UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
13° Ottobre
S. Giuseppe, modello della carità verso Dio.
S. Giuseppe, la cui carità fu ardentissima, pregate per noi.
La carità è la più eccellente, e la più eminente di tutte le virtù; dà il compimento e il vero loro prezzo a tutte le altre virtù, tutte le racchiude, è il più nobile esercizio delle facoltà nostre, e la sua influenza produce la essenziale e principale differenza che esista tra la virtù cristiana, e la moralità umana. Sol essa custodiremo e praticheremo perfino su in cielo. Oh! parliamo ancor oggi della carità.
I. Amar Dio! pare cosa semplice ad uno ragionevole, tanto grande Iddio si mostra, amabile e bello nelle sue opere! Eppure è un fatto rimarchevole, che fuori della religione e della vera religione, anche se si parli dell' amor di Dio, talvolta in termini bellissimi e convenientissimi, in pratica però non si ama Dio; abbandonata alle sole sue forze, la nostra natura è troppo debole per produrre quel sovrano atto d'amore che fa amar Dio sopra tutto. Amare Dio, è possibile e facile ad un Cristiano; mentre per giudicare delle infinite perfezioni di Dio ha non solo le opere esteriori di Dio, ma ben anche le rivelazioni della fede, che gli schiudono un nuovo campo mille volte più vasto, più ricco e più vario ove d'ogni parte risplende la grandezza, la bellezza e segnatamente la bontà di Dio; il campo dei misteri, nei quali tutto è grande e sublime, fulgore e beltà, ma specialmente, per ripeterlo un'altra volta, bontà ed amore. Di più il Cristiano ha la grazia, e solo con la grazia può amare Dio, come è d'uopo d' amarlo, sopra tutte le cose, di tutto cuore, con tutte le forze come si comprende che deve essere amato Dio.
II. S. Giuseppe ha amato Dio d'un amore ardente. Era giusto, era cristiano, non v'è giustizia vera e completa senza l' amore di Dio. Ma era giusto più che gli altri, era un giusto eminente, era d'altronde alla sorgente medesima della giustizia. Quei misteri del Cristianesimo che abbiamo detto essere la più magnifica testimonianza delle grandezze di Dio e della sua infinita bontà, li contemplava in tutta la loro estensione, e in tutto il loro lume; vi partecipava con i sentimenti più cari e più dolci della natura, ed essendo questi sentimenti sublimati e consacrati da un'abbondanza di grazie e di favori celesti che non ha potuto essere superata che dalla santissima e augustissima Vergine Maria. Oh! quanto è dolce il contemplare s. Giuseppe, non già davanti il tabernacolo, ove risiede il Dio d'amore, non ai piedi della croce, ove questo Dio ha voluto morire per nostro amore; ma portante nelle sue braccia stringendosi al cuore, guardando con i suoi occhi, baciando con le sue labbra paterne questo Dio incarnato, questo Dio infante, questo Dio d'amore che volle chiamarsi e farsi chiamare il figlio di Giuseppe. O s. Giuseppe, io vi invidierei cosi bella sorte, se non foste egualmente mio padre! O s. Giuseppe, io vi invidierei così bella ventura, se non potessi gustarne io stesso in parte attaccandomi nel fondo del cuore al santo amore di Dio.
III. Amiamo noi Dio? Siamo cristiani, possiamo e dobbiamo amarlo. Amiamo noi Dio? Facciamo noi atti d'amor di Dio? Ci compiacciamo di farne? La preghiera del mattino e della sera è essa per noi ciò che anzitutto dev'essere, un atto d'amore? Amiamo noi Dio sopra tutte le cose, cioè a dire, sopra tutti i beni del mondo, gli interessi della fortuna, ogni sorta di persona, e sopra noi stessi? Amiamo Dio con tutto il nostro cuore; non dividendo il nostro amore tra il Creatore e la creatura, in guisa da servire due padroni, contro la parola di nostro Signore; ma non amando nulla che in Dio e per Dio? Amiamo noi Dio con tutte le nostre forze; impiegandole a servirlo e non risparmiandoci, quando si tratta di compiere la sua santa e adorabile volontà? Amiamo Dio presso a poco, come l'amano gli Angeli, come l'amano i Santi come l'amava Giuseppe, come l' amava il buono e santo curato di Ars, che in maniera commovente diceva: «Il buon Dio ha creato gli angioletti per cantare, e cantano; ha creato gli uomini per amarlo e non lo amano? »
PREGHIERA
O s. Giuseppe! la mia preghiera d'oggi non sarà che un atto di carità e d'amore che vi chiederò di presentare voi stesso a Dio. Sì; io voglio amar Dio! voglio amare la bellezza, la santità, la potenza infinita; voglio amare la sovrana bontà; voglio amare colui che m'ha tanto amato, a cui tutto devo, che vuol essere mio consolatore, mio appoggio quaggiù, e che, come spero, sarà un giorno, mia suprema felicità in cielo. Così sia.
RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: s. Giuseppe, che foste ardentissimo nella carità, pregate per noi.
SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Darsi al lavoro impostoci dal dovere.
Volontà: Quante affezioni vane e forse ridicole albergano in noi per vani e futili oggetti? Ebbene: Sacrificate rigorosamente; almeno, separarsene con il cuore, ponendovi minor attenzione, e annettendovi minor importanza.
Sensi: Chiudere l'orecchio ai discorsi vani e frivoli, in cui così sovente va rischio di esser offesa la carità verso il prossimo.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.
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