UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
25° Settembre
GESÙ RESTA A GERUSALEMME.
Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.
Rappresentati il Tempio.
Virtù: Contrizione.
Secondo la legge antica gli uomini dovevano presentarsi tre volte l'anno nel tempio di Gerusalemme con le loro offerte; cioè a Pasqua, Pentecoste, e alla festa dei Tabernacoli. Per le donne e i ragazzi non v'era obbligo, pero la SS. Vergine andava anch'essa una volta l'anno al tempio, e prendeva con sé il suo amabilissimo Figlio, poichè non avrebbe retto tanti giorni separata dal suo Bene, e perché Gesù voleva adempire la legge anche prima che ne avesse l’età. Qui considera, dice il P. Cochem, come doveva affaticarsi il povero Bambino in questo lungo pellegrinaggio che facevano tutti tre a piedi. Il Cuore di San Giuseppe ne sentiva tanta compassione, che lo pregava spesso a lasciarsi portare in braccio; ma Gesù, ringraziandolo, non lo accettava. Gli amorosissimi Genitori lo conducevano per mano alternativamente, perchè a quell'epoca quasi tutta intera la popolazione Giudaica era sulle mosse per Gerusalemme, e così la folla in certi punti era immensa. Per lo più i pellegrini si dividevano (presso a poco come alle processioni di pellegrinaggi d'oggi) in due carovane, una d'uomini, e l'altra di donne, per pregare con più modestia e devozione. La sera nei paesi si riunivano nuovamente le diverse famiglie, ognuna in un albergo, o almeno sotto il medesimo tetto. Figurati, anima mia, con quale raccoglimento le tre Sacre Persone avranno fatto questi viaggi, in mezzo a un tale concorso di gente, e impara da ciò, con che portamento modesto dovresti recarti anche tu alla Chiesa. Come si può sperare, appena giunti, di raccogliersi, se si va sino alla porta parlando di cose di mondo, spesso ridendo, e guardando in qua e in là, specialmente quando v'è molta eleganza, nelle grandi solennità? Riempita in tal modo la fantasia di frivolezze, si perde per propria colpa un pezzo della Santa Messa, in conseguenza di quello che si è visto o parlato, e insieme si perdono immense grazie, che Gesù verserebbe nell'anima nostra, se ci fossimo avvicinati alla sua casa in silenzio e raccoglimento. Che spreco deplorabile! Dio volesse che almeno nella Chiesa tenessimo gli sguardi e i pensieri raccolti. Sebbene il tempio di Gerusalemme non fosse da paragonarsi con le nostre Chiese, dove risiede e vive fra noi il nostro buon Dio; pure la Sacra Famiglia preparava durante tutto il viaggio il cuore, per adorare al meglio l'Eterno Padre nella sua Casa. Oh che esempio! Gesù, Giuseppe e Maria si preparano all'orazione, e noi miserabili creature ci crediamo capaci di passare di sbalzo da idee di mondo al commercio con il Signore!!! La folla nell'enorme Tempio era estrema, però, Gesù, Maria e Giuseppe non guardavano nessuno, neanche i loro conoscenti, e restavano così umili, modesti ed attuati in Dio, come se fossero stati soli, in modo tale, che, svergognando i meno devoti, li eccitavano con il loro esempio ad imitarli. Come accadde che Giuseppe e Maria perdessero il loro tesoro di Figlio nel Tempio, ce lo racconta il Padre Saccardi Redentorista, nel modo seguente. Quando Gesù ebbe raggiunta l'età di 12 anni, i due Santi Sposi andarono di nuovo per le Feste di Pasqua a Gerusalemme. Siccome il divin Fanciullo si faceva amare da tutti, e tutti restavano subito innamorati di lui, i Genitori lo lasciarono andare, durante questo pellegrinaggio, con alcuni ragazzetti della sua età. Il motivo era che i parenti di questi supplicarono San Giuseppe a lasciare un poco il suo figlioletto con i loro, affinchè il suo santo esempio fosse loro di stimolo ad osservare esattamente il silenzio e raccoglimento dovuto durante il pellegrinaggio. San Giuseppe era così umile, che gli pareva di non doversi mettere tanto innanzi ai suoi pii parenti, da non conceder loro per qualche tratto di strada Gesù, tanto più che erano tutti tanto composti e buoni. Perciò quando, terminata la funzione, quell'immensa turba di gente sorti' dal Tempio, e la carovana, con cui la Sacra Famiglia era venuta, si era di nuovo messa in processione, dirigendosi verso Nazaret, «Giuseppe e Maria non si accorsero, dice S. Luca, che il Bambino era rimasto indietro, ma credettero fosse con la compagnia di viaggio». Però, siccome non potevano allontanare il pensiero dal loro diletto Figlio, guardavano spesso in giro, per vedere con chi fosse, e più si avanzavano e più cresceva la loro angustia. Finalmente compiuta la prima giornata di viaggio (la quale, com'è da supporre, si sarà passata tutta pregando or forte ed or piano, com'è il caso anche adesso nelle processioni di pellegrinaggi), e Giuseppe e Maria si accorsero che Gesù mancava, oh mio Dio che spavento fu mai quello!. — Incominciarono a interrogare tutti i compagni di viaggio, ma nessuno aveva veduto il loro ragazzo. Ah! Giuseppe diede allora in uno scroscio di pianto. Egli credette che la colpa fosse tutta sua, perchè Iddio gli aveva affidato il Figlio e la Madre, e si rimproverava di non aver avuto più cura di ben custodirli. Si accusava innanzi a Dio, con un tal pentimento, quasi avesse commesso il più gran fallo del mondo. Così si rinfacciano i Santi, e danno sempre la colpa a sè stessi, anche di quelle prove che il Signore fa di loro nell’orazione, fingendosi lontano; tutt'al contrario della gente di mondo, che, se anche cadono in gravi peccati, cercano sempre ragioni per giustificarsi. A quali di questi apparteniamo noi? Esaminiamoci un poco davanti a Dio, prima che venga Egli stesso da Giudice severo a giudicarci!
MASSIMA. - Non tutte le aridità sono castighi; ma l'umiltà vuole, e noi colpiamo più nel segno, se ascriviamo la mancanza di devozione sensibile a castigo, non per spaventarci, ma per esaminarci meglio, piangere di più i nostri peccati, e far qualche proponimento più energico.
GIACULATORIA. – O mio Gesù, non mi abbandonare nel mio pellegrinaggio, ma guidami per mano alla patria eterna.
ORAZIONE. - Oh quanto vi compatisco, o Santo Patriarca, per il profondo dolore e per la grande angoscia che patiste, quando vi accorgeste d'aver perduto il vostro amatissimo Figlio! Ma allo stesso tempo ammiro la vostra umiltà, che subito vi fece stimare colpa quello che altro non era che una prova del Signore, per farvi acquistare nuovi meriti. Tutto al rovescio di me, che anche i veri castighi di Dio propendo sempre a crederli piuttosto delle prove. Ma, o caro Santo, io non posso esser vostro vero discepolo, se non cerco d'imitarvi. Ai vostri piedi dunque, o San Giuseppe benedetto, protesto di riconoscere, che quante afflizioni ebbi o avrò, saranno sempre un nulla, in proporzione di ciò che merito. Dite dunque a Gesù per me, che accetto qualunque croce vorrà mandarmi, in sconto dei miei peccati, di cui con tutto il cuore mi pento.
FIORETTO. - Percorri con un po' di pausa i comandamenti di Dio e della Chiesa, e i doveri del tuo stato, e vedi a che ti obbligano, e in che mancasti, e proponi emenda.
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