MEDITAZIONE DEL GIORNO
28° Settembre
NON C'INDURRE IN TENTAZIONE
(II)
1. Dio permette le tentazioni. 1° Perché vuole che anche da noi dipenda la nostra salvezza; e ciò non sarebbe possibile senza tentazioni che formano il campo di battaglia, ove sta in nostro potere vincere o essere vinti. 2° Perché ci sono utili, potendone ricavare meriti di umiltà, di confidenza e di vittoria sulle tentazioni. 3° Perché è conveniente che la corona si conceda a chi combatte, e vince. E tu mormori contro Dio?
2. Non c'indurre. Medita che, con questa parola, non devi chiedere d'andare esente da qualunque tentazione: questo sarebbe pregare inutilmente, mentre prima hai detto già: “Si faccia la tua volontà ” ; oltre che sarebbe preghiera da soldato poco valoroso che fugge la lotta, e ti tornerebbe nocivo nell'acquisto di meriti. Solo devi domandare, che o non permetta la tentazione in cui prevede che cadresti, o permettendola, ti dia grazia a non consentirvi. Tu non diffidi di Dio nelle tentazioni?
3. Tentazioni volontarie. Che vale pregare il Signore a non t'indurre in tentazione, se tu le cerchi per curiosità, per capriccio, per passatempo? Chi compatisce a chi va a stuzzicare il vespaio? Se ti metti nell'occasione o per obbligo d'ufficio o per disposizione dell'ubbidienza o per legge di carità, non temere, Dio è con te: Giuditta vinse Oloferne. Ma guai se tu pretendi di stare accanto al fuoco, e non bruciare!... Sta scritto: Non tenterai Iddio tuo Signore. Li fuggì tu i pericoli?
PRATICA. — Esamina se quella persona, quel luogo, non è per te tentazione volontaria... Troncala presto.