UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
27° Ottobre
S. Giuseppe, modello di vita interiore e di raccoglimento.
S. Giuseppe, costantissimo nella preghiera, pregate per noi.
I. Che è il raccoglimento, la vita interiore? La preghiera, l'abitudine della preghiera produce nell'anima una facilità grandissima di raccogliersi, cioè di non lasciarsi talmente occupare dall'esterne brighe che non possa trovare il pensiero di Dio e intrattenerci con lui. Sì, anche in mezzo alle più numerose occupazioni, ai più penosi lavori, alle più clamorose compagnie, il cristiano raccolto leva il suo cuore a Dio, rinunzia a tutto ciò che potrebbe offendere la adorabile sua volontà, gli offre i suoi sentimenti, i suoi pensieri, e di ciascuna delle sue azioni rende conto a sè stesso. Questo stato dell'anima richiede vita interiore o raccoglimento. Immaginiamoci quanto dovette essere profondo e tuttavia tranquillo, semplice e soave il raccoglimento di s. Giuseppe o fosse solo o in compagnia, o attendesse al lavoro o a qualsivoglia altra azione, in viaggio come nel sua pacifica dimora in Nazareth. Lo vedete con i sentimenti e con i pensieri sempre rivolti a Dio! la sua nobile e serena fisionomia porta l'impronta dei dolci e abituali colloqui ch'egli ha con Dio. E benchè nei suoi tratti appaiano come riverberate le impressioni e le immagini della terra, tuttavia pigliano in lui alcunché della calma e del raccoglimento che irradiano dal cuor suo. Sforziamoci di imitare s. Giuseppe praticando la vita interiore e procurando acquistare quel raccoglimento che resiste ad ogni emozione, quale che ne sia la violenza, e ad ogni distrazione, quale che ne sia l'intensità e la durata. Ora la preghiera, l'abitudine della preghiera è il mezzo più essenziale per giungervi, e a tal felice risultato vi sono due forme di preghiere che possono più efficacemente contribuire.
II. Le giaculatorie. La prima forma è delle preghiere giaculatorie, che sono aspirazioni a Dio composte di pochissime parole. Le orazioni giaculatorie esprimono un sentimento vivo dell'anima e particolarmente quello della carità; basta un istante perchè spuntino dal cuore o dalle labbra; sembrano volare come un dardo; e da qui il loro nome, perchè la parola dardo si volge nella latina iaculum. La giaculatoria vola al cielo, va a ferire il cuore di Dio, l'apre in noi, e ci attrae l'espansione del suo amore. O bontà! gridava senza tregua s. Brunone: Mio Dio e mio tutto! diceva il serafico Francesco; O patire o morire! ripeteva l'eroica Teresa. Quali erano le orazioni giaculatorie di s. Giuseppe? Noi lo ignoriamo; ma da quel cuore così retto, così puro, così acceso d'amore per Dio dovevano uscire ben spesso aspirazioni verso il cielo. Domandiamogli non di rivelarci ciò che diceva, ma di ottenerci l'amore e la devozione con cui lo diceva; in tali sentimenti ogni parola è buona; spingete fortemente l' arco, e qualunque ne sia la materia e la forma lo strale piglierà rapido il volo al cielo.... Mio Dio, v'amo! Mio Dio, quanto siete buono! ... Dio è così buono? diceva il curato d’Ars .... Oh! Padre nostro che siete nei cieli, sia fatta la volontà vostra!... Il vostro santo nome sia benedetto .... e altre somiglianti.
III. Orazione e meditazione. Ma la forma di preghiera che, a detta di tutti, favorisce più di ogni altra l'abitudine del raccoglimento e la vita interiore, quale la spiegammo nella prima riflessione, è l'orazione e meditazione. Il principio di questo esercizio che per le persone molto occupate in lavori meccanici, potrebbe limitarsi a dieci minuti, consiste precisamente in mettersi alla presenza di Dio, adorando la sua infinita maestà, e richiamandosi al pensiero la propria miseria, implorar la mediazione di Gesù Cristo, l'unione con lui, l'assistenza dello Spirito santo, e riflettere alcuni istanti sopra un determinato soggetto. Il soggetto sarà o una delle grandi verità della religione, o un buon pensiero, o un passo d'un libro pio, o un tratto del Vangelo o dell'Epistola della domenica precedente, o della predica udita a messa, o una virtù da praticare o un difetto da schivare, ecc. Le riflessioni dispongono l'anima ad espandersi dinanzi a Dio; e così ai semplici pensieri succedono i sentimenti del cuore, e appunto nelle aspirazioni e negli affetti della volontà una parte precipua della meditazione è riposta. Tale esercizio si chiude pigliando una risoluzione pratica per la giornata, risoluzione a cui il più delle volte porge occasione il soggetto meditato; ma che può essere suggerita dal desiderio di emendarsi di un particolare difetto, o di schermirsi da un pericolo per la propria salute che si prevede in quel giorno. Infine si sceglie una espressione corta, una aspirazione pia, ciò che definimmo orazioni giaculatorie da ripetersi sovente durante il giorno, e che reca il vantaggio molteplice di farci ricordare le risoluzioni del mattino, insieme con il soggetto della meditazione, e di mantenere nei nostri cuori i movimenti verso Dio, e la pratica del raccoglimento. S. Francesco di Sales raccomanda la meditazione, nella sua Introduzione alla vita devota, e la raccomanda vivamente e ne porge opportuni modelli: Oh! chi ci dirà le orazioni e meditazioni di s. Giuseppe! aveva egli davanti il Vangelo in atto, giacchè viveva con Gesù e con Maria.
PREGHIERA
O s. Giuseppe! io mi associo in questo istante alle vostre ferventi preghiere, alle vostre pie aspirazioni, alle vostre sante meditazioni, tutti i giorni, tutte le mattine (perché la mattina è il tempo migliore per l'orazione), porrò le mie risoluzioni sotto la vostra protezione, dopo aver invocata quella della Santissima Vergine; sotto questa doppia protezione, raccomandandomi pure ai miei santi patroni, e al mio angelo custode, non posso io sperare di giungere una volta alla pratica del raccoglimento, e della vita interiore? Se e nell'esercizio della sera e dopo ciascuna delle mie principali azioni trovo malagevole render conto a me stesso dello stato dell'anima mia; se mi lascio muovere dai clamori, da spettacoli, da tumulti, da novità, ciò accade perchè io non ho meditato in cuore mio, (Isaia, LVII, I)., come diceva il profeta. O s. Giuseppe, a imitazione del divin Salvatore e dietro i vostri esempi ottenetemi la grazia del raccoglimento. Così sia.
RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: s. Giuseppe, costantissimo nella preghiera, pregate per noi.
SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Esatta pratica del raccoglimento, di cui abbiamo parlato.
Volontà: Ferma risoluzione di fare ogni mattina alcuni minuti di meditazione.
Sensi: Recitare nella giornata il Miserere
(clicca) in ginocchio e senza appoggiarsi.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.
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