UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
5° Marzo
Il castissimo Sposo
I. — Modestia angelica. — La Chiesa, volendo lodare con benedizione Giuseppe, ha preferito attribuirgli sopra ogni altro il titolo di castissimo, sì come quello che più emerge in Lui, quasi la sua caratteristica, nei rapporti con Maria. Penetriamo per un tratto tra le pareti della casa di Nazaret, osserviamone gli svariati punti di contatto con la purissima fra le Vergini, e nella conversazione, e nella mensa, e nel riposo, e nella gioia, e, nel dolore, e nelle diverse situazioni familiari. Quale stupenda visione! Senza una grazia speciale e senza una virtù più che eroica, sarebbe inspiegabile tale intimità di convivenza nuziale, unica nel suo genere, scintillante di una purezza celestiale, mai più vista. Giuseppe, nella sua condizione, non si trova imbarazzato, ma è di una disinvoltura ingenua, frutto della grazia che lo ricolma. Nessuna nube gli turba il pensiero o l'immaginazione, nessuno sguardo men che modesto, nessuna parola o atteggiamento men che pudico. Anche nelle situazioni più difficili e più delicate, Giuseppe conserva imperturbato il suo candore: sta dinanzi a Maria con quella riverenza che si deve al Signore, al tempio dello Spirito Santo. La casa di Nazaret è uno sprazzo di cielo, dove nulla entra di contaminato. Pieni di profonda ammirazione e venerazione, inchiniamoci dinanzi a un simile quadro magnifico, e cerchiamo di ritrarne, con l'aiuto di s. Giuseppe, le linee più adatte al nostro stato. Una riservatezza di tratto, congiunta a un'abituale modestia e ad una delicata custodia dei sensi, ci metterà al sicuro da ogni pericolo di macchiare la bella virtù.
II. — Caste delizie. — Una delle basi, che rende soave l'esercizio della purezza è il voto che si offre al Signore. Per mezzo del voto, la castità passa dal dominio del timore a quello dell'amore, dalla reale necessità a una spontanea e generosa donazione. È una giusta presunzione che Giuseppe abbia fin dai giovani anni consacrato al Signore la sua verginità, confermata anche dall'insegnamento dei padri della Chiesa. Non poteva accadere altrimenti per colui che doveva essere accolto come sposo della più pura fra le vergini, di Colei che è designata la Vergine per eccellenza. In compagnia di Lei, l'entusiasmo per la purezza toccò il colmo. Egli si sentiva trasportato in mezzo agli angeli, in una regione celestiale, dove si rifletteva il candore della luce divina. Era quello in grado sommo il premio promesso ai puri di cuore. Beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio. La virtù che sopra ogni altra merita le consolazioni del Signore è la purezza, sì come quella che, per amor di Lui, rinunzia alle gioie sensibili. È un'anticipata beatitudine, riservata ai puri di cuore, che perciò son detti beati. Per quanto Giuseppe fosse messo alla prova d'incessanti tribolazioni, il suo spirito nuotava sempre in un oceano di celestiali delizie, per la sua fiducia in Dio.
Fioretto: Fare una mortificazione corporale, in riparazione di tutte le violazioni, con cui si offende la bella virtù.
Giaculatoria: Giuseppe castissimo, prega per noi.
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