UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

4° Dicembre

 

LA PREGHIERA - IV 

 

Ma tu, anima mia, sta sottomessa a Dio, perchè da lui viene la mia fiducia; è lui il mio Dio, il mio Salvatore; la mia difesa: non sarò smosso. E' in Dio la mia salvezza, la mia gloria: egli è il Dio del mio aiuto: è riposta in Dio la mia speranza. Sperate in lui voi tutti che componete il popolo, effondete davanti a lui i vostri cuori: Dio è il nostro aiuto in eterno (Sal. 61,6-9). 

 

1. Il Signore ascolta sempre le preghiere ben fatte; nessuna preghiera, benché piccola, è vana. O il Signore darà quanto si chiede oppure darà di meglio. Come mai, però, in pratica molte preghiere sono inefficaci? Risponde S. Agostino: o perché chi prega è peccatore; si metta prima in grazia con una buona confessione. Oppure: perché si chiedono cose cattive, pericolose per l'anima: per esempio, ricchezze, di cui il Signore prevede che si farà abuso. Si chiedano la salvezza, la fede, il perdono dei peccati, la buona morte, ecc. Oppure: perché si prega male. Consideriamo per pregare bene tre condizioni specialmente: umiltà, fiducia, perseveranza. E' prima l'umiltà. L'umile è intimamente persuaso del suo nulla, della sua indegnità, ignoranza, infermità, povertà in ogni cosa; come sa che Dio è il tutto, è la misericordia, la grazia. Il pubblicano è il simbolo dell'umiltà: stava in fondo al tempio non osando avanzare; il capo chino picchiandosi il petto, dicendo: Signore, usate misericordia a questo peccatore. 

 

2. Dice il Salmo: «Il Signore ascolta la preghiera dell'umile» (Sal. 101,18). «Dio resiste ai superbi; agli umili dà la grazia» (1 Pt. 5,5; Gc. 4,6). Altrove nella Scrittura si legge: «La preghiera di chi si umilia penetra le nubi... e non ridiscende se l'Altissimo non l'avrà ascoltata: «Dio non tarderà ad esaudirla» (Ecl. 35,21). Dice il Signore: «A chi mi piegherò se non al poverello, al pentito, a chi mi teme? Il Signore è vicino ai tribolati, e ascolta gli interiormente». «Dio non rigetta il cuore contrito ed umiliato» (Sal. 50,17). I Niniviti in profonda umiltà, fecero penitenza alla predicazione di Giona; ed il Signore li risparmiò. Il pubblicano umiliato, tornò a casa giustificato; il fariseo superbo con una maggior colpa per la sua alterigia. Dice l'Imitazione di Cristo: Il Signore protegge e libera l'umile; consola ed ama l'umile; verso l'umile si piega con bontà; all'umile dà grande grazia; dopo la confessione lo innalza a gran de gloria; all'umile rivela i Suoi segreti; invita a Sè ed attrae l'umile all'umile comunica la grazia della devozione. 

 

3. Mediterò le parole di S. Giovanni Crisostomo: il pubblicano avendo accusati i suoi peccati, venne santificato; il fariseo avendo enumerato i tuoi meriti, restò a mani vuote. Vedi quale danno reca la compiacenza delle opere buone, e quale vantaggio dà l'umile accusa. E con ragione; chi ricordai propri meriti, esalta se stesso, e disprezza gli altri ed il fariseo non sarebbe arrivato a dire: «Io non sono come tutti gli altri uomini» (Lc. 18,11); se non avesse ricordato i suoi digiuni e le decime. Invece il ricordo dei peccati abbassa il concetto di noi medesimi, ritiene nell'umiltà e per mezzo di essa conquista la divina benevolenza. 

 

ESAME. - Come prego? In stato di grazia? Per chiedere cose di gloria di Dio? Od utili per la mia eterna salute? Nel pregare imito il fariseo od il pubblicano? 

 

PROPOSITO. - L'umiltà prepara il posto alle grazie; come la valle è il ricettacolo delle acque. Mi umilierò prima di cominciare l'orazione. 

 

PREGHIERA. - Signore, Voi avete creato il mondo per la Vostra gloria; e come potreste esaudire chi invece cerca la propria? Toglietemi, dunque, il mio cuore così superbo; e datemi un cuore umile. Io mediterò sempre le parole delta mia Madre Maria SS.ma: Dio riguardò il nulla della Sua serva... la Sua misericordia è sopra chi Lo teme.., rimanda a mani vuote i superbi di mente e di cuore; e riempie di beni gli umili. 

 

FIORETTO: - Recita nove Ave Maria per ottenere l'umiltà.

 

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