UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
9° Dicembre
Il cuore di s. Giuseppe fu adorno di una fede perfetta e costante.
Se ben si pongano ad esame quei passi del Vangelo riguardanti il nostro santo patriarca, conviene persuadersi che egli in ogni occasione e in ogni tempo ha creduto perfettamente e costantemente a quanto gli fu rivelato dagli angeli da parte dell'Altissimo. Il dubbio anche più leggero non oscurò mai i chiarori della sua fede, nè vi fu mai caso in cui domandasse appoggi ed assicurazioni alla sua credenza, o li pregasse ad apparirgli di nuovo per confermargli le promesse, o per rinnovargli i comandi già palesati. In nessuna circostanza egli mostrò desiderio di sapere prima di credere. Ma e come avvenne che non incontrasse mai la minima difficoltà nel credere in misteri così profondi quali erano quelli che gli venivano proposti, mentre egli oltre all'essere fornito dalla natura di uno spirito sommamente vivo e penetrante, l'aveva ancor egli coltivato e fortificato per tutto il corso della sua vita con la meditazione delle cose celesti? Avvenne forse perchè gli angeli gli fecero delle promesse, la cui esecuzione sembrava facile, o gl’intimarono comandi, l'adempimento dei quali poteva effettuarsi senza nessuna pena o travaglio? Dal Vangelo risulta il contrario. Gli venne fatta la promessa impercettibile che la sua sposa darebbe alla luce un Bambino senza lesione della sua verginale purezza; e gli fu fatto l'arduo comando di levarsi a mezzanotte e di fuggire con il Bambino e con la madre in Egitto: impresa certamente che non poteva intraprendere senza che la prudenza gli presentasse alla mente un viaggio assai difficile e penoso, un esilio insoffribile per i disagi, per le privazioni, per i pericoli e per tante altre incomodità di somma pena non solo a sè, ma all'Infante divino ed alla sua Madre santissima; personaggi ch'egli amava assai più di sè stesso. Si sa ancora per mezzo dell'evangelista S. Matteo che l'angelo comandò a Giuseppe di portarsi nella Galilea, dove regnava il giovine Erode Antipatro, Figlio di Erode Ascalonita, che gli dava forte e ragionevole motivo di timore. D'onde avvenne dunque che proponendosi dall'angelo a Giuseppe cose così strane a credersi, così malagevoli ad eseguirsi, Giuseppe nondimeno obliando affatto tutto ciò che rende le promesse del cielo in apparenza incredibili, e l'esecuzione dei comandi poco meno che impossibile; crede nel momento stesso ciò che l'angelo in nome di Dio gli rivela, e lo crede con tale perfezione, come se tutte le dimostrazioni possibili concorressero a convincere il suo intelletto, e tutte le possibili esperienze si unissero a trionfar dei suoi sensi? E d'onde ciò avviene? Da quel dono di fede eroica il più raro che Dio abbia dispensato ad una creatura: da quel lume soprannaturale che penetrando in quell'anima grande soggetta l'intelletto a credere quanto Dio gli rivela; da quella fede infine, la quale, per quanto sia oscura, produce nondimeno nell'anima di Giuseppe un giorno così luminoso che non è molto diverso dal gran giorno dell'eternità, prodotto dal lume della gloria nello spirito dei comprensori. Quindi io più non mi meraviglio che i Padri abbiano sempre ammirato l'eccellenza della fede di s. Giuseppe, e specialmente s. Giovanni Crisostomo e s. Girolamo, sant'Anselmo ed altri, e che sant'Agostino paragonò la sua fede a quella di Maria, dicendo che questa Vergine beata aveva maggior diritto sopra l'umanità del Verbo di quale ne avesse Giuseppe, con tutto ciò questo santo Sposo le fu assai simile nell'eccellenza della fede: Tale che possiamo dire che se meritamente venne Maria appellata beata per la sua fede, beato del pari possiamo dire s. Giuseppe per la sua fede perfetta e costante. Di questa beatitudine potremo essere a parte anche noi, se saremo fedeli nel credere perfettamente e costantemente tutte le verità rivelate; sono esse oscure è vero, sono superiori alla nostra ragione, ma sono proposte da un Dio, che essendo essenzialmente verace, non inganna, nè può ingannarci. Beati, disse Cristo a Tommaso quando lo rimproverò dolcemente della sua incredulità, beati sono quelli che non vedono, ma credono. Beati sono nel tempo per i tanti meriti che acquistano con la loro fede: saranno beati nell'eternità perchè verranno ammessi a godere faccia a faccia il loro Dio, e penetreranno quei misteri che sulla terra credettero ed adorarono.
Giaculatoria.
O Giuseppe santo, sposo degnissimo della Vergine Maria, pregate per noi.
Affetti.
Voi foste degnissimo sposo di Maria, o purissimo s. Giuseppe, ed il vostro sposalizio con la Regina delle vergini fu l'occasione ed il principio della vostra felicità e di tutti i vantaggi che conseguitarono da essa. E in realtà in considerazione di tale matrimonio voi foste scelto e stabilito capo della più santa famiglia del mondo, signore di Maria e padre di Gesù, e superiore di entrambi. In considerazione di tali nozze foste santificato nel seno della madre, confermato in grazia, prevenuto di una celeste parità, liberato dall'importuna concupiscenza, preservato dal peccato mortale, e dichiarato da Dio suo servo fedele e prudente ministro della sua casa. In riguardo di questa stretta alleanza, voi diveniste partecipe di tutte le spirituali ricchezze della vostra sposa, con la quale diveniste un sol cuore, un'anima sola, un solo spirito, una sola volontà con lei, e foste elevato ad una santità superiore a quella d'ogni altro uomo, siccome foste nel ministero superiore ad ogni altro.
ORAZIONE
A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
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