UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
25° Luglio
SAN GIUSEPPE PROTETTORE DEGLI AGONIZZANTI
Un'anima cristiana non desidera già solo un protettore che possa difenderla nei suoi ultimi combattimenti, ma un amico altresì che sappia consolare e raddolcire le tristezze dell' agonia. Ma chi potrà meglio compiere questo dolce e importante ministero, quanto S. Giuseppe che ricevette nelle ultime ore del viver suo i più potenti soccorsi e le più tenere testimonianze d'amore da Gesù e da Maria ?..... Ora il casto sposo di Maria, il padre e custode di Gesù regna in cielo, cinto di gloria, inferiore è vero à quella di Maria, ma superiore a quella di tutti gli altri Santi. E da quel posto luminoso egli spande sui fedeli suoi servi giunti agli estremi momenti della vita, copiose grazie dalla fonte perenne dei meriti di Colui che fu suo figlio in terra e che gode di glorificarlo dal cielo. Gesù per dare una qualche ricompensa a S. Giuseppe d'averlo salvato dai furori di Erode, gli ha dato il potere speciale di sottrarre dagli assalti infernali tutti gli agonizzanti che si sono collocati sotto il suo patrocinio. Ed ecco perchè viene invocato insieme
con Maria in tutto il popolo cattolico come patrono della Buona Morte e per ogni dove si erigono sodalizi e s'innalzano altari a lui dedicati. Ed oh! sarebbe mai possibile che un Santo così
potente non venisse in soccorso di chi lo supplica? Egli padre del nostro Giudice non avrà l'autorità di placarne lo sdegno? egli vincitore de demoni non avrà potere di allontanarli dal letto dei moribondi? Egli favorito da Gesù e da Maria d'una morte la più dolce e la più beata non scenderà con la diletta sua sposa per aiutare a ben morire i devoti che lo avranno onorato? Il Figlio di Dio, dice il Venerabile Bernardo a Bustis, che ha le chiavi del paradiso, ne ha dato una a Maria e l'altra a Giuseppe, affinchè possano condurre i loro servi nel luogo della pace e della felicità. La S. Chiesa nell'inno in cui canta il beato Transito di S. Giuseppe, ci stimola a chiedergli la grazia d'una santa morte; grazia così preziosa che è il compimento della misericordia di Dio, la più gran prova del suo amore e l'ultimo pegno di nostra predestinazione. Sin d'ora rivolgetevi a Giuseppe con viva fiducia e chiedetegli questo favore.
O Giuseppe santo che siete il protettore dei moribondi, io tremo quando guardo con gli occhi della fede quel momento terribile, in cui finirà per me il tempo e comincerà l'eternità; quando penso a quell'ultimo respiro delle moribonde mie labbra che spingerà in un batter d'occhio l'anima mia al tribunale di Cristo giudice. Io ignoro il luogo, il tempo, il modo con cui uscirò da questa valle di pianto. So per certo di dover morire e che alla morte si deciderà dell'eterna mia sorte infelice, o beata. Se morrò in peccato mortale, sarò perduto in eterno, se partirò dal mondo in grazia di Dio, la mia sorte sarà assicurata per sempre. O avventurato e potentissimo protettore degli agonizzanti, io vi raccomando l'ultimo mio respiro in qualunque tempo e luogo Iddio mi chiamerà. Io morrò consolato, se avrò la sorte di spirare con i nomi dolcissimi di Gesù, Maria e Giuseppe. Tanto io vi chiedo e spero dalla vostra bontà.
FIORETTO. Recatevi in qualche chiesa e per un quarto d'ora raccomandate al Santo l'anima vostra per il momento della morte.
Morte edificante di un giovinetto.
Ernesto N...... all'età di diciassette anni fu attaccato da una malattia di petto che lentamente lo condusse a morte. Soffrì con molta pazienza e rassegnazione le lunghe pene che lo tormentarono e generosamente fece il sacrificio della propria vita. Si era aggregato ad una compagnia di S. Giuseppe, dalla quale ritrasse grandissimo vantaggio specialmente nei momenti estremi. Mentre era prossimo a render l'ultimo respiro, e la sua voce quasi più non s'udiva e gli occhi suoi si coprivano del velo di morte, il demonio ritornò a tentarlo con il turbamento che gli metteva per i suoi mancamenti e per l'orrore delle pene eterne. Quantunque estenuato, trovava forze per fuggire il suo nemico, ed alzandosi quasi a sedere gridò con quanta voce potè avere: «Vattene satanasso, vattene! Tu non mi avrai con te.» Poi cominciò un'affettuosa preghiera che terminò con le seguenti parole: Oh mio Dio ricevetemi nel vostro Paradiso santo! Sia fatta la vostra volontà!....... Domandò dell'acqua benedetta con la quale asperse il suo letto ed il muro per scacciarne lo spirito maligno. Rivolgendo poi il suo pensiero a Gesù, Maria e Giuseppe ed al suo buon Angelo custode, disse qualche edificante parola. Quindi guardando un amico che gli stava vicino, disse con fioca voce: «Pregherò per la compagnia di S. Giuseppe.» Intendeva di quella di cui era membro. Pochi istanti prima di morire, cioè nel tempo della lunga agonia in cui si credeva avesse perduta affatto la cognizione, aprì gli occbi e con un cenno chiese alla propria madre che gli desse il Crocefisso: lo baciò con molto affetto, alzò ancora la mano per avvicinarlo alle labbra ed in questi santi abbracciamenti s'addormentò nel sonno dei giusti il 1 dicembre 1838.
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