UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

29° Novembre

 

SULLA FUGA DEI PIACERI E DELLE CURE DI QUESTA VITA

 

Vegliate sopra voi stessi, onde non avvenga che siano i vostri cuori depressi dalle crapule e dalle ubriachezze e dalle cure della vita presente: e repentinamente vi venga addosso quella giornata (S. Luca, XXI, 34). 

 

1° Preludio. Nostro Signore ci mette in guardia contro un grave pericolo, che potrebbe compromettere la nostra salute: l'amore dei piaceri sensuali e le sollecitudini del secolo. 

 

2° Preludio. Signore, fate che io abbia il gusto delle cose del cielo e non di quelle della terra. 

 

1° PUNTO: L'abnegazione e la mortificazione ci salveranno dalle insidie del mondo. — Nostro Signore vuole, ad ogni costo, salvare le anime; è questa la grande cura del suo divin Cuore, ecco perchè, dopo averci ispirato un timore salutare ed averci incoraggiati alla confidenza, alla vigilanza, alla fedeltà, vuole ancora metterci in guardia contro i pericoli del cammino. Il desiderio del suo Cuore è sempre quello d'introdurci nel suo regno mediante un giudizio favorevole. Consiste in questo, infatti, l'insegnamento ordinario di nostro Signore: molte volte nel santo Vangelo ci mette in guardia contro il demonio e le seduzioni del nemico, e si serve di parabole e d'esempi per convincerci, come la parabola dei due padroni, quella del ricco malvagio ecc. Finalmente ha penetrato così bene gli apostoli di questo pensiero che coloro che ci hanno lasciato documenti scritti, l'hanno ripetuto in tutte le epistole. I pericoli vengono dal mondo, dalle abitudini e dalle seduzioni. Il rimedio è nel distacco, nello spirito di povertà e di abnegazione, di cui nostro Signore ha dato l'esempio dal presepio al calvario. Ha egli forse fatto qualche concessione al mondo, quando ha scelto i rifiuti e la povertà di Bettemme, l'esilio e lo spogliamento dell'Egitto, il lavoro umile e rude dell'adolescenza, le persecuzioni della vita pubblica, le sofferenze della Passione? Nostro Signore ha insegnato sovente la penitenza, l'abnegazione, la mortificazione. Ha dichiarato che solo queste erano le condizioni per camminare dietro di lui e per esserne discepolo. Poteva forse essere più formale? 

 

2° PUNTO: Stacchiamoci dalle sollecitudini della vita. — Quante raccomandazioni ci ha mai fatto nostro Signore, affinchè non c'ingolfassimo nelle cure del mondo, ma conservassimo lo spirito libero d'andare a lui. «Voi non potete, ci ha detto, servire ad un tempo due padroni, Dio e l'avarizia» (San Matt. VI, 25). «Date quindi a Dio, innanzi tutto, tutto ciò che dovete dargli, Egli poi vi aiuterà in tutto il resto» (S. Luca XII, 31). Per i bisogni della vita stessa, dopo aver compiuto i doveri, abbandonatevi alla sollecitudine del Padre celeste; egli si prenderà cura di voi. Ricordatevi la parabola del seminatore: la semenza è la parola di Dio. Là, dove le cure della vita assorbono le anime, la semente cade in un campo infestato dalle spine. Ricordiamoci anche il rimprovero che nostro Signore fece a Marta a Betania: «Marta, Marta, tu ti agiti troppo, e ti turbi troppo». Gli apostoli sono stati talmente penetrati da questo insegnamento, che l'hanno ripetuto in ogni pagina delle epistole. San Pietro per primo: «Vi scongiuro di guardarvi dalle insidie della carne, le quali si oppongono al bene dell'anima» (I Petr. II, 11). E san Giovanni: «Non amate il mondo e le cose del mondo: voi non troverete in essi che concupiscenza ed orgoglio» (San Giovanni II, 15). E san Giacomo: «L'amore del mondo è contrario all'amor di Dio» (San Giac. IV, 4). Ascoltiamo finalmente S. Paolo: «Cerchiamo le cose del cielo, e non quelle della terra» (Ai Colos. III). «I discepoli del Cristo crocifiggono la carne» (Ai Gal. v). «Portiamo sempre nel corpo la mortificazione del Cristo, affinchè la vita di Gesù si manifesti in noi» (Ai Cor. IV, 20). Bisognerebbe citare tutto san Paolo. Non è giusto che noi riserviamo a nostro Signore la parte migliore dello spirito e del cuore? Se noi andiamo a lui con uno spirito distratto, con un cuore appassionato per le cose della terra, sarà egli forse soddisfatto? Ma colui che vuol vedere nell'amor di Gesù il miglior tesoro, non ne godrà poi le preferenze? Diciamo con sant'Agostino: «Ogni ricchezza che non sia Iddio, è per me la povertà» (Med. 18). 

 

3° PUNTO : Le anime favorite dalle grazie, i religiosi, i sacerdoti, devono mostrare maggiormente generosità. — Questi sono, in modo particolare, gli amici, i confidenti del Cuore di Gesù. Essi devono riprodurre più esattamente la vita di nostro Signore; devono riservargli più fedelmente lo spirito ed il cuore; devono tenersi più intimamente uniti al suo divin Cuore. Tutte queste anime si nutrono tanto frequentemente della carne, del sangue, dell'anima, della sua divinità! Devono essere altrettanti Gesù: devono vivere in lui, ed Egli in essi. Se sono assorbiti dalle preoccupazioni mondane, se ricercano la buona tavola, le conversazioni del mondo, se si affannano per la buona riuscita degli affari temporali o la soddisfazione dell'amor proprio, come sapranno pregare? Che diventeranno le meditazioni? Al santo altare non faranno a nostro Signore l'affronto di parlargli senza fare attenzione a ciò che gli dicono? Durante l'avvento particolarmente noi dobbiamo fuggire le dissipazioni. mondane; dobbiamo darci alla preghiera, al raccoglimento, al silenzio, alla meditazione, per prepararci alle grandi grazie del Natale. 

 

Risoluzioni particolari: conservare il raccoglimento; Non occuparsi inutilmente delle cose del mondo; Osservare la temperanza e la mortificazione; Imitare il distacco del Cuore di Gesù. 

 

FIORETTO: — Recita nove volte: Sia benedetta la santa ed immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Madre di Dio; fissati una virtù da praticare in tutta la novena.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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