UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

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LA PENITENZA - VII 

 

Non diventate come il cavallo e il mulo che non hanno intelletto. Stringi con il morso e con la briglia le mascelle di coloro che non vogliono obbedire. Molti sono i flagelli del peccatore; colui che spera nel Signore è abbracciato dalla misericordia (Sal. 31,9-10)

 

1. Il penitente deve essere un docile ed umile figlio verso il padre dell'anima sua. Quattro sono gli uffici del confessore: ad essi corrispondono quattro doveri del penitente. Il confessore è giudice che deve conoscere l'anima, le disposizioni, i peccati. Il penitente si apra a lui con candore; mostri le sue piaghe, debolezze, desideri, risoluzioni; consideri che, per non cadere inesorabilmente nelle mani del Giudice eterno, deve rimettere la salute dell'anima al Suo ministro. Per non vedersi pubblicati i peccati nel giudizio universale è grande fortuna farli conoscere ad un uomo solo, amico, tenuto al segreto più assoluto. Nessuno è buon giudice in causa propria. 

 

2. Il confessore è padre che rappresenta la bontà dei Cuore di Gesù. Il figliol prodigo andò al padre con umiltà e con confidenza. Riconosceva il suo stato ed i suoi torti: «Ho peccato contro il Cielo e contro di te; non merito più il nome di figlio» (Lc 15,21). Conosceva, però, insieme, la bontà del padre e si rimetteva, si consegnava a lui perchè disponesse come credeva; inginocchiato diceva: «Ritienimi come uno dei servi (Lc, 15, 19). Nessuno ci ama come Dio: abbandoniamoci a Lui, che ci parlerà per mezzo del Suo ministro. Il confessore è medico. Al medico si fanno conoscere i mali e le cause; da lui, pi si attendono i rimedi e le cure, e si accettano. Nascondere il proprio male al medico è insipienza; lo si deve anzi aiutare fornendogli tutti i dati utili alla diagnosi. Così il penitente faccia conoscere gli uffici, le abitudini, le deficenze, le tendenze... Per questo è importante tenere ordinariamente un confessore fisso. Inoltre accettino i rimedi, anche se contrari ai propri desideri ed alle proprie convinzioni; risoluti di eseguire la cura prescritta con tutta fedeltà. 

 

3. Il confessore è maestro. Egli è per il fedele la verità, la via, la vita. Perciò il penitente ne ascolta le istruzioni; e tanto più volentieri in quanto sono secondo i particolari bisogni suoi. Una parola sola del confessore talvolta mette più luce in un'anima che una intera predica fatta alla comunità dei fedeli. Il confessore insegna i mezzi pratici per evitare la colpa e percorrere con coraggio e gioia la via della perfezione. 

 

ESAME. — Vado dal confessore con le disposizioni di figlio docile? umile? pio? fiducioso? 

 

PROPOSITO. — Nelle confessioni considererò il sacerdote non tanto sotto l'aspetto umano, quanto sotto l'aspetto soprannaturale. Tuttavia sceglierò il mio confessore fra tanti: che sia dotto: santo, prudente. 

 

PREGHIERA. — Gesù Maestro, Pastore buono, io Vi prego a dare santi confessori alle vostre anime. Siano confessori fatti secondo il Vostro Cuore: istruiti come li vuole la Chiesa, e pazienti secondo i bisogni delle anime. Siano giudici integri, padri amorosi, medici saggi, maestri nella vita e nella parola. Benedite il mio confestore: illuminatelo a conoscere i miei bisogni; fortificatelo a guidarmi con fermezza; mettetegli sulle labbra le parole che mi fanno del bene; consolatelo per le mie incorrispondenze; preparategli una bella corona in premio delle sue fatiche; e rendetemi docile alle sue cure perchè egli possa portarmi sempre più vicino a Voi. 

 

FIORETTO: — Tre Pater a Gesù per avere la perseveranza.

 

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