UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

1° Dicembre

 

LA PREGHIERA - I 

 

Non siete voi che avete eletto me, ma io ho eletto voi e vi ho destinati perchè andiate e portiate frutti e frutti duraturi, onde, qualunque cosa voi chiederete al Padre in nome mio, egli ve la concederà (Gv. 15,16). 

 

1. Il Signore vuole salvi tutti gli uomini, perciò a tutti dà la grazia di pregare. Essa è realmente il mezzo necessario agli adulti per ottenere la salvezza. Tutti ricevono dal Signore questo dono. Questa è dottrina della Chiesa: dobbiamo osservare i precetti di Dio che troviamo possibili; e pregare quando troviamo difficoltà. Per la grazia di Dio allora ogni cosa diventa possibile. S. Agostino dice: dei comandamenti alcuni sono facili ad osservarsi, e li dobbiamo osservare; altri sono difficili e dobbiamo pregare; allora potremo osservare anche questi. S. Alfonso scrive: I precetti si possono osservare tutti, almeno ricorrendo al gran mezzo della preghiera. Dio sapiente e buono non impone sulle nostre spalle pesi che non possiamo portare. Anzi, quando l'anima abbonda in preghiera, Dio abbonda in grazia; ed esperimenta che il giogo di Dio è dolce ed il Suo peso leggero. 

 

2. S. Paolo ci avverte: «Dio è fedele, e non permette che siate tentati sopra le vostre forze; ma dalla prova ricava vantaggio, soccorrendoci per superarla» (1 Cor. 10,13). S. Tommaso con S. Alfonso dice che la fedeltà di Dio sta appunto qui: nell'aiutare chi nella prova ricorre a Lui. Ben duri sarebbero i precetti divini, «presentare a chi ci ha percosso la destra, anche la sinistra; far del bene a chi ci perseguita; osservare perfetta continenza; obbedire a superiori cattivi ed ingiusti». Ma Gesù ha pregato nel Getsemani. S. Stefano ha pregato, S. Lorenzo ha pregato, i Santi hanno pregato, tante anime buone ogni giorno pregano; e compirono e compiono opere così eroiche ed impossibili alle umane forze. Dio comanda a tutti. Perciò dice San Giovanni Crisostomo: «Nessuno può essere scusato se cede al demonio, perchè ha cessato di pregare, mentre poteva continuare». S. Agostino soggiunge ancora: «Non è colpa ignorare ciò che non hai potuto apprendere; è colpa invece la negligenza nel pregare». Che significa il comando divino: «Picchiate, domandate, chiedete?» (Mt. 7, 7). E' certo che osserveremo la divina legge se realmente lo vogliamo, domandandolo sempre al Signore. Come per la vita naturale il Signore non ci offre la tavola imbandita, ma ci dà ogni mezzo per imbandirla; così per la vita soprannaturale ci offre ogni mezzo che dobbiamo adoperare con sollecitudine: Sacramenti, sacramentali, meditazioni, rosari, giaculatorie. 

 

3. Vi ringrazio, o Signore, per questo gran dono della preghiera, e comprendo le Vostre parole: Sperate nel Dio vostro. Sperate, o popoli tutti, nel Signore. Voi che temete il Signore, sperate in Lui. Perchè sperò in me, lo libererò, lo proteggerò, lo glorificherò. Sperate quella grazia che vi è offerta. Per la speranza furono salvati. Nelle promesse divine non vi può essere alcun dubbio. 

 

ESAME. — Corrispondo alla grazia che il Signore sempre mi dà di pregare? Prego con costanza o mi abbandono allo sconforto nelle difficoltà? Come spiego le cadute? 

 

PROPOSITO. — Sono certo che se voglio posso ottenere tutte le grazie necessarie e salvarmi; voglio conservare costantemente questa verità. 

 

PREGHIERA. — Credo quanto m'insegna La Chiesa, «Tutti devono riporre e collocare una fermissima speranza nell'aiuto del Signore». Tuttavia conosco che devo sempre temere la mia fragilità; ma appunto per questa ricorrerò con più costanza a Dio, perché la mia incostanza si muti in virtù della perseveranza. Mi assicurano le parole di S. Bernardo: «Considero le tre verità su cui poggia la mia speranza: la carità di adozione in figlio di Dio; la verità delle promesse divine; l'Onnipotenza di Dio nell'esaudire chiunque prega». 

 

FIORETTO: — Recita tre Ave Maria, con tre volte " Sia benedetta la santa ed immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Madre di Dio"; ascolta oggi le buone ispirazioni.

 

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