UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
2° Luglio
ECCELLENZA DEL SANTO NOME DI GIUSEPPE.
I nomi, giusta il comune sentimento, debbono essere immagini delle cose, e l' espressione fedele delle loro qualità. Ma gli uomini purtroppo spesso s'ingannano nell' imporre i nomi, per la debole conoscenza che hanno delle persone. Ma Dio, padre del secolo futuro, che distintamente conosce tutti i tempi e tutti gli esseri, nel dare i nomi, li appoggia alla natura e allo stato di quei che li ricevono. Or giusta l'opinione di più Padri, Dio stesso ispirò ai parenti il nome di Giuseppe, che significa in ebraico accrescimento: per denotare appunto, dice S. Bernardo, il progresso che egli doveva fare nella santità. Infatti se Adamo ebbe dal Signore l'autorità di dare il nome a colei che Dio gli aveva data a compagna; se il nome d'Isacco fu rivelato per mezzo d'un Angelo al suo padre Abramo; se il nome del s. Precursore fu annunciato per un messaggero celeste a Zaccaria ed Elisabetta, non possiamo credere noi che Giuseppe, scelto da Dio per sposo di Maria, per padre di Gesù non abbia avuto lo stesso privilegio, e così fatto chiaro quanto egli amasse questo Santo Patriarca? Il Figlio di Dio ha onorato questo nome augusto prima della nascita, volendo che uno dei Patriarchi avesse il nome di Giuseppe. Nel tempo della sua vita fu il primo nome in un quel della madre che egli articolò bambinello, e ripetè poi si spesso: e dopo la sua morte volle affidar la cura di calarne il sacro corpo dalla croce, riceverlo fra le braccia e seppellirlo a un giusto per nome appunto Giuseppe d'Arimatea. Maria poi, fedele imitatrice degli esempi del suo Gesù, oh! quanto sovente nelle angustie, nei timori, nelle necessità sue lo invocava. Dopo il nome glorioso della madre di Dio e dell'adorabile suo figliuolo, il primo è quello di Giuseppe: nè le anime devote potrebbero pronunziarne un altro più efficace a produrre grazia e salute. Quindi in tutta la Chiesa il nome di Giuseppe è onorato: il suo culto si è diffuso nell' Asia, nell’Africa e nell'America. Nella Turchia e i Latini e i Greci l'onorano. I primi fra gl' Irochesi e i Tunchinesi e i nativi del nuovo mondo ricevettero il nome di Giuseppe. Sia dunque tal nome per voi, o giovane cattolico, il primo che pronunziate allo svegliarvi, e l'ultimo nell'addormentarvi: inseritelo nei vostri scritti come un suggello celeste che vi ottenga benedizioni dal cielo. Ed oh! così possiate con sì bel nome e quel di Gesù e di Maria esalare l'ultimo respiro.
Sì, o Giuseppe, il vostro nome è per una sorgente di grazie : d' ora innanzi io l'invocherò nelle tribolazioni come un Angelo consolatore: nei dolori come balsamo che sani le mie piaghe: nelle lotte come un'arma potente a difendermi dagli assalti nemici. E quando giungerà per me il momento estremo, in cui l'anima mia dovrà passare dal tempo all’eternità: se il mio labbro non potrà pronunziarlo, almeno il vostro nome, o Giuseppe, esali dal mio cuore insieme con l'ultimo mio respiro.
FIORETTO. Invocate più volte oggi con devozione il santo nome di Giuseppe.
Convittori
protetti da S. Giuseppe.
Correva il mese di aprile ed avevamo appena terminati gli esercizi del mese di S. Giuseppe che celebravamo per la prima volta in collegio. Un giovane studente di terza classe diceva a fratello minore, che frequentava la stessa scuola: « Da che appresi a conoscere ed a pregare San Giuseppe, le mie lezioni e i miei doveri mi danno assai poco da fare. Se avvenga che tu ancora ci provi qualche difficoltà prega S. Giuseppe e vedrai che tutto andrà bene. » Due giorni dopo, fu dettato ai giovani studenti il tema di un grande componimento che doveva valere per tre, componimento trimestrale, e per conseguenza importante e decisivo per l'attestato e per i premi. Nella terza classe il tema fu una traduzione dal latino
difficilissima. Il maggiore traduce bene il latino e fa un eccellente dovere; e fu dichiarato primo. Il minore si studia di capirlo, svolge il suo dizionario, si pone la testa fra le mani, ma inutilmente; non vede niente, nulla comprende, lo trova difficilissimo. E già la metà del tempo era omai scorsa, ed egli non aveva ancora fatto nulla. « Sto per diventare l'ultimo, diceva il buon giovinetto addoloratissimo, il che mi farà essere il penultimo negli attestati di lode. » Quand' ecco improvvisamente un raggio gli brillò ed era quello della speranza. Egli si ricorda di S. Giuseppe e recita in suo onore un Pater ed un'Ave. « Deh! diceva egli poscia nella ricreazione a suo fratello, S. Giuseppe m’ha fatto trovare ciò ch'io punto non trovava; son sicuro d' essere il secondo. » Ne s'ingannava; il suo componimento fu bello per poco quanto quello del suo fratello maggiore. E raccontava questo fatto con riconoscenza. Buon giovane! Egli mori l'anno appresso d'una morte preziosa agli occhi di Dio.
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