- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
33a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 19,11-28)
Come vivere questa Parola?
Gesù inizia il viaggio verso Gerusalemme dove soffrirà e morirà della morte più umiliante e crudele, per manifestare la sua gloria e la nostra salvezza. Nella parabola vediamo tre servi e, spesso, ci identifichiamo con il terzo, che vede nella figura del padrone (Dio) una persona rigida che fa paura, severa; invece Dio nella vita di tutti i giorni si presenta a noi con misericordia, dimostrandoci il Suo grande amore e invitandoci a seguirlo, con libertà di scelta, assumendoci le conseguenze delle nostre azioni. Poiché il suo amore per noi è libero e generoso, il suo desiderio più grande è che siamo felici di sentirci amati e amare anche noi senza condizioni.
«Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create».
Parola del Papa Francesco
«Ci ha amati», dice San Paolo riferendosi a Cristo (Rm 8,37), per farci scoprire che da questo amore nulla «potrà mai separarci» (Rm 8,39). Paolo lo affermava con certezza perché Cristo stesso aveva assicurato ai suoi discepoli: «Io ho amato voi» (Gv 15,9.12). Ci ha anche detto: «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il suo cuore aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10). Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16). (Lettera enciclica Dilexit nos, nº 1)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Subiaco, Roma)
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Queste parole dure, specifica Luca, Gesù le dice mentre sale a Gerusalemme. Mentre sta andando a morire col volto indurito, cioè determinato, deciso. Non sta scherzando, è una cosa seria la fede, una cosa seria la sua scelta. Gesù sta andando a morire e lo sa bene. Sa che riceverà incomprensione e insulti, sa che è disposto a bere il calice pur di testimoniare l'autentico volto di Dio. Allora capiamo la durezza delle sue parole: ai discepoli che hanno capito questo percorso, a quanti, liberamente, hanno accettato di camminare insieme al Nazareno, Gesù chiede di dare tanto, di dare di più, di osare, come egli sta facendo. Abbiamo ricevuto tanto, siamo chiamati a dare tanto. È una parabola rivolta a chi crede, a chi ha capito, a chi si è convertito: il dono ricevuto è per essere messo a disposizione degli altri, non per nasconderlo sotto terra. Il mondo, la Chiesa, hanno urgente bisogno di testimoni credibili, di uomini e donne che vivono in mezzo agli altri e che illuminano la propria e l'altrui vita col dono della Parola. Abbiamo ricevuto tanto, amici. Doniamo altrettanto. Facciamo in modo che la nostra vita sia luogo abitato dal Dio che incontra gli uomini per salvarli. Per salvarci.
Paolo Curtaz
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