UN ANNO CON IL SACRO CUORE
9° Giugno
VISITE EUCARISTICHE: È IL DESIDERIO DELLE NAZIONI; È UNA MADRE E PIÙ CHE UNA MADRE; L'UOMO DEI DOLORI FERITO PER NOI
E noi l'abbiamo veduto e non era bello a vedersi e noi non avemmo inclinazione per lui. Dispregiato e l'infimo degli uomini, uomo di dolori e che conosce il patire. Egli è stato piagato a motivo delle nostre iniquità, è stato spezzato per le nostre scelleratezze. Il castigo, cagione di nostra pace, cade sopra di lui e per le lividure di lui siamo sanati (Isaia, LIII. 3).
1° Preludio. Gesù-Ostia era il desiderato delle nazioni. Egli ha per noi un cuore di madre, ed è stato schiacciato dalle sofferenze per i nostri peccati.
2° Preludio. Guadagnate finalmente il mio cuore, o mio Salvatore. Io ho sete del vostro amore.
1° PUNTO: Chi viene? E' il Signore desiderato ed atteso dalle nazioni. — Il patriarca Giacobbe lo diceva benedicendo il figliuolo Giuda: «Lo scettro non sortirà da Giuda, finchè non sia venuto colui che deve venire, e sarà il desiderato da tutte le genti» (Gen. XLI). Noi lo sappiamo, Israele attendeva il Messia, e tutti i popoli sospiravano un Salvatore. Noi lo possediamo questo Salvatore nel tabernacolo, e non andiamo a lui! E Gesù alla sua volta desiderava questa pasqua, nella quale si sarebbe comunicato a noi (S. Luca XXII). E desidera ancora ardentemente le nostre visite, le nostre comunioni: e noi, noi restiamo tiepidi. La nostra anima vuole, e non vuole; essa non ha che velleità (Prov. XXI, 25). Il Cuore di Gesù è assai rattristato per questo nostro contegno: egli vuole le nostre visite per accendere nei cuori il fuoco dei santi desideri. La mia anima è questa Gerusalemme descritta da Geremia (Lam. I) tutta desolata, devastata, senza energia e senza forza. Andrò al tabernacolo a ricevere gli effluvi della sapienza e della forza divina.
2° PUNTO: Chi viene? È il Salvatore che si dichiara nostra madre e più che nostra madre. — «Sion, diceva: Il Signore m'abbandona, e mi dimentica. — No, risponde il Signore, può forse una madre dimenticare il figliuolo, il frutto del ventre? E se anche una madre potesse trascurare il figliuolo, io non vi dimenticherò» (Isaia XLIX, 14). Noi abbiamo quindi nel tabernacolo una vera madre, e più che una madre. E perchè allora noi non andiamo con maggiore confidenza al Cuore eucaristico di Gesù? Chi sono io? Sono un bimbetto che ha bisogno d'essere allattato con latte regale; il Salvatore è qui per darmelo questo latte. Il profeta lo ha promesso: «Tu avrai il latte reale, e tu saprai che io sono il tuo Salvatore, il tuo Redentore, la tua fortezza» (Iaia LX). Io ho qui nel tabernacolo il pane dei forti, la manna che alletta e che nutre, se non trascuro questo banchetto, quest'alimento divino, crescerò certamente in forza ed in grazia. E' precisamente questa l'intenzione di nostro Signore. San Pietro dice: Desiderate come fanciullini, e gustate il latte spirituale, affinchè la grazia spirituale s'accresca in voi (I Ep. di san Pietro II. 2). Accrescete, ci dice san Paolo, fino allo sviluppo dell'uomo perfetto, affinchè non siate più come bambini senza volontà; compite i doveri per amore, affin di crescere incessantemente nel Cristo, che è il vostro capo. (Agli Ef. V, 13). Andrò dunque al tabernacolo ad attingere il latte della sapienza e lo spirito di carità nel Cuore del Cristo.
3° PUNTO: Chi viene? E' l'uomo dei dolori, ferito per noi. — Gesù ha conservato le stigmate: nel tabernacolo non soffre più, ma è ancora improntato dei segni dell'uomo dei dolori: è ancora l'agnello immolato ed offerto come vittima al Padre. L'apparenza del pane ci ricorda che è stato pestato come grano. Egli ha accettata quest'attitudine umile, questa vita nascosta sotto le apparenze dell'ostia, ed eccolo esposto a tutti i disprezzi, a tutte le dimenticanze, a tutti i sacrilegi. Che contrasto! Egli viene nell'anima mia tanto avida di comodità, nell'anima mia così nemica della croce, e che preferisce una corona di rose a una di spine: ma viene per insegnarmi la vita del sacrificio che conduce al cielo. Coloro che sono di Cristo, dice san Paolo, coloro che conoscono e che amano il Cristo, crocifiggono la carne con i vizi e le concupiscenze (Ai Gal.. V, 24). E dice ancora: «Io sono inchiodato alla croce insieme a Cristo; non vivo più, ma è il Cristo che vive in me, il Cristo crocifisso, umile, obbediente, staccato dalle creature» (Ai Gal. II, 19). Andrò ai piedi del tabernacolo per chiedere queste lezioni profonde al Cuor di Gesù..
Risoluzioni. — Non sarò più indifferente per il Salvatore che tutte le Nazioni attendevano; attingerò vicino a lui le grazie della salute; egli è per me come una madre, andrò con affetto filiale a nutrirmi del latte della grazia. Andrò all'uomo dei dolori per imparare il sacrificio, l'obbedienza, l'abnegazione.
FIORETTO. Recita tre Pater e Ave al Cuore di Gesù.
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