UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
7° Maggio
LA SOLITUDINE
S. Giuseppe praticò fedelmente la solitudine, avendo potuto dire con il suo divin Figlio: Io fuggii lontano e mi tenni nella solitudine (Salmo 54, 8). Egli praticò la solitudine esterna, riparando volentieri nei luoghi solitari, nella tranquilla Nazareth e quivi nella romita dimora della piccola casa, dove non arrivavano i rumori del mondo, che si agita nelle ambizioni della politica e nei traffici dei commerci; dove ancora discendevano a gara dal Paradiso le legioni degli Angeli, che separandolo dal contatto degli uomini gli formavano attorno una aureola di pace. S. Giuseppe praticò la solitudine interna più ancora dell'esterna; questa intendeva S. Paolo quando scriveva ai Colossessi (3, 3): Voi siete morti e la vostra vita è nascosa con Cristo in Dio. S. Giuseppe era morto al mondo, ossia viveva e passava nel mondo senza appartenervi, senza nulla contrarre della sua polvere; tutti i suoi affetti erano ordinati e tutte le sue cure rivolgeva a Gesù solo. Con Gesù a fianco non sentiva bisogno di altra compagnia; perché quando l'amore è veemente, tutte le compagnie sono penose ed insopportabili fuori di quella della persona amata. Con Gesù era meno solo che se fosse stato nel mezzo di una popolosa città; poiché dice l'Imitazione di Gesù Cristo: Stare senza Gesù è grave inferno; essere con Gesù è dolce Paradiso. Che ci può dare il mondo senza Gesù? Chi ha trovato Gesù ha trovato un tesoro sopra ogni tesoro, e un bene sopra ogni bene (III, 8, n. 2). Perciò la solitudine di Nazareth non era amara a San Giuseppe, egli anzi vi trovava un raggio delle delizie celesti. Là in compagnia di Gesù e di Maria poteva esclamare con più ragione di S. Bernardo: O beata solitudo! O sola beatitudo!
PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO
San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.
FIORETTO: - Studia d'umiliarti dentro il tuo cuore riconoscendo il tuo nulla, e pratica almeno un atto d'umiltà esterna.
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