30° Maggio

LA GLORIA DI SAN GIUSEPPE: IN PROPORZIONE AL SUO AMORE PER GESÙ 

La gloria dei Santi in cielo è l'amor di Dio, né vi è atto negli Angeli e nei Beati che non sia ispirato ed avvivato dallo stesso amor di Dio: ma non tutti i Santi amano Dio nella stessa misura, e perciò non tutti godono ugualmente ed ugualmente fruiscono della visione beatifica. Gesù ha detto che nella casa del Padre suo vi sono molte mansioni (Giov. 14, 2): esse sono destinate secondo i gradi dell'amor di Dio; chi può dubitare che San Giuseppe, che più di ogni altro amò Gesù Cristo, che è il Figliuol di Dio, non abbia fra tutti i Santi la prima di quelle mansioni? Come per i Santi, così la gloria degli Angeli è proporzionata al loro amore per Dio: perciò un Coro è più sublime dell'altro, perché l'uno più dell'altro è infiammato d'amor divino: i Serafini sono i più alti nella scala dell'amore: sono perciò i più vicini al trono di Dio e godono di una beatitudine superiore a quella degli altri Cori angelici. I Santi più perfetti vi possono giungere ed uguagliarsi con essi; si vuole che S. Francesco d'Assisi, S. Teresa di Gesù, S. Luigi Gonzaga appartengano a quel Coro beatissimo; ma essi uguagliano, non superano i Serafini nella gloria; non vi sono che due creature, Maria e Giuseppe, al disopra di essi, perché non solo perfettissimo, ma più che serafico fu il loro amore per Gesù. Se la prova dell'amore sono le opere, chi mai più di San Giuseppe operò per Dio e con intenzione purissima, solo per Dio; e chi per conseguenza poteva aver diritto maggiore del suo alla eterna retribuzione? Gesù nel giudizio finale dirà ai giusti: Ebbi fame, e mi deste da mangiare; fui pellegrino, e mi ricettaste; ignudo e mi rivestiste (Matt. 25, 35), Ma San Giuseppe diede a Gesù questa prova d'amore nella sua stessa persona, e non solamente nella persona dei suoi fratelli: quante benedizioni dunque dell'eterno Padre egli si accumulò nei trent'anni di servizio a Gesù; e quanto più d'ogni altro eletto acquistò diritto all'eterna ricompensa!. Nel suo ingresso in cielo, Gesù lo presentò al suo eterno Padre e dovette verso di lui adoperare le parole, che per rispetto all'arcangelo Raffaele, disse Tobia: Padre, qual ricompensa gli daremo noi? Oh! che vi sarà egli che possa uguagliare i suoi benefici? (Tob. 12, 2). Certo nulla vi ha sulla terra; ma in cielo la ricompensa non manca, adeguata e sovrabbondante, per opera di quel Dio, che dà a tutti abbondantemente (Giac. 1, 5), e che nel seno di coloro, che sono larghi nel dare, versa una misura giusta e pigiata e scossa e colma (Luc. 6, 38); perché con la stessa misura, con la quale avremo misurato, sarà rimisurato a noi. E se tanta è la generosità di Dio nel retribuire i Santi a lui debitori di tutto, quanta non ne deve usare per coloro, verso i quali è debitore egli stesso? Ma non vi è che Maria e S. Giuseppe, per i quali il Signore di tutte le misericordie possa dire di avere delle obbligazioni, e si tenga quindi in dovere di gratitudine. La gloria adunque data da Dio a San Giuseppe in cielo non può avere altri confini che quelli della amorosa corrispondenza del cuore di Gesù Cristo all'amore di S. Giuseppe e della sua divina riconoscenza ai benefici. 

PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO

San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.

FIORETTO: - Sforziamoci quest'oggi di non alterarci, dicendo nelle contrarietà: Amen, Così sia.

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