UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

29° Febbraio

 

IL CUORE: benevolenza e dedizione 

 

Renditi affabile alla folla dei poveri, umiliati di cuore dinanzi all'anziano e dinanzi al grande abbassa la testa. Porgi senza annoiarti l'orecchio al povero, soddisfa il tuo debito e rispondi a lui con dolcezza e mansuetudine. Libera dalla mano del superbo colui che soffre ingiuria, e non sia ciò gravoso all'anima tua. Nel giudicare sii misericordioso qual padre verso gli orfani, e tieni luogo di marito alla loro madre, e tu sarai come un figlio obbediente dell'Altissimo ed Egli avrà compassione di te più d'una madre (Ecl. 4,7-11). 

 

1. Benevolenza. E' il fiore della carità. San Francesco di Sales ovunque passava col suo amabilissimo tratto apriva le anime alla confidenza e dava loro un lampo di felicità. La simpatia rende piacevoli le relazioni; ma suppone un'abitudine di pensieri benevoli nella mente. L'amabilità non può essere una ridicola vernice; deve procedere da «ben pensare e ben volere» ai fratelli. Dalla benevolenza alla cortesia vi è un solo passo. Dal cuore procedono le parole buone, i buoni desideri, la cortesia, la premura, la delicatezza. Il cuore cattivo all'opposto fruga in fondo per trovare difetti, e mettere a nudo miserie altrui. Ha istintivo bisogno di pensar male; e la sua gelosia gode di scoprire in altri dei falli, non sa quindi essere amabile; e lo sforzo per apparirlo è un'ipocrisia. Attorno a lui non vi è gaiezza: egli è anzi sfuggito da tutti come un uomo nocivo ed importuno. E' un freddo vento invernale; il suo soffio agghiaccia le anime. 

 

2. La dedizione. E' il dono generoso del buon cuore. Il buon cuore sa donarsi. Che cosa dona? Tutto: tempo, denaro, vita, sangue, ove occorra. Egli non calcola le sue ore; non è impaziente di congedare chi ricorre a lui; si dona per il tempo che gli è richiesto. Il suo denaro appartiene ai poveri ed alle opere: per sè ne usa solo secondo il bisogno e quasi con rammarico. Prodiga la sua vita e le sue forze verso chi chiede; si moltiplica per servire i fratelli; prenderebbe su di sè tutte le fatiche altrui; anziché rinunziare alle sue occupazioni addosserebbe anche le altrui. Nè risparmia il suo sangue: lo usa e ne consuma le energie con incessanti fatiche a cui lo zelo lo spinge. E' pronto a versarlo per una causa che gli è cara, o per un'amicizia che gli sta a cuore. Il buon cuore dà tutto: quanto è, quanto ha. All'opposto l'egoismo è il carattere distintivo del cuore cattivo: esso prende, invece di dare. Avaro del suo tempo, chiuso nelle sue abitudini, tratta come importuni e scaccia quelli che lo cercano o ricorrono a lui. Ha fissati i momenti in cui riceve: fuori di quelli appartiene solo a sè stesso. Accumula il suo oro, e qualche volta senza scrupoli riguardo alla giustizia ed agli ingenui che di lui si fidano. A quanti chiedono, risponde che le sue disponibilità sono finite. Mira ad economizzare forse anche con danno; vigila con gelosa cura sulla sua salute; si tiene al riparo da ogni pericolo; non conosce fatiche nè eroismi, generosità, nè fiducia nella Divina Provvidenza. L'egoista conosce, ama, serve soltanto sè medesimo.

 

ESAME. - Rileggendo questi segni del cattivo e del buon cuore, quali riscontro in me? 

 

PROPOSITO. - Farò in modo che le mie decisioni siano ispirate da benevolenza e dedizione. 

 

PREGHIERA. - O S. Paolo apostolo, che nella vostra carità vi siete fatto tutto a tutti, vogliate guardare anche a me così spesso egoista e indifferente per i mali del prossimo. Cambiatemi il cuore: risvegliate in me sentimenti di benevolenza, di carità, di dedizione. Fate il mio cuore secondo il cuore Vostro. 

 

 

FIORETTO: — Implora, con tre Pater, la grazia di potere sempre approfittare della divina Parola.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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