UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

28° Luglio

 

S. GIUSEPPE CONFORTO DI TUTTI GLI AFFLITTI.

 

Vi sono dei santi, dice il Dottor angelico, ai quali Dio sembra aver dato un potere più speciale di soccorrerci in certe particolari necessità. Così s'invoca san Rocco per essere preservati dalla peste, san Luigi Gonzaga per conservare l'amabile virtù della purità; per quello poi che riguarda san Giuseppe, il suo potere universale si stende a tutti i nostri bisogni, qualsiasi essi siano. Dio, soggiunge san Bernardo, volle che la sua divina Madre fosse a nostro riguardo il canale di tutte le sue grazie. Ora san Giuseppe, dopo Maria, è in cielo colui che maggiormente ha parte nella distribuzione di questi favori celesti.» Quindi la devozione verso san Giuseppe accoglie oggi tutti i popoli che la Chiesa racchiude nel suo seno; dappertutto dove la gloria del Figliuolo ha adoratori, è venerato il patrocinio del Padre: animate dalla più viva confidenza pie società, ferventi Congregazioni si formano e si moltiplicano sotto questo augusto patrocinio. Dappertutto ove si adora il vero Dio, ove a Gesù ed a Maria si tributano omaggi, si onora altresì di un culto speciale e di una peculiare confidenza colui che ad essi è congiunto con legami così stretti e così puri. O serafica Teresa, piena di una devozione verso San Giuseppe, voi che non l'invocaste mai in vano e che ardeste di desiderio d' inspirare a tutte le persone i sentimenti di confidenza e di venerazione di cui eravate penetrata per questo gran Santo, i vostri voti più graditi sono appagati; oggimai l'universo risuona della fama delle meraviglie, che il Signore operò a vostro favore, mediante la intercessione di lui; e le vostre figlie non sono più le sole zelatrici del culto di lui, la loro confidenza è passata nel cuore di tutti i fedeli; essi sono solleciti di circondarne gli altari; essi traggono da tutte parti, come già al liberatore dell'Egitto, a sottoporgli i loro bisogni, lo riguardano come il rifugio dei peccatori, il conforto dei deboli e degli oppressi, la speranza ed il sostegno di coloro che implorano la sua potente protezione. Ecco qui le tenerissime parole, che Maria stessa indirizzò ad una fedele sua serva, venerata dalla Chiesa per le sue eroiche virtù e per i sublimi insegnamenti racchiusi nei suoi scritti: «Figliuola mia, tu non puoi per ora far nota l’eminente santità di san Giuseppe. I mortali non lo sapranno conoscere prima che godano della vista di Dio, nella quale con loro meraviglia scopriranno questo mistero. Nel giorno estremo, nel quale tutti saranno giudicati, gl'infelici dannati amaramente piangeranno di non aver conosciuto questo mezzo così potente e così efficace per la loro salute e di non essersene giovati. «Il mondo troppo ha ignorato quanto sono grandi le prerogative che il supremo Signore concesse al santo mio Sposo. Tu devi prevalerti della intercessione di lui in tutte le tue necessità, ed adoperarti quanto puoi al fine di crescere il numero dei suoi devoti. L'Altissimo concede sulla terra quanto il mio Sposo domanda in cielo. »

 

Amabilissimo Giuseppe destinato ab eterno dall' Onnipotente Iddio increato Signore dell'Universo, per essere Sposo alla gran Madre del suo Figlio diletto, la cui immacolata verginità fu data in custodia alla purità del vostro cuore: vi supplico profondamente umiliato ad impetrarmi dalla misericordia del Figlio e della clementissima Vergine vostra Sposa, pazienza in tutte le afflizioni della vita, perfetta perseveranza nel bene e vero pentimento dei miei peccati. Impetratemi, o glorioso Patriarca, tale contrizione che mi faccia sperare nell'estrema agonia la efficace vostra assistenza.

 

FIORETTO. Nelle vostre necessità anche temporali ricorrete a S. Giuseppe.

 

Un Triduo in onore di S. Giuseppe nel Collegio Romano.
Il cavaliere Achille N. allievo del collegio dei Nobili diretto dai Padri della Compagnia di Gesù, cadde pericolosamente malato durante il carnevale dell'anno 1842. Questo povero giovane era orribilmente tormentato da una forte tosse, tanto che si temeva ad ogni momento gli si rompesse un'arteria. Per cinquanta giorni continui si posero in opera tutti i mezzi che l'arte salutare e le più assidue premure suggerir potevano a persone caritatevoli; ma tutto invano: il medico del collegio disperando di guarirlo disse al P. Rettore: «Io non ho più nessun rimedio per questo infelice: egli è prossimo al suo fine se voi non trovate un qualche mezzo soprannaturale che possa ciò che non può l'arte medica. » Il buon padre pieno di confidenza nel casto Sposo di Maria ss. impegnò con zelo tutti i collegiali a fare un triduo in onore di san Giuseppe per ottenere con la potente sua intercessione la guarigione del loro compagno. Era appunto un'epoca assai propizia, cioè quella degli esercizi preparatori alla solennità pasquale, onde quei buoni giovani più fervorosamente pregarono quant’ era maggiore il loro interno raccoglimento, ed il cuor loro disposto alla fede ed unione con Dio. Il mercoledì santo, ultimo giorno del triduo, mentre tutti stavano nella cappella apparecchiandosi alla S. Comunione pasquale, ecco entrare il P. Ministro dando di braccio al giovane Achille, che pochi istanti prima era quasi moribondo. È impossibile descrivere con parole la gioia e riconoscenza di quei buoni giovani verso S. Giuseppe per aver loro salvato l'amico. Nella notte la tosse aveva cessato di tormentarlo, e la mattina l'infermo si era sentito sano, restandogli solo una gran debolezza. Il medico che lo curava dichiarò che una così pronta guarigione non poteva in alcun modo attribuirsi ad effetto naturale: ed era disposto a farne testimonianza presso chi doveva giudicarlo. Ora sono già scorsi molti anni da che tale grazia fu ottenuta per intercessione di S. Giuseppe, ed il cavaliere Achille N. ha in tutto questo lungo spazio di tempo sempre goduto perfetta salute. Il conte Antonio N. allievo dei PP. Gesuiti del collegio di Fano fu attaccato da una malattia di petto, verso il fine di febbraio dell'anno 1834. La febbre fortissima non lo lasciava mai, e dopo quaranta giorni di assidua cura, il medico dichiarò esser affetto da tisi polmonare, per la quale non conosceva rimedio alcuno. Essendo allora il mese di Marzo, consacrato a S. Giuseppe, uno dei principali patroni del collegio, il P. Direttore propose agli allievi di pregarlo fervorosamente per la salute dell'ammalato. Ammirabile cosa! Appena cominciate le preghiere a tal scopo lo stato dell'infermo andò migliorando di giorno in giorno, e per la festa del Patrocinio di S. Giuseppe, il conte Antonio perfettamente guarito, si trovò con gli altri suoi condiscepoli a render unitamente ad essi ben grandi e sinceri ringraziamenti al glorioso Sposo di Maria Vergine.

 

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