UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

27° Novembre

 

SULLA VIGILANZA 

 

Quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa, nemmeno gli Angeli del cielo, eccetto il solo Padre; e come fu ai tempi di Noè così sarà ancora, quando verrà il Figlio dell'uomo, perché (come allora) gli uomini, se ne stavano mangiando e bevendo... Vegliate dunque, perché non sapete a che ora stia per venire il Signor vostro (S. Matteo, XXIV, 36). 

 

1° Preludio. Nostro Signore concluse lui stesso il discorso con un'esortazione alla vigilanza. 

 

2° Preludio. Signore, fate che io non meriti il rimprovero di non aver potuto vegliare un'ora con voi. 

 

1° PUNTO: Bisogna vegliare per imitare nostro Signore e seguirne i consigli. — Nostro Signore dopo averci esortati al timore filiale ed alla confidenza, ci raccomanda anche la vigilanza. È la bontà del Cuore che lo spinge, e lo fa per nostro interesse e per nostro amore, ma anche nell'interesse della gloria del Padre suo. Non ha forse egli dato l'esempio della vigilanza più assidua? Quando il demonio è venuto a presentargli le tentazioni al deserto, che faceva Gesù? Vegliava, e pregava. Così non ebbe che ripetere al demonio qualcuno dei pensieri che aveva meditato: «Sta scritto: L'uomo non vive di solo pane. «Sta scritto anche: Non tenterai il Signore, Dio tuo». — «Sta scritto: Adorerai il Signore, Dio tuo, e non servirai che a lui». E noi pure avremo sempre una risposta pronta per il tentatore, se avremo l'abitudine della vigilanza e della preghiera. I santi Vangeli non ci dicono forse quanto fossero abituali in nostro Signore la vigilanza e la preghiera? «Se n'andò in un luogo deserto, e vi pregava» (S. Marco I, 35). «Si ritirò sopra una montagna, e vi prolungava la preghiera durante la notte» (S, Matteo XIV, S. Luca VI). La vigilanza di David era stata figura di quella del Salvatore: «Ho vegliato, diceva il salmista, e mi son tenuto solitario come un passero» (Salmo CI). Nel giardino dell'agonia, nella lotta suprema contro la debolezza della natura umana, non è forse alla vigilanza che egli ha chiesto la vittoria? Ha vegliato, ed ha pregato con perseveranza attraverso tutte le angosce e tutte le prove del timore e dello spavento, ed ha trovato in questa vigilanza la forza e la consolazione. Vi ha poi attinto la risoluzione coraggiosa d'affrontare la morte per la nostra salute. In questa stessa circostanza non è la vigilanza che egli raccomanda agli apostoli, come il mezzo di fuggire alle tentazioni ed allo scoraggiamento? «Vegliate e pregate, e non entrerete in tentazione». li rimproverava di non essere perseveranti nella vigilanza e nella preghiera: «Non avete dunque potuto vegliare un'ora con me?» — La vigilanza era la disposizione abituale del Cuore di Gesù. Bisogna dunque vegliare, e vegliare con Gesù. E Gesù lo ha raccomandato anche attraverso diverse parabole: Quella del Padre di famiglia che si guarda dai ladri... Quella delle Vergini sagge e delle Vergini stolte, in cui la salvezza è la ricompensa della vigilanza. 

 

2° PUNTO: Bisogna vegliare per accontentare nostro Signore e salvare l'anima nostra. — Vegliamo dunque per accontentare nostro Signore e per rallegrare il suo Cuore, per ricordarci di lui che è nostro amico, per servirlo fedelmente e delicatamente. Vegliamo per salvare l'anima, alla quale nostro Signore tiene tanto. Vegliamo se amiamo nostro Signore, per conservare la sua presenza nell'anima e l'unione con il suo divin Cuore. La sua grazia, la sua amicizia non sono forse i doni più preziosi? Non è strano che tutti gli uomini siano così zelanti e così vigilanti per gl'interessi temporali, per soddisfare l'avarizia e l'ambizione, e che lo siano così poco per acquistare e conservare il più prezioso dei tesori, la grazia, l'amicizia di nostro Signore, la sua presenía nell'anima loro? Vegliate, perchè siete circondati da pericoli da parte del demonio, pericoli da parte delle creature, pericoli da parte delle passioni. Ascoltate san Pietro che aveva conosciuto le gravi conseguenze della mancanza di vigilanza: «Fratelli miei, siate sobri, e vegliate, perchè il vostro nemico, il demonio, vi gira attorno come un leone per divorarvi. Resistetegli restando fermi nella fede e nella carità» (S. Pietro V). 

 

3° PUNTO: Come bisogna vegliare. — In pratica come veglieremo noi? — Non addormentandoci su nessuno dei doveri. Non perdonandoci neanche la perdita d'un solo minuto di tempo. La vigilanza si estenderà poi sui pensieri, sui sentimenti, sulle parole, sulle azioni. Cerchiamo di divenire vigilanti come era il re David, il quale poteva dire: «Dio mio, io veglio fin dallo spuntare del giorno per pensare a voi; aspiro a voi, la mia anima arde d'una sete ardente di voi, i sensi stessi sono sotto l'impressione della vostra presenza» (Salmo LXII). Ed ancora: «Dimentico perfino di mangiare il mio pane per pensare a voi, e veglio la notte per meditare le grandezze e recitare le vostre lodi» (Salmo CI). Però a quale altezza di virtù s'è elevato questo santo re grazie alla vigilanza! Domandiamo come lui questa virtù, giacchè sentiamo che ci manca: «La mia anima s'è addormentata nella tiepidezza, fortificatemi, Signore, con le vostre parole» (Salmo CXVIII). «Io dormo, ma il cuore veglia», dice la Sposa del Cantico, cioè anche fra le occupazioni comuni, riposo, lavoro, mi cibo, mi mantengo, sempre sotto l'impressione della presenza di Dio. «Il saggio abbandona il cuore alla vigilanza fin dal mattino» (Eccl. XXXIX). Bisogna che anche noi ci abbandoniamo, ci attacchiamo alla vigilanza con il pensiero e con il cuore. 

 

Risoluzioni. — Vegliare fin dal mattino. Vegliare e pregare. Vegliare sui propri pensieri, sulle parole, sulle opere. — «Vegliate, dice sant'Agostino, con la fede, con il cuore, con le opere» (De Verbo Dei). Vegliamo come amici, come discepoli del Cuore di Gesù. 

 

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