MEDITAZIONE DEL GIORNO
23° Novembre
LA PAZIENZA
1. Pazienza esteriore. Che dici tu d'una persona che, per una qualunque contrarietà, prorompe in parole di collera, in vivacità, in alterchi, in offese agli altri? La tua stessa ragione condanna la collera, l'impazienza, come cosa indegna di un'anima ragionevole, come cosa inutile per vincere le contrarietà, come un cattivo esempio per chi ci vede. Ma Gesù la condanna, di più, come peccato! Imparate ad esser mansueti... E tu in quante impazienze cadi?
2. Pazienza interiore. Questa ci dà il dominio sul nostro cuore e reprime le agitazioni che si sollevano dentro di noi; virtù difficile, si, ma non impossibile. Con essa si ode l'ingiuria, si vede il nostro diritto; ma si sopporta e si tace; non si dice nulla, ma non si soffre meno il sacrificio fatto per amor di Dio: quanto è meritoria agli occhi suoi! Gesù la comandava: Nella pazienza possederete le anime vostre. E
tu borbottando, adirandoti, che cosa ci guadagni?
3. Gradi della pazienza. Questa virtù conduce alla perfezione, dice S. Giacomo; ci conferisce il dominio su di noi, che sta alla base della propria formazione spirituale. Il 1° grado della pazienza consiste nel ricevere i mali con rassegnazione, perché siamo e ci consideriamo peccatori; il 2° nel riceverli volentieri, perché vengono dalla mano di Dio; il 3° nel desiderarli ardentemente, per amore di Gesù Cristo paziente. Tu a qual grado sei già asceso? Forse nemmeno al primo!
PRATICA. — Reprimi i moti di impazienza; recita tre Pater a Gesù.