- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
34a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Come vivere questa Parola?
Gesù usa un’immagine semplice e concreta, quella del germogliare del fico, per aiutare i discepoli a comprendere l’importanza dei segni. Così come dall’osservazione del germoglio si può dedurre l’arrivo dell’estate, anche i segni nella storia e nella natura indicano l’avvicinarsi del regno di Dio. È un invito a non vivere con superficialità, ma a discernere ciò che accade intorno a noi.
Gesù afferma che "non passerà questa generazione prima che tutto avvenga". Questa frase ha suscitato diverse interpretazioni. Alcuni pensano si riferisca alla distruzione di Gerusalemme (70 d.C.), mentre altri lo leggono come un richiamo per ogni generazione a essere pronta all'incontro con Dio. L’invito è a non rimandare la conversione e a vivere con prontezza il momento presente.
Le parole: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" sottolineano la perennità e l’assoluta verità delle parole di Gesù. Mentre il mondo visibile è destinato a mutare e scomparire, le promesse e gli insegnamenti di Cristo sono eterni e affidabili. Ciò che Dio ha detto rimane saldo, nonostante il tempo e le prove.
Gesù invita i suoi discepoli, e anche noi oggi, ad osservare i segni dei tempi per riconoscere il compimento del regno di Dio.
Signore, donami occhi attenti per riconoscere i segni della Tua presenza e un cuore vigile per accogliere il Tuo regno.
La voce di un santo
“Come la primavera porta nuova vita agli alberi, così il ritorno di Cristo porterà nuova vita a coloro che l’attendono. È il tempo di preparare il cuore, di rimuovere ciò che è sterile e accogliere il frutto della fede e della speranza”. (Sant’Ambrogio)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Subiaco, Roma)
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I cieli e la terra passano ma la Parola del Signore rimane. Davanti agli eventi catastrofici, alle guerre e alle violenza che ci raggiungono ogni giorno, il rischio concreto di lasciarci prendere dallo sconforto esiste, eccome. Ma, a conclusione della visione apocalittica del destino umano, Gesù ci propone di alzare lo sguardo, di aspettarci una liberazione definitiva. Del tempio, di ogni tempio, non resta pietra su pietra ma le sue Parole restano. Parole che ci illuminano, che ci permettono di capire, di leggere ed interpretare gli eventi della storia e della nostra vita. Parole che quotidianamente meditiamo, da anni, con attenzione e affetto e che, sole, ci permettono di conservare la fede in attesa del ritorno del Signore. Ha ragione, il Maestro. Le sue non sono Parole qualsiasi, non le parole di un sapiente di questo mondo o di un personaggio pubblico che passa come una meteora in questo mondo sempre più superficiale. Custodiamo con gioia le sue Parole, celebriamole nella comunità cristiana, meditiamole per nutrire la nostra speranza e la nostra carità. Il Signore tornerà, ne siamo certi.
Paolo Curtaz
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