- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
17a settimana TEMPO ORDINARIO (Mt 13,31-36)
In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo”. Ed egli rispose: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi intenda!”.
Esiste il male, e agisce, funziona, opera. Spesso si parla del maligno, nella Bibbia, a lui si attribuivano gli aspetti negativi della realtà ma anche le cose che non si riuscivano a spiegare come ad esempio alcune manifestazioni di malattie neurologiche o psichiatriche. L'approccio biblico è semplice: esiste una parte oscura della realtà, anch'essa creata, non contrapposta a Dio, che è luce e bontà, come principio autonomo. Questa realtà opera per intorbidire le acque, per allontanarci dal bene, dalla luce: semina zizzania nella nostra vita a piene mani. Ma, e questo è stupendo, nei vangeli il maligno è chiamato "avversario", cioè colui che si riesce a vincere. Nulla a che vedere con l'eroe decadente che la nostra modernità ha creato, facendolo diventare quasi un modello drammatico che suscita simpatia. Quando parliamo di maligno, allora, lasciate perdere i film di horror e i libri che raccontano di esorcismi: se viviamo una vita affidata al Signore, con semplicità e fede, abbiamo in casa chi ci difende e protegge e nessuno può penetrare nella nostra serenità. Esiste il maligno e agisce ma noi confidiamo in colui che ha sconfitto l'avversario.
Paolo Curtaz
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