UN ANNO CON IL SACRO CUORE
8° Novembre
DEVOZIONE GELTRUDIANA - IL SANTO UFFICIO
E cantavano un nuovo cantico dicendo: Degno sei tu, o Signore, di ricevere il libro e di aprire i suoi sigilli, poichè sei stato scannato, e ci hai ricomprati a Dio con il sangue tuo di tutte le tribù, e linguaggi, e popoli, e nazioni (Apoc., V, 9).
1° Preludio. Il canto nuovo è quello che loda il Sacro Cuore, da cui è colato il sangue della redenzione.
2° Preludio. Aiutatemi, Signore, a cantare sempre il cantico nuovo mediante l'unione con il Sacro Cuore nelle preghiere ed in particolare nella recita del Santo Ufficio.
1° PUNTO: La lira divina. — Nostro Signore è il corifeo di tutte le lodi offerte a Dio dagli angeli, dai santi e dai giusti. Santa Geltrude lo vide nella umanità, ritto alla presenza dell'adorabile Trinità che offriva i nostri deboli sforzi nobilitandoli lui stesso per farne degno olocausto a quest'ineffabile Trinità. Nostro Signore offriva il dolcissimo e preziosissimo Cuore come una lira, dalla quale risuonavano davanti a Dio tutte le pie preghiere, tutte le parole che si cantavano in quella festa. Il canto delle religiose senza devozione sembrava produrre solamente un sordo mormorio di corde inferiori; ma il canto di quelle che volevano lodare con vera pietà la Santissima Trinità, sembrava far risentire sul sacratissimo Cuore di Gesù Cristo, come sulle corde più sonore, un cantico soave e melodioso. Beati i sacerdoti, i religiosi, i cristiani che sanno valersi del Cuor di Gesù per cantare inni di gloria alla Santissima Trinità. Le nostre preghiere non sono state fin qui troppo discordanti con la lira divina? (IV, 41).
2° PUNTO: Il Sacro Cuore supplisce all"imperfezione delle nostre lodi. — Santa Geltrude vedeva con tristezza che purtroppo l'assalivano distrazioni, per cui nostro Signore volle consolarla. Le presentò con le proprie mani il suo Cuore divino dicendole: «Ecco davanti agli occhi della tua anima il mio dolcissimo Cuore, l'organo dell'adorabile Trinità. Tu gli affiderai con confidenza tutte le preghiere, affinchè egli supplisca alle tue imperfezioni. Come un servo fedele è sempre pronto a far la volontà del padrone, così il mio Cuore sarà, d'or innanzi sempre a tua disposizione per riparare ad ogni momento tutte le negligenze» (III, 25). La cara santa trovava indegno che il Cuore del Signore, il più prezioso tesoro della divinità, l'assistesse, lei così debole, come un servo agli ordini del padrone, per supplire a tutte le infedeltà. Ma nostro Signore le spiegò così il suo pensiero: «Se tu avessi una voce flessibile e sonora, non saresti felice di sostituirla ad una voce sgradevole? Ebbene! questo avviene del mio divin Cuore; esso conosce la debolezza e l'incostanza dell'uomo, e desidera con un ardore incredibile che tu l'inviti, almeno con il pensiero, o con qualche segno, a rimpiazzarti e ad eseguire per te ciò che da sola tu sei completamente incapace di fare». O Cuore sacratissimo! Noi non rifiuteremo i vostri servigi! Venite dunque a supplire a tutto ciò che è imperfetto nella recita delle nostre preghiere e del nostro ufficio. Cerchiamo dunque di pregare e di recitare l'ufficio con il fervore di santa Geltrude: invitiamo anche nostro Signore a supplire alle nostre imperfezioni; e come le preghiere di santa Geltrude anche le nostre uscendo dal labbro e dal cuore si slanceranno come una freccia verso il Cuore di Gesù per penetrarlo profondamente e farne scaturire la grazia per noi e la gloria per i santi.
3° PUNTO: Preghiera al Sacro Cuore. — Dio del mio cuore, caro oggetto dei miei voti, nella vostra sovrabbondanza infinita, ammettete fin da questo momento una nota nuova nelle melodie che sfuggono dal vostro Cuore per esprimere la mia indegna lode, il mio impotente ringraziamento! Che questi accenti nuovi inseriti nel vostro armonioso cantico siano l'omaggio che io vi devo in contraccambio dei benefici, per avermi creato, redento, eletto e ritirato dal mondo. Confermate anche il mio amore per voi in questa melodia. Quest'amore, stringetelo così strettamente con un nodo, che la mia anima sia incessantemente trasportata, pensando a voi, anche in mezzo alle prove ed alle miserie di questo esilio» (Eserc. VI). O mio Dio e mio Re, consacrate il mio essere e la mia vita alla vostra lode ed alla vostra gloria. La mia anima in tutti i pensieri, in tutti i movimenti, in tutte le parole e le opere vi glorifichi in ciò che ha di più intimo; che il corpo, nell'essenza e nell'energia sia pure consacrato al vostro amore: ora non è che una prigione per la mia anima, che aspira ardentemente, a voi, o Dio, sorgente della vita... Fatemi provare gli effetti della vostra bontà, anche nell'esilio, ma soprattutto ricevetemi nel vostro Cuore divino nell'ora della morte: In quel punto, e sull'altare d'oro di questo divin Cuore io brucerò l'incenso che voi amate, l'incenso dell'anima, e mi immolerò con gioia, in cambio di tutti i benefici di cui mi avete colmato.
Risoluzioni. — Divin Cuore di Gesù, faccio un patto con voi: prendete le mie preghiere, e supplite con la sovrabbondanza alle imperfezioni. Vi ricorderò molto sovente questa domanda: aiutatemi. Vi raccomanderò fedelmente tutte le preghiere.
FIORETTO: — Recita un De profundis (clicca) per l'Anima più devota di Gesù e di Maria.
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