UN ANNO CON MARIA
27° Giugno
MARIA: NOSTRA AURORA
I Vangeli non ci parlano di una apparizione di Gesù risorto a Maria. In ogni modo poiché Ella fu in modo speciale vicina alla croce del Figlio, dovette avere anche una esperienza privilegiata della sua Risurrezione. Effettivamente, il ruolo corredentore di Maria non cessò con la glorificazione del Figlio. La Pentecoste ci parla della presenza di Maria nella Chiesa nascente: presenza orante nella Chiesa apostolica e nella Chiesa di tutti i tempi. Poiché è la prima — l'aurora — tra i fedeli, perché è la Madre che sostiene la preghiera comune. Maria continua ad essere la nostra aurora, la nostra primizia, la nostra speranza. Durante la sua vita terrena fu segno e caparra dei beni futuri; ora glorificata insieme a Cristo Signore, è immagine e compimento del regno di Dio. Ad esso ci chiama, in esso ci attende. È stata la prima a seguire Cristo, « primogenito tra molti fratelli » (cf. Col 1, 18). Elevata in corpo e anima al cielo, è la prima nell'ereditare pienamente la gloria. E questa glorificazione di Maria è la conferma delle speranze di ciascun membro della Chiesa: « Con Lui (con Cristo) ci ha risuscitato e ci ha fatto sedere in cielo con Lui » (Ef 2, 6). La Assunzione di Maria al cielo manifesta il definitivo futuro che Cristo ha preparato per noi, i redenti.
Giovanni Paolo II
MARIA CON NOI
Al Km 12 della Via Ardeatina, a Castel di Leva, fin dal 1740 si trovava un affresco posto sul torrione d'ingresso di un castello medioevale diroccato. Nella primavera di quell'anno un viandante che passava nei pressi del luogo fu assalito dai cani e fu salvo dopo aver invocato l'aiuto della Vergine. Il fatto ebbe vastissima eco e folle di pellegrini si riversarono in quell'angolo sperduto della campagna romana. Nei mesi seguenti si costruì una chiesetta senza pretese, in cui venne collocata l'immagine. Il luogo rimase tuttavia incustodito anche se continuarono i pellegrinaggi. Esso rifiorì nel 1930 quando il santuario fu affidato a don Umberto Terenzi, un giovane sacerdote pieno di fede e di entusiasmo. Durante la guerra l'immagine fu trasportata a Roma e ben presto accorsero presso di essa folle in preghiera. Nella chiesa di S. Ignazio dove essa era collocata, Pio XII fece un voto, a nome dei Romani, di emendare la propria vita e di costruire un nuovo grandioso santuario se la città fosse stata liberata dalle distruzioni nell'imminente battaglia tra Alleati e Tedeschi: era il 4 giugno del 1944 e la sera stessa i Tedeschi cominciarono ad evacuare Roma. Tornata l'immagine al Divino Amore, il santuario divenne meta di continui pellegrinaggi che perdurano tutt'ora.
CASTEL DI LEVA - Madonna del Divino Amore
PRATICA. — Fa una visita a Gesù; digli che ti rubi il cuore.
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