- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

  

 

30a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 13,2-30)

 

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.

 

Come vivere questa Parola?
Come è vitale per la nostra vita e salvezza non agire solo per formalità, così lo è non dirsi cristiani senza cercare di vivere le esigenze della Parola. Il Vangelo di oggi è brutale in questo senso… se non proviamo a vivere Lui, Lui non ci può conoscere, semplicemente perché non glielo permettiamo. Non basta dire che lo frequentiamo (mangiare e bere con lui, incontrarlo nelle piazze… cioè ad esempio a messa, negli eventi pastorali e via dicendo) è vitale accogliere le mozioni dello Spirito che è in noi e cercare di vivere la Sua Parola. Fa pensare alla prima lettera di Giacomo: “Se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era” (Giac 1,23-24). Non un ascolto evanescente e vuoto ma atti di amore, tentativi di atti di amore, questo salva, questo è conoscere Dio e farsi conoscere da Lui. 

 

Signore, fa’ della nostra anima la tua santa casa, dilata il nostro cuore, perchè dentro noi viva sempre la Tua Parola, affinché possa guarire le nostre ferite, liberare la nostra libertà, far fiorire i semi che tu hai posto dentro di noi. Che la Tua Parola diventi carne anche in noi, te lo chiediamo per intercessione della Tua santa Madre.

 

La voce di uno scrittore
“Stà sicuro, l'invidierai più d'una volta la piccola suora che parte alla mattina, contenta, verso i suoi marmocchi pidocchiosi, i suoi mendicanti, i suoi ubriaconi, e lavora a braccia piene sino alla sera. Dell'ingiustizia, vedi, lei se ne infischia! Il suo gregge di storpi, lei lo lava, lo strofina, lo cura; e finalmente lo seppellisce. […] La parola di Dio! "Restituiscimi la mia Parola" dirà il Giudice nell'ultimo giorno. Quando si pensa a quello che certuni dovranno cavar fuori, in quel momento, dal loro piccolo bagaglio, non si ha voglia di ridere, oh no!” (Georges. Bernanos - Diario d'un curato di campagna) 

 

Casa di Preghiera San Biagio FMA (Subiaco, Roma) 

 

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Commento (Vangeli Feriali)

 

 

Il tale che chiede a Gesù quanti si salvano pensa, evidentemente, di essere nel numero degli eletti e vuole capire quanti sono alla sua altezza spirituale. Gesù lo gela alzando l'asticella, insinuando un dubbio atroce: è sicuro di potersi dire salvo? La salvezza non è un premio che si conquista per meriti di buona condotta ma la dimensione che scopriamo quando accogliamo in noi la presenza di Dio. È gratis la salvezza, è l'espressione della volontà divina di farci conoscere la sua grandezza e di rivestirci del suo amore. Ciò che possiamo-dobbiamo fare è accogliere tale salvezza, convertire il nostro cuore e portare frutti degni di tale conversione. Gesù propone un percorso impegnativo, una porta stretta che non significa sempre dolorosa, ma certo impegnativa. Come tutte le cose grandi che sperimentiamo nella nostra vita, anche la salvezza ha bisogno di motivazione e di allenamento: proprio perché donata va accolta con consapevolezza interiore e gratitudine. Stiamo attenti, allora, a non vivere con superficialità la nostra appartenenza al vangelo, convinti che basta dirsi cristiani e non fare troppi danni per vederci spalancata la porta di un Regno che, in realtà, nemmeno sappiamo dove stia...

 

Paolo Curtaz

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