- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
27a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 10,38-42)
In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Come vivere questa Parola?
Diaconia – contemplazione. Marta e Maria sembrerebbero opposte, ma sono entrambe orientate al servizio del Signore, l'una nel servizio della mensa, l'altra nel ministero dell'ascolto. La parte migliore? quella di servire Gesù senza preoccupazioni, senza fretta, senza recriminazioni, senza farlo pesare. per non perdere la parte migliore. Il cristiano del XXI secolo sarà un mistico o non sarà niente, scrive K. Rahner, allora è necessario fare una forte esperienza del Signore, cioè una forte esperienza del Signore vissuta tra gli uomini e le donne del nostro tempo, Dio va trovato nell'azione d'amore nella vita di ogni giorno, nella semplicità della vita quotidiana.
Preghiamo: Chiediamo di vivere la contemplazione nell'azione e l'azione nella contemplazione; Chiediamo di vivere come Marta e Maria nel servizio ai fratelli e nell'ascolto della sua Parola.
La voce di una santa mistica
Una caratteristica della scuola di spiritualità di Santa Suor Faustina è la contemplazione della Misericordia nella quotidianità. Lei insegna la contemplazione di Dio nella quotidianità ovvero come scoprirLo nella propria anima e vivere con Lui tutta la propria vita. “Non cerco la felicità al di fuori dell’intimo; qui dimoro continuamente con Lui; qui avviene il mio rapporto più familiare con Lui, qui con Lui dimoro sicura; qui non giunge occhio umano. La Santissima Vergine m’incoraggia a trattare così con Dio” (D 454; cfr. D. 1793).
Per la contemplazione di Dio nel quotidiano è utile, una pratica semplice che Suor Faustina faceva nella vita conventuale, e quando ella volle cambiarla, Gesù non glielo permise, vedendo quali grandi vantaggi portava alla vita spirituale. Questa pratica consiste nell’unirsi con Gesù che abita nell’anima attraverso ad esempio un atto di ardente invocazione (breve preghiera di invocazione): La sistematica attuazione di questa pratica porta dei abbondanti frutti nella vita spirituale, sviluppa il legame personale con Dio e conduce alla partecipazione sempre più piena nella vita e nella missione di Gesù. Permette di vivere insieme a Lui la propria vita in tutte le dimensioni. Con Lui vado al lavoro – scrisse Suor Faustina – con Lui vado a ricreazione, con Lui soffro, con Lui gioisco, vivo in Lui ed Egli è in me. Non sono mai sola, poiché Egli è il mio compagno stabile; in ogni momento sono consapevole della Sua presenza. (D. 138). La contemplazione della Misericordia praticata in quotidiano non esige l’isolamento dal mondo, di stare nel convento, può essere impiegata in ogni vocazione. Nei tempi di una grande paura, della mancanza del sentimento di sicurezza e dell’amore Dio attraverso la vita di Santa Suor Faustina ricordò la verità di abitare nell’anima umana di cui scrisse San Giovanni nel Vangelo e chiamò di dimorare con Lui nelle profondità del proprio essere.
(Santa Maria Faustina Kowalska)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Subiaco, Roma)
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Marta e Maria sono le due dimensioni essenziali per la vita cristiana. L'una non esiste senza l'altra. La nostra fede ha bisogno dell'atteggiamento di Maria, pronta ad ascoltare ed accogliere il Signore, di restare lungamente seduta ai suoi piedi in preghiera e meditazione, per dare spazio alla nostra anima, alla nostra interiorità, per imparare il valore di un silenzio fatto di ampi spazi di riflessione e di spiritualità. E Dio solo sa quanto manchi questo atteggiamento anche nelle nostre comunità cristiane, superficiali e distratte. La nostra fede ha bisogno dell'operosità di Marta che vede i bisogni, che travalica il proprio ruolo (compie i gesti di accoglienza riservati all'uomo di casa!), che ricorda alla parte contemplativa della nostra fede che senza le opere la fede è vana e inconsistente. Marta e Maria, azione e contemplazione. Abbiamo bisogno della preghiera per non ridurre la nostra carità operosa in sterile efficientismo. Abbiamo bisogno dell'azione per non costruirci un mondo interiore autoreferenziale e vuoto. Solo in questo modo la nostra vita diventa come Betania: capace di accogliere degnamente il Signore e Maestro Gesù.
Paolo Curtaz
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