- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

  

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10a settimana TEMPO ORDINARIO (Mc 5,33-37)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.

 

Come vivere questa Parola?
Il Vangelo di Matteo di oggi ci invita ad un’ecologia delle parole. Dio è troppo spesso chiamato in causa in faccende che non centrano molto con Lui, e le nostre considerazioni molto personali diventano teologie che travestiamo di certezza. Dovremmo avere un parlare “forte e chiaro”, senza la preoccupazione di far contenti tutti: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. È il di più che ferisce, crea problemi, giudica, sparla, mette in cattiva luce, stravolge. La poetessa italiana Alda Merini scriveva: “Scegli con cura le parole da non dire”. È il parlare a sproposito, il voler a tutti costi dire la propria su tutto, il pontificare in ogni occasione, l’ostentare sicurezze e certezze, che incrina le relazioni.La fede ci invita a chiamare per nome le cose. A saper dire sì e no davanti alla verità o alla menzogna. Ci invita a misurare il potere tremendamente distruttivo che delle volte possono avere le nostre parole, specie quando vengono da chi dice di appartenere a Lui, di credere nel Suo Vangelo. Bisognerebbe parlare poco, o farlo sempre per dire il bene, per benedire. Diversamente, c’è una misericordia che si esprime anche del linguaggio, è racchiusa nel silenzio. L’attitudine al silenzio è come una grande sinfonia dove le pause, i respiri, rendono le note più chiare, più belle, più melodiche; rende più significativo ciò che si dice.

 

Rifletto sullo stile della mia comunicazione, mi chiedo se bene-dica, se contiene l’eloquenza del silenzio.

 

La voce di un asceta
“Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire”. (Buddha)

 

Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma

 

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Commento (Vangeli Feriali)

 

Come vivere questa Parola?
Il Signore Gesù, vietandoci di giurare, ci chiede di riflettere sulla veridicità della nostra parola, di restituire alla parola il suo valore. La parola vera diviene mezzo di comunicazione e di comunione. Se è falsa, invece, si può trasformare in mezzo di dominio e di divisione. L’uso perverso della parola è di per sé un grande male, proprio perché porta a togliere la possibilità di “intendere” e la capacità “di volere”: toglie la libertà! A volte i risvolti sociali della falsità della parola creano confusione, generano sospetto, manipolazione. La parola è origine di ogni bene se è sì al sì e no al no; è invece principio di ogni male se è no al sì e sì al no.

 

Donaci Signore un cuore retto e costante!

 

La voce di Papa Francesco 
“Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali. E questo vale per quello che ho detto delle guerre e anche per le chiacchiere, perché la lingua uccide. Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere ai sentimenti egoistici e possessivi. Quando si accoglie la Legge di Dio nel cuore si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute, come anche passare dal divieto di giurare il falso alla decisione di non giurare affatto, assumendo l’atteggiamento di piena sincerità con tutti.” 

(cfr. ANGELUS, 16 febbraio 2020)

 

Commento di suor Monica Gianoli FMA

Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma

 

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