- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

  

 

27a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 11,1-4)

 

Un giorno, Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione”.

 

Come vivere questa Parola?
Padre nostro. Padre, parola meravigliosa, unica, bella, usata da Gesù per chiamare Dio. Padre, parola magica che permette di dare a Dio un nome nuovo, un nome vicino. Gesù, maestro della preghiera, dà questo nome a Dio e ci insegna ad essere fratelli. È un nome santo, con esso possiamo dialogare sentendoci figli e figlie ma anche fratelli e sorelle. Gesù ci insegna a chiedere l'essenziale per rapportarci all'Abbà, santificando il suo nome, chiedendo la venuta del suo regno e vivendo serenamente la nostra vita, chiedendo il pane quotidiano, vivendo il perdono dato e ricevuto, sentendo la sua vicinanza nella tentazione.

 

Preghiamo: Chiediamo a Gesù che ci insegni a pregare e in un luogo favorevole, magari, davanti al Santissimo Sacramento, diciamo con fede e fervore, lentamente, Padre Nostro.

 

La voce di una santa

«Per me, la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo lanciato verso il Cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia; insomma è qualcosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù» . Ms C 25. Un giorno disse: «A volte, quando il mio spirito è in un'aridità così grande che mi è impossibile ricavarne un pensiero per unirmi al Buon Dio, recito molto lentamente un ‘Padre Nostro’ e poi il saluto angelico; allora queste preghiere mi rapiscono, nutrono la mia anima ben più che se le recitassi precipitosamente un centinaio di volte...» (Teresa di Lisieux B25)

 

Casa di Preghiera San Biagio FMA (Subiaco, Roma) 

 

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Commento (Vangeli Feriali)

 

 

Insegnaci a pregare, Signore. Gli apostoli sono rimasti colpiti dalla qualità della preghiera del Maestro. Certo, anche loro pregano, come fa ogni pio israelita. Pregano al mattino, con le benedizioni e lo Shemà, pregano il giorno di sabato, ascoltando la lettura e il commento della Torah. Così come fa Gesù. Ma ciò che a loro (e a noi) manca è quell'altro spazio imponente, inatteso, innovativo. La preghiera segreta di Gesù che si ritira in disparte, anche di notte. Quei lunghi tempi che dedica al silenzio. La preghiera che punteggia ogni momento della sua giornata, che sembra interpretare ogni evento. La preghiera che diventa lode, ringraziamento, supplica, intercessione. Un modo nuovo e inatteso di concepire la preghiera, non più solo comunitario e sociale, né tantomeno solo momento di legittima richiesta di vedere esaudite le proprie necessità. Sì, Signore, insegnaci a pregare come sai fare tu. E il Signore ci ascolta, ci consegna la preghiera per eccellenza, quella preghiera che illumina ogni nostra giornata e che dovrebbe salire alle nostre labbra con stupore continuo. Con gioia, allora, ripetiamo la preghiera, l'unica, che ci è stata donata.

 

Paolo Curtaz

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