UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
3° Maggio
CRISTO MITE ED UMILE DI CUORE IL SUO MAESTRO
Nei trent'anni che S. Giuseppe abitò con Gesù, non cessò un momento dall'assistere alle lezioni della sua umiltà; e se Gesù non diede a lui esplicitamente, come diede più tardi agli Apostoli, quell'ineffabile precetto: Imparate da me che son mansueto ed umile di cuore (Matt. II, 29), gli offriva però dinanzi agli occhi continuamente la pratica della umiltà nella sua abiezione e nelle sue meravigliose umiliazioni. S. Giuseppe vide nel presepio Gesù fatto per noi bambino e spoglio di ogni maestà divina, e sapeva che egli era Dio; lo vide perseguitato e fuggiasco, e sapeva che era quel Dio, che mira la terra e la fa tremare; tocca i monti, e gettano fumo (Salmo 103, 32); lo vide garzoncello in Nazareth imparare da lui, misera creatura, i primi rudimenti del vivere sociale dell'arte fabbrile, spoglio di ogni sapienza, e lo sapeva quel Dio Creatore, il quale disse, e furono fatte le cose; comandò e furono create (Salmo 32, 9); e lo vide fra i rigori della povertà, indigente e costretto come ogni mortale a guadagnarsi il pane con il sudore della fronte, pure lo sapeva essere quel Signore di tutti, ricco per tutti coloro che lo invocano (Romani, 10, 12), quello, che quando allarga la mano, tutte le cose sono ricolme di bene. (Salmo 103, 28). Non vide però Giuseppe le maggiori delle umiliazioni di Gesù, quelle del Calvario, dove tutti ad un tratto, per così dire, si eclissarono gli attributi della divinità, ed il Figliuol di Dio non comparve più uomo, ma verme ed obbrobrio degli uomini; ma egli le presentì, e le sue contemplazioni sui futuri patimenti di Gesù glieli fecero intendere prima ancora che fosse giunta l'ora della potestà delle tenebre. Queste umiliazioni dell'Uomo-Dio stavano continuamente dinanzi agli occhi di lui, ed egli al pari di Maria Santissima, tutte queste cose conservava in cuor suo (Luc. 2, 51). Come era possibile, che dinanzi a questi esempi, così ben compresi e meditati, sorgesse in mente anche un solo e lontano pensiero di orgoglio? Le grandi umiliazioni dell'Uomo-Dio, lo innamoravano anzi dell'umiltà, mentre l'umiltà di Gesù si rispecchiava in lui, come il sole si specchia nel terso cristallo e nelle onde tranquille. San Giuseppe era umile perché lo era Gesù; perché delle sue lezioni era a lui interprete Maria, l'umilissima Regina del cielo e della terra; perché con l'anima monda e presidiata dalla grazia era favorevolmente predisposto a ricevere quelle lezioni. Le ricevettero con frutto gli Apostoli, di cui Gesù disse: Voi siete mondi (Giovi. 13, 10); le ricevettero le pie donne che seguirono Gesù fin sul Calvario; le ricevettero le turbe semplici e fedeli non corrotte dal lievito dei Farisei; ma nella scuola della umiltà di Cristo, dopo la Vergine Santissima, ebbe il primo posto San Giuseppe, con ragione riconosciuto il più diligente dei suoi discepoli, e maestro egli stesso di umiltà al genere umano.
PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO
San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.
FIORETTO: - Ama San Giuseppe e confida in Lui.
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