UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
4° Novembre
ESEMPIO
SALVEZZA IN TEMPO DI PERICOLO
Santa Teresa viaggiava una volta con alcune sue consorelle, per stabilire una nuova fondazione della sua riforma carmelitana, ed aveva promesso a San Giuseppe di dedicare a suo onore il futuro monastero, se egli l'avesse aiutata a condurre a termine questa impresa. Durante il viaggio, il cocchiere, non pratico di quei luoghi, si allontanò dalla giusta strada, ed i cavalli, resi indocili ed indomiti, correvano precipitosamente or su una china, or su un'altra. In un istante, Teresa si trovò con le consorelle sull'orlo d'un precipizio spaventoso. «Mie care figlie, ella disse, noi siamo abbandonate, se il nostro buon padre San Giuseppe non viene in nostro aiuto. Invochiamo la sua assistenza». Esse avevano appena incominciato la loro preghiera, quando si udì una voce gridare dal profondo dell'abisso: «Ferma, ferma!» A questa voce i cavalli ritornano mansueti, e riprendono il cammino indicato da quella voce stessa, quantunque la via fosse in apparenza assai pericolosa. Con piena fiducia nel Signore, i viaggiatori proseguono il cammino, deponendo ogni timore dell'imminente pericolo. In seguito il cocchiere e tutta la comitiva cercarono diligentemente chi fosse stato colui il quale aveva reso loro così importante servizio; ma non fu loro possibile scoprirne la minima traccia. Santa Teresa sul momento non disse nulla, benchè il suo soprannaturale istinto le avesse già fatto conoscere la piena verità; il suo cuore era troppo ricolmo di gratitudine per potersi allora effondere in parole. Finalmente, passato alquanto tempo, si decise di rispondere alla domanda delle compagne, le quali si rammaricavano di non poter ringraziare il pio benefattore; quindi disse loro con volto illuminato: «Voi cercate invano, o figlie, l'uomo che ci salvò: egli è il carissimo nostro padre San Giuseppe».
ORAZIONE per adempire bene il proprio dovere.
O glorioso San Giuseppe, Voi vedete quanto male ci apporti l'amore dell'ozio; da questo ci vengono molti danni temporali, e assai più spirituali; otteneteci pertanto l'amore del lavoro a noi conveniente. Fate inoltre, che ciascuno di noi sia contento di esercitarsi in quelle fatiche che sono proprie della professione che ci ha assegnata la Divina Provvidenza; che non ci rincrescano le occupazioni, e gravose, ed ignobili od abbiette secondo il mondo, se esse sono del nostro stato; anzi otteneteci amore e prontezza per i lavori anche più bassi nei quali sia la volontà di Dio che ci esercitiamo. Pregate il Signore che ci faccia intendere che la vita più sicura per il conseguimento dell'eterna salute è appunto la vita più laboriosa, umile e povera; affinchè se dobbiamo incontrarla, ci rassegniamo con merito alla medesima, e giammai la disprezziamo negli altri. Consolate anzi i poveri artigiani, essendo Voi il loro protettore e soccorritore nei molti bisogni delle loro famiglie; fate che i ricchi adoperino con loro maniere caritatevoli e ricompensino le fatiche dei poveri con buoni compensi. Soprattutto, o glorioso Santo, otteneteci dal Signore che in tutte le nostre occupazioni e lavori abbiamo sempre presente il Signore, e tutti li indirizziamo al divino compiacimento e alla nostra eterna salvezza.
FIORETTO: — Recita tre Pater e Ave per l'Anima che è l'ultima ad uscire dal Purgatorio.
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