UN ANNO CON IL SACRO CUORE
8° Luglio
VIRTU' CRISTIANE E BEATITUDINI - PAZIENZA E PENITENZA
Beati coloro che piangono, perchè questi saranno consolali (S. Matt., V). Lo Spirito del Signore sopra di me mi ha mandato a curare quelli che hanno il cuore contrito, e a predicare l'anno del Signore e il giorno di vendetta per il nostro Dio; perchè io consolassi tutti quelli che piangono (Isaia, LXI, 1).
1° Preludio. Come Isaia aveva predetto, nostro Signore è venuto a consolare tutti quelli che versano buone lacrime d'umiltà e di penitenza.
2° Preludio. La mia anima è triste, Signore, causa i miei peccati e quelli dei miei fratelli che vi offendono, fatemi intendere una parola di consolazione.
1° PUNTO.: lacrime di contrizione. — Tutto ciò che vediamo dentro e fuori di noi non è che afflizione di spirito, tentazione e peccato. Piangiamo alla vista di tanti soggetti di lacrime; la nostra tristezza si rallegrerà in Dio, ed egli stesso asciugherà le lacrime (Fénelon). Piangiamo le colpe nostre, piangiamo le colpe dei fratelli, e piangiamole tanto più amaramente, quanto più essi vi sono insensibili; piangiamo sulle sofferenze che esse hanno causato al divino Agnello che è morto per noi. Certo non sono le lacrime di dispetto, d'amor proprio, d'invidia, di scoraggiamento, che hanno le promesse di beatitudine. Ma sono invece le buone lacrime della contrizione. Piangiamo sui peccati personali, sulla tiepidezza, sulle nostre ricadute costanti: piangiamo sui sacrilegi e le profanazioni eucaristiche, sulle bestemmie quotidiane del popolo, sulla crescente immoralità. Piangiamo sulle colpe che maggiormente contristano il Cuor di Gesù, sull'indifferenza e l'ingratitudine delle anime che ne dimenticano l'amore, che sperperano le grazie della vocazione, che sono insensibili alle chiamate e agli avvertimenti ripetuti della grazia. Procuriamo di compatire il Cuor di Gesù ed il Cuor di Maria, feriti, contristati, offesi.
2° PUNTO: Lacrime d'amore, d'apostolato, di zelo. — Vi sono pure lacrime ispirate dallo spirito apostolico, dallo zelo. Tali furono le lacrime di Gesù alla vista di Gerusalemme che resisteva alla grazia; tali furono anche le lacrime alla vista del nobile giovanetto che trascurava la vocazione per l'attaccamento alle ricchezze. Versiamo quindi lacrime di pietà figliale sulla santa Chiesa nostra Madre, perseguitata e sconosciuta, sul Vicario di Gesù Cristo, nostro Padre, calunniato e vituperato, spogliato e moralmente incatenato.. Versiamo lacrime supplichevoli per i prodighi sperduti, lontani dalla casa paterna, lontani dal focolare divino della penitenza e dell'Eucaristia; per i figliuoli che le leggi massoniche rapiscono al nostro zelo ed al Cuore di Gesù Cristo; per le anime scandalizzate dalla persecuzione odierna; per gli stessi persecutori, per i quali chiediamo vivamente la conversione. Vi sono poi lacrime d'amore che piacciono in modo tutto particolare al Cuor di Gesù: «Vorrei morire, diceva san Paolo, e andare a Gesù Cristo» (Ai Filip. I, 23). Queste sono le lacrime dell'esiliato lontano dalla patria sua, del figliuolo lontano dal Padre celeste. «Vi sono, diceva Bossuet, le lacrime dell'anima vedova dello Sposo, sola sopra questa terra, non avendo niente, poiché ella crede proprio di nulla avere quando non ha il suo Dio che attraverso alle ombre. Ed essa dice: Oh, venite, venite ad asciugare le nostre lacrime, i nostri pianti!». Vi sono lacrime d'amore e di riconoscenza. «Che potevate fare, Dio mio, per noi, per me, e che non abbiate fatto? Avreste potuto nascere più povero, più umile, soffrire più crudelmente, morire più ignominiosamente? Avreste potuto immolarvi più totalmente, più totalmente darvi nell'Eucaristia? Avreste potuto prometterci un cielo più bello, una felicità più grande, un'eternità più gloriosa? Ah, grazie! grazie!».
3° PUNTO: La consolazione. — Essa comincia sulla terra. E' ispirata dalla fede, e nelle pene, nelle sofferenze, nelle prove è una vera consolazione il pensare che la pazienza ci cancella le mancanze, e ci prepara grazie ed una ricompensa sempre crescente. La pazienza è incoraggiata dall'esperienza, dice san Paolo; una leggera sofferenza prepara una grande ricompensa (II Cor. IV, 17). — Se noi soffriamo, se moriamo con Gesù, dobbiamo pensare che egli ci ha detto molte volte che risusciteremo, e saremo glorificati con lui (Rom. VIII, 17). Questa santa speranza dà una vera gioia, un principio di beatitudine celeste alle anime che sono generose nella sofferenza: «Sia benedetto il Padre delle misericordie e il Dio di tutte le consolazioni, dice san Paolo; egli ci consola nelle tribolazioni, affinchè alla nostra volta possiamo consolare quelli che sono nelle angosce mediante gli stessi motivi d'incoraggiamento che Dio ci dà; poichè a misura che le sofferenze del Cristo abbondano in noi, il Cristo fa abbondare in noi la consolazione» (II ai Cor. I, 3). Ma la consolazione definitiva sarà in cielo: «Dio, dice san Giovanni, asciugherà tutte le lacrime degli eletti» (Ap. VII, 17). Non si faranno più questioni nè sulle incomodità della terra, nè sulla fame, nè sulla sete o sulle intemperie; ma l'Agnello che vi regna provvederà a tutto, ed aprirà a tutti le sorgenti della vita e della gioia (Ap. VII e Isaia XLIX).
Risoluzioni. — La pazienza e la penitenza sono quaggiù sorgenti di gioie celesti e anche di dolci consolazioni soprannaturali. Voglio piangere le colpe, voglio piangere sulle sofferenze del Cuor di Gesù; farò sovente la Via Crucis. O Maria, o madre mia, ottenetemi la grazia di piangere con voi ai piedi della croce. Mi abituerò ad amare e praticare la pazienza e la penitenza.
FIORETTO. — Signore, prima morire che peccare; sette Gloria Patri allo Spirito Santo per avere i suoi doni.
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