UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

14° Dicembre

 

LA SOLITUDINE ED IL RITIRO

 

Sotto i pontefici Anna e Caifa, il Signore parlò a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutto il paese intorno al Giordano, predicando il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati. Conforme a quanto sta scritto nel libro dei sermoni di Isaia profeta: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore... (S. Luca, III, 2). 

 

1° Preludio. S. Giovanni Battista chiama gli uditori nel deserto, cioè, nella solitudine e nel ritiro. 

 

2° Preludio. Signore, datemi il gusto del silenzio e del ritiro, specialmente per prepararmi alle grazie delle prossime feste. 

 

1° PUNTO: Invito alla vita solitaria e ritirata. — Non è a Gerusalemme, e neppure nelle altre città della Giudea che il Precursore predicò la penitenza, ma nel deserto. Nel silenzio del deserto si è più raccolti, si ascolta con maggior attenzione. Lo Spirito di Dio si comunica più intimamente al predicatore per ispirargli ciò che deve dire, ed all'uditore per insegnargli ciò che deve fare. Ritiriamoci dunque più che possiamo nella solitudine e nel silenzio, per prepararci alla nascita del Desiderato da tutte le nazioni. Riserviamoci in questi giorni un tempo maggiore da passare nel segreto della cappella. Ricordiamoci il consiglio che nostro Signore ha dato ai discepoli: «Chiudete la porta, e pregate il Padre vostro nel segreto» (San Matt. VI, 6). Entriamo nell'oratorio per essere più raccolti, e là pensiamo alla felicità che attendiamo, desideriamola ardentemente, e preghiamo, affinché il Padre celeste che ci vede raccolti e supplicanti, ci accordi ciò che noi domanderemo. E' a questa condizione solamente che noi riceveremo abbondantemente i doni della scienza celeste. Occorre infatti per questo che l'anima parli a Dio, e che Dio parli all'anima. L'anima non parlerà mai meglio a Dio che nel ritiro. Là essa può pensare facilmente alle colpe per rimpiangerle, ai bisogni per manifestarli nella preghiera, alla vocazione, alla missione per penetrarsene, per prenderne lo spirito. Ed è pure là che nostro Signore parlerà con le ispirazioni e con la grazia. Egli conduce un'anima nella solitudine per parlarle al cuore. E' geloso delle anime, di cui è lo sposo, e vuol esser solo con loro. E' nemico del rumore e del tumulto: la sua voce che non è fatta che per gli orecchi del cuore non può essere intesa fra i rumori del mondo. Il linguaggio del mondo dissipa l'attenzione che si deve al linguaggio di Dio. 

 

2° PUNTO: Preferenze di Dio e di nostro Signore per la solitudine ed il ritiro. — Già nell'antica legge Dio aveva manifestato preferenze per la solitudine. E' nel deserto che egli ha dato la manna celeste e l'acqua viva della roccia al popolo eletto: lo stesso farà per il nutrimento spirituale delle anime nostre. E' nella solitudine, come nota Geremia, che il solitario impara a riposarsi in Dio solo, innalzandosi al disopra di se stesso. E' pure nel deserto e nella solitudine che nostro Signore attirava i popoli per nutrirne le anime della parola divina, senza dimenticare di far prodigi per il nutrimento dei corpi. E' ancora nel ritiro d'un'alta montagna che egli condusse i discepoli prediletti per manifestar loro la sua gloria, così pure sulla montagna egli amava ritirarsi per pregare. Non ha dato fin dalla nascita l'esempio di questa preferenza per il ritiro? E' uscito da Nazareth ancor prima di nascere. Ha abbandonato Betlemme, città ingrata, per la durezza degli abitanti quantunque fosse della stessa razza e della stessa tribù; si è ritirato in una stalla abbandonata per nascere sul fieno in questa triste solitudine, nel cuor della notte e della stagione più rigida, senza soccorsi e senza compagnia. E questo non vuol dir cominciar fin dalla nascita la vita solitaria? E' fuggito in Egitto quasi subito dopo la nascita per condurvi una vita nascosta e vivervi sconosciuto da tutti durante i primi anni della vita mortale. A Nazareth visse ancora come in un ritiro continuo. E noi possiamo dire che l'amiamo, e che ne seguiamo le tracce, se non amiamo il ritiro? 

 

3° PUNTO: I santi hanno amato la solitudine ed il silenzio. — Maria e Giuseppe hanno praticato con nostro Signore l'amore della solitudine e del ritiro. I suoi più ferventi amici di tutti i secoli hanno cercato la solitudine ed il ritiro nei deserti o nei chiostri; oppure, se la vocazione apostolica li obbligava a dedicarsi alle anime, essi si riservavano giorni e momenti favorevoli per unirsi più intimamente a nostro Signore. — Sant'Agostino faceva perfino due mesi di ritiro, Sant'Ignazio è il maestro del ritiro sia per gli esempi, sia per gl'insegnamenti. San Francesco d'Assisi si ritirava frequentemente nella solitudine, San Bernardo si lamentava d'esserne tolto troppo sovente, san Francesco di Sales raccomandava il ritiro, e ne dava le regole. Sono questi i nostri modelli. Nostro Signore non ha espresso anche tutta la necessità e tutto il prezzo del ritiro all'apostolo del suo Cuore, a S. Margherita Maria? «L'anima, la più silenziosa, sarà la meglio istruita dal mio Cuore; la più spogliata e denudata di tutto lo possederà maggiormente. L'anima silenziosa potrà conversare con lui, amarlo, esserne riamata». E la Santa si compiaceva nell'unirsi al Cuor di Gesù nell'Eucaristia, dove nostro Signore continua la vita di ritiro, di solitudine e di silenzio che ha tanto amato durante la vita mortale. E noi abbiamo l'amore del ritiro? 

 

Risoluzioni. - Sono confuso, Signore, di avervi così frequentemente abbandonato per occupazioni inutili e per futilità. Voglio essere più assiduo vicino a voi, sia ai piedi del tabernacolo, sia nella solitudine: e nel ritiro del mio cuore. Datemene la grazia, aiutate la mia debolezza, guarite la mia leggerezza, attraetemi per mezzo degl'incanti del vostro Cuore. 

 

FIORETTO: - Fissati un confessore stabile; apri interamente il cuore a lui. Sei tranquillo sulle tue confessioni?

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria CLICCA QUI

 

 

CAPPELLINA

 

 

 

 Sito versione Desktop