UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

21° Agosto

 

ZELO DI GESU' - VIII

 

E il Signore degli eserciti farà per tutti i popoli, in questo monte, un banchetto di carni grasse, un convito di vini prelibati, di carni grasse piene di midollo, di vini prelibati senza feccia (Is.25,6). 

 

1. Gesù esercitò lo zelo in varie forme: con l'esempio, la preghiera, la sofferenza, la parola, i Sacramenti, la conversazione privata, la Scrittura. L'esempio. La vita di Gesù fu una tacita, ma continua esortazione alla santità. Il Suo esempio era vero apostolato: Egli se lo era prefisso. Del resto il buon esempio è sempre apostolato. Gesù disse a tutti i Suoi seguaci: «Vedano le buone vostre opere e glorifichino il Padre vostro celeste» (Mt. 5, 16). Prefiggersi di dare buon esempio non è un'ambizione vana: è un dovere. Si vive in società e tutti ma particolarmente chi, in qualche maniera, è superiore, fosse pure solo di età, vi è più tenuto. E S. Paolo lo dichiara: «Imitate me come io imito Cristo» (1 Cor. 4, 26). All'ultima cena Gesù lavò i piedi ai discepoli; poi concluse: «Sapete che cosa vi ho fatto?» Gesù voleva far notare il fine della lavanda dei piedi; non l'atto che era evidente per se stesso: «Vi ho dato l'esempio affinchè come ho fatto io facciate anche voi» (Gv. 13, 15). Ugualmente: quanto Gesù fece dalla nascita alla morte aveva per fine di istruirci ed incoraggiarci: «Imparate da me» (Mt. 11, 29). 

 

2. La preghiera. Quest'apostolato Gesù lo esercitò per trentatrè anni; morì pregando; perpetua la Sua preghiera in cielo e nell'Eucaristia. La Sua preghiera era apostolica: mirava alla salvezza delle anime. Egli pregò prima di eleggere gli Apostoli; prima di compiere i più grandi prodigi; pregò perchè la fede di Pietro non venisse meno; perchè i crocifissori fossero perdonati. Nell'orazione dopo l'ultima cena, Egli, pregò per gli Apostoli, per la Chiesa, per quanti crederanno in Lui: «Santificali (Gv. 17,17), guardali dal male (Gv. 17,15)... che siano una cosa sola» (Gv. 17,21). L'orazione domenicale ci insegna a pregare in plurale, per tutti. Possiamo esercitare l'apostolato della preghiera privatamente oppure socialmente entrando nell'organizzazione apposita. 

 

3. La sofferenza. Gesù è pure l'apostolo del dolore, del sangue, del sacrificio. Mirò sempre alla salvezza delle anime nelle fatiche, nei dolori, nella passione: «Per la vita del mondo». E senza l'effusione del sangue non si compie la Redenzione. Nel Credo professiamo: «Per noi uomini e per la nostra salute discese dal cielo, si incarnò per opera dello Spirito Santo... fu crocifisso, mori e fu sepolto». S. Paolo dichiara che al primo apparire nel mondo Gesù si offri vittima in sostituzione delle insufficienti vittime dell'Antico Testamento; «Ecco, vengo... per fare, o Dio, la Tua volontà» (Eb. 10,9). Ed in questa oblazione siamo stati tutti salvati. 

 

ESAME. — Conosco bene gli apostolati della preghiera? dell'esempio? della sofferenza? Li esercito? con le mire e le disposizioni di Gesú Maestro? 

 

PROPOSITO. — Considererò che il Signore mi ha dato molti mezzi e molte vie per compiere la redenzione degli uomini. Di tutto dovrò rendere conto a Dio. 

 

PREGHIERA. — Vi contemplo, o Gesù Maestro, nella santità della Vostra vita, nelle indicibili Vostre sofferenze, lassù in cielo, «semper vivens ad interpellandum pro nobis». Quante industrie di carità, quanti gemiti, quante angosce per noi e per la nostra salute! «Vedendo la città pianse su di essa». Datemi, o Signore, la grazia di possedere i Vostri sentimenti; di partecipare al Vostro apostolato della preghiera, dell'esempio, della sofferenza. Che io salvi almeno qualche anima! 

 

FIORETTO. — Non offendere Dio con la lingua: recita il Te Deum (clicca).

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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