UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
30° Ottobre
S. Giuseppe, patrono della buona morte (2)
S. Giuseppe, protettore dei moribondi, pregate per noi.
Continuiamo a meditare sull'importante soggetto su cui ieri fermammo la nostra attenzione, e vediamo, sotto la protezione di san Giuseppe, quali sarebbero i migliori mezzi per prepararci anticipatamente a una buona e santa morte.
I. Per ben morire, conviene essere ben confessati e ben comunicati. - Si può dire che la miglior preparazione a una buona morte è una santa vita; si può dire che la devozione a san Giuseppe è una grande sicurezza per l'ultimo momento, si può dire infine che tutte le virtù, tutte le pratiche, di cui, per il corso del mese, facemmo menzione ai fedeli, aiutandoli a santamente vivere, li aiuteranno per ciò stesso a fare una felice e santa morte; tuttavia vi è una pratica salutare, un mezzo tra tutti più acconcio, di cui non parlammo ancora, e che riservammo a questi ultimi giorni, per colpire più vivamente la nostra attenzione, e trovar i cuori meglio disposti. Io voglio parlare della confessione e della comunione. La più ordinaria preparazione per una buona morte è, a quest' ultim'ora, una confessione e una comunione ben fatta; e se si è nell'impossibilità di confessarsi e di comunicarsi, in questi estremi momenti, l'anima deve essere disposta di tale maniera che possa ricevere l'uno e l'altro di questi sacramenti. Stiamo disposti sempre, perchè ogni istante possiamo morire. Il voto del sacramento, cioè il desiderio di riceverlo, supplisce al sacramento, e tuttavia, per la penitenza, le disposizioni devono essere più perfette ancora nel caso in cui non potrà aver luogo l'assoluzione del sacerdote. Oh! mio Dio, fatemi la grazia di ricevere nel momento della mia morte, con le convenevoli disposizioni, tutti i sacramenti della vostra santa Chiesa, e quello in particolare dell'Estrema Unzione che è specialmente destinato agli infermi. Oh! san Giuseppe, ottenetemi questa grazia.
II. È buona cosa confessarsi e comunicarsi di tempo in tempo. - La Chiesa stabilisce un'epoca, dopo la quale la nostra negligenza, il nostro torpore diventa una colpa mortale. «Confesserai tutti i tuoi peccati per lo meno una volta all'anno, ci dice ella, e aggiunge: Riceverai umilmente almeno a Pasqua il tuo Creatore. Voi comprendete il valore e la forza di queste parole: “Almeno una volta, almeno una volta all'anno” esse indicano il desiderio che avrebbe la Chiesa di vederci approssimare più spesso ai Sacramenti della Penitenza e della Eucaristia. I primi fedeli si comunicavano tutti i giorni, o almeno tutte le volte che assistevano al divino sacrificio; la Chiesa bramerebbe che lo stesso si facesse oggi, alla comunione frequente esorta le anime pie, vi sono nel mondo persone che si comunicano quotidianamente; i sacerdoti hanno la gran ventura d'offrire ogni giorno il divin sacrificio. È una cosa che rattrista veder parrocchie, dove i fedeli se ne restano lontani dalla sacra mensa, dove, la stessa domenica, nessuno vi s'accosta. Il cambiamento di questo stato di cose è la più importante e desiderabile delle riforme. E’ per questo soprattutto che il santo Curato d' Ars operò la riforma della sua cara parrocchia; non bisogna lasciarsi forzare, a così dire, da un'intimazione e da una minaccia a partecipare del corpo e del sangue di Gesù Cristo; ma bisogna che vi ci induca il cuore e la vera conoscenza delle nostre necessità. Quanto ci fa progredire nello spirito la comunione frequente! Ma soprattutto quale sicurezza, quella tranquillità per il momento della morte! Oh! come gli ultimi sacramenti si ricevono meglio, allorchè si ebbe la santa e dolce abitudine di riceverli in vita! Confessiamoci dunque e comunichiamoci almeno qualche volta all'anno, alle feste più solenni, la prima domenica del mese, le feste della santa Vergine, e dei nostri santi Patroni, il giorno anniversario del nostro battesimo, e della nostra prima comunione. Benchè abbiamo adempiuto il dovere pasquale, confessiamoci e comunichiamoci ancora all' occasione del mese di san Giuseppe, e dei nostri pii esercizi.
III. È buona cosa confessarsi e comunicarsi qualche volta come se si fosse all’ultima ora e al momento della morte. Adottiamo questa pratica per la comunione che coronerà il bel mese di san Giuseppe. Sarà così più viva la contrizione delle nostre colpe, nulla ometteremo di ciò che è necessario alla perfetta integrità delle precedenti confessioni, ma, quel che più conta, riceveremo con sentimento più profondo di fede, di rispetto e d'amore la divina Eucaristia. Si dirà: pensare di comunicarsi per l'ultima volta cagiona apprensione, e un segreto sgomento e perfino terrore! Ma no, che è tutto il contrario; l'Eucaristia ci rende anzi dolce e sopportabile il pensiero della morte; sì, se non fossi disposto a comunicarmi e comunicarmi bene, la morte e più ancora il giudizio che lo tiene dietro dovrebbero riempirmi di spavento; ma se sono convenientemente disposto, se credo il mistero, se il direttore della mia coscienza mi licenzia e mi incoraggia a comunicarmi; se io posso dunque contemplare, ricevere, benedire, e amare il mio supremo giudice, prima d'udire la mia sentenza; e non è questa la più sicura garanzia di una sentenza favorevole? “Vado ad essere giudicato da colui che amo”, così diceva nel momento di morire un pio vescovo. Ogni persona che ha la devozione di comunicarsi a modo di viatico può ripetere la stessa parola.
PREGHIERA
O san Giuseppe! mio amato santo, voglio confessarmi e comunicarmi più spesso; voglio farlo in vostro onore l'ultimo giorno di questo mese, voglio farlo, come se fosse l'ultima confessione e l'ultima comunione della mia vita. Possa io partecipare ai sentimenti di fede, di rispetto e d'amore che voi aveste per il divin Salvatore! Sì; gran santo e glorioso protettore, ottenetemi la grazia di ricevere gli ultimi sacramenti avanti di morire, ottenetemi la grazia di riceverli con i sentimenti che vi esprimo in questo stesso momento, e che recherò alla confessione di stasera e alla comunione di domani. O san Giuseppe, ottenetemi la grazia d'una buona morte.
RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: san Giuseppe, protettore dei moribondi e patrono della buona morte, pregate per noi.
SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Staccarsi dai beni di questo mondo; fare una elemosina oggi secondo questa intenzione.
Volontà: Sopportar più pazientemente il carattere degli altri.
Sensi: Fare qualche mortificazione particolare al fine di onorare le sofferenze che Gesù Cristo ha tollerate per noi.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.
Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa CLICCA QUI