UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

3° Settembre

 

GIOVENTÙ DI SAN GIUSEPPE.

 

Mettiti alla presenza di Dio come il primo giorno e rappresentati san Giuseppe lavorando da falegname.

 

Virtù: Amore alla povertà.

 

Dice il P. Cochem che la virtù e santità di san Giuseppe furono così grandi che nessuno può farsene un'idea, perchè sembra che quello che Iddio accorda gradatamente agli altri uomini, lo abbia conceduto a san Giuseppe in grande abbondanza fin dalla nascita. Dei beni temporali gli diede 1° una nobiltà unica, dandogli per antenati Patriarchi, Profeti e Re, come si vede nel Vangelo di san Matteo, che fa risalire questa sino ad Abramo. Ma tutto ciò non valse ad inorgoglirlo punto. 2.° Gli diede ricchezze, ma egli conoscendo ciò che Gesù Cristo disse di poi, ch'è più facile che un cammello passi per la cruna d'un ago, che non che un ricco si salvi, loro volse le spalle nè le volle per sua porzione giammai. 3.° Era bellissimo di corpo quale si conveniva allo sposo della Madre di Dio, della Regina degli Angeli, ed a padre putativo del Figlio di Dio fatto uomo, ma non se ne compiacque mai, nè se ne curò. Aveva memoria ed intelletto così perfetti che nessuno fu saggio al par di lui, nemmeno Salomone, perché si istruì in tutte le cose che avevano rapporto alla legge ed al culto, e perchè aveva la scienza infusa, per cui né i segreti della natura, nè ciò che l'ingegno produce in arte era a lui ignoto; ma tutto conosceva, intendeva e sapeva eseguire. Però ben lungi dal farne mai pompa, lo lasciò anzi sfumare come incenso innanzi a Dio, senza dare a conoscere agli uomini se non quel tanto che la carità e il voler divino richiedevano che mostrasse. Il cuore poi lo mantenne così puro ed illibato, e lo aveva sì grande e generoso, che amò sempre con carità perfetta Iddio e gli uomini tutti, tanto quelli che lo amavano, come coloro che gli erano avversi. Perciò nel Vangelo è chiamato uomo giusto, perchè fu giusto per eccellenza. Racconta la pia Emmerich che i genitori di san Giuseppe avrebbero desiderato, vedendolo cosi pieno d'ingegno, che si procurasse un buon impiego nel mondo, ma egli non ci aveva punto inclinazione. Compiuti che ebbe i 18 anni, scorgendo che l'inimicizia dei suoi fratelli gli rendeva ormai impossibile una più lunga dimora sotto al tetto paterno, ne sorti' in silenzio, e andò a lavorare sotto a un falegname a Libonah. Aveva per maestro un pover' uomo, che non faceva che lavori ordinari. Giuseppe si portava così bene, sempre pio, mansueto, e semplice, che si faceva amare da tutti. S’occupava di lavori umilissimi; portava dei carichi di legna sulle spalle, o ne conduceva trascinandola da un luogo all'altro. I suoi genitori se ne vergognavano. Sebbene Giuseppe preferisse l'umiltà a qualunque altra cosa, tuttavia per contentarli, abbandonò Libonah, e se ne andò a Thanath, vicino a un piccolo fiumicello, poco lungi da Samaria. Ivi si mise sotto un maestro più ricco, che faceva dei lavori più fini. Frattanto morirono i suoi genitori, e i fratelli si divisero. Il Castello di Davide fu venduto, e tutta la famiglia decadde. Tutto ciò fu rivelato ad Anna Caterina Emmerich. Mira ora, anima devota, a giudicarne secondo il mondo, quale oscuro omiciuolo Gesù si scelse per padre putativo! È ben vero, come dissi di sopra, che Giuseppe era di sangue reale, e contava 42 generazioni d'avi sino ad Abramo; ma chi lo avrebbe più giudicato un così gran personaggio? Vedi a che segno giunse lo spirito di povertà ed abiezione che lo animava, e dimmi un poco, s'egli potrebbe compiacersi di te, se tu fossi di quelli che cercano sempre posizioni più alte, e aumento di fortuna? Rifletti ancora, cosa ha giovato ai fratelli di san Giuseppe metter tanto prezzo a queste cose? Se si fossero condotti meglio, potevano invitare la Sacra Famiglia in casa loro per la nascita del Bambino. Ma il divin Redentore, amante dell'abiezione, come il suo Padre putativo, non volle nascere nel Castello stipite della sua reale famiglia, a guisa degli eredi di Corone; ma bensì in una miserabile spelonca, fra due animali; per farci chiaramente intendere, che non ha sparse per altro le ricchezze nel mondo, che perchè possiamo mediante o il santo uso, o il disprezzo delle medesime, provargli che lo amiamo al disopra di tutto. Se tu senti ancora desiderio di questi beni terreni, pensa quanto poco durano. Ogni giorno puoi morire, e con la morte tutto finisce per te. E se li hai sacrificati a Dio, sia con il distoglierne l'affetto o il desiderio, o meglio coi consigli Evangelici della Santa Religione, cerca anche allora il più povero e il più spregevole per te. Con ciò ti guadagnerai il Cuor di san Giuseppe, e ti contraccambierà così abbondantemente con tesori del cielo quei beni terreni a cui avrai rinunciato, che con la gran Santa Teresa non potrai più comprendere come gli uomini si possano contentare con così poco, mentre sono destinati a così alte ricompense.

 

MASSIMA. - Cosa giova guadagnare tutto il mondo e perdere poi l'anima propria?

 

GIACULATORIA. - Caro san Giuseppe, distacca il mio cuore da tutte le ricchezze terrene. 

 

ORAZIONE. - Che bell'esempio deste ai ricchi, o caro san Giuseppe, del disprezzo delle ricchezze ; e ai poveri, dell'amore della povertà, con la vostra rinuncia agli agi della casa paterna, per intraprendere la vita laboriosa che continuaste sino alla morte! Deh! ispirate anche a me lo stesso amore all'umiltà e al lavoro, e un gran distacco da tutto ciò che offre il mondo di lusinghiero, affinchè, seguendo le vostre orme in vita, possa esser sempre mirato da voi con occhio di speciale dilezione, ed essere assistito in morte dal vostro Cuore amorosissimo.

 

FIORETTO. - Per amor e ad imitazione di san Giuseppe, cerca oggi di vestirti meno bene di quello che forse piacerebbe alla tua vanità, e forma il proposito davanti a Dio, d'aver piuttosto meno che più in tutto.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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