati liberi (cf Gv 8,32), sono stati sciolti dalla schiavitù del peccato e possono dirigersi prontamente alla salvezza. Soltanto il peccato ci tiene fermi e rende impossibile l'ascesa verso Dio. Colui che crede in Gesù, ne accetta la parola, la realizza nella sua esistenza e si prepara con gioia all'incontro con Dio in ogni momento della sua vita: tramontando a questo mondo, risorge a Dio (cf Ignazio di Antiochia, Ep. ai Romani 2,2). In realtà colui che è con Dio in questa vita, continua la sua vita con Dio nel mondo dell'aldilà: l'importante è sempre essere con Dio, sia che si viva sia che si muoia.

 

O Signore, riconosco che tu sei Figlio di Dio e dai la vita a tutti.

 

La voce di un grande scienziato
"E' l'arte suprema dell'insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza".
Albert Einstein

 

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