UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
12° Dicembre
Il cuore di s. Giuseppe sempre applicato ad aumentare l'amore che portava a Gesù.
Il conversare di un amante con la persona amata fu reputato sempre cosa atta a risvegliare gli affetti del cuore, ed a fomentarli ed accrescerti sempre più. Che dovrà dirsi di s. Giuseppe ch'ebbe la fortuna veramente ineffabile di conversare per tanti anni con Gesù? Questo vero amante degli uomini con nessuno di essi ha conversato più lungamente e con più dolcezza e trasporto che con il suo padre visibile sulla terra, s. Giuseppe. Io sono del parere che dopo avere uditi i discorsi divini del Salvatore rimaneva come rapito in dolce estasi di amore assai più di quel che lo furono i due discepoli che andavano in Emmaus, e che ebbro di santo amore avrà detto sovente alla sua castissima Sposa: ah! quali fiamme non accende nel nostro cuore questo adorabile Figlio ogni volta che ragiona con noi! E in realtà le parole di Gesù, secondo il Profeta reale, erano come tante saette infiammate nel fuoco dell'amore che andavano a ferire il cuore dei suoi uditori, e penetravano anche quello indurito dei suoi più accaniti nemici qualora avevano la sofferenza di ascoltarlo: argomentiamo ora quali profonde ferite dovette ricevere il cuore di Giuseppe ogni qual volta si tratteneva il Salvatore con lui familiarmente come fa un figlio affezionato con l'amato suo padre. Pensa a tal proposito un illustre devoto del nostro Santo che Giuseppe conversando con Gesù ricevesse nel suo cuore mille ferite fosse dolcemente trafitto da una piaga di amore che non si chiuderà per tutta l'eternità. Oltre a ciò non può negarsi che i servigi scambievoli che Gesù e Giuseppe si resero per lo spazio di tanti anni non abbiano aumentato l'amore che si portavano. Se noi diamo un'occhiata al Vangelo, vedremo che il Figlio di Dio non mancò di arricchire del suo divino amore i cuori di quelli che guariva dai loro mali miracolosamente. Questo amabile Salvatore stimava così poco i beni del corpo, che avrebbe creduto di dar nulla a quelli che ricorrevano a lui se li avesse inoltre infiammati dell'amor suo. Dobbiamo dunque persuaderci, che avendo reso tanti e tanto grandi servigi a Giuseppe Egli avrà molto più acceso ogni volta fiamme di amore nel cuore di questo padre, il più fortunato di tutti i padri terreni. Dall'altro canto è certo che questo divin Redentore non riceveva servigi dai suoi amici senza mostrar loro la sua gratitudine con l'accendere nei loro cuori il fuoco della carità. La Maddalena ricevette spesso l'onore di essere ammessa alla sua presenza, di lavargli i piedi con le sue lacrime e di ungere i suoi capelli con preziosi unguenti, ed appunto ogni volta ch'ebbe la fortuna di dargli qualche segno del suo rispetto e della sua tenerezza sentì violenti trasporti di amore verso il suo caro maestro, e le fiamme divine che il Figlio di Dio accese allora nel cuore di quella peccatrice bastarono a farle meritare il nome di amante di Gesù. Ma s. Giuseppe, ch'ebbe l'onore di render mille volte più servigi al Signore che la Maddalena, e che per conseguenza sentì in tutte queste occasioni il suo cuore infiammarsi di amore, non meritò egli di portare più degnamente della Maddalena il titolo di grande amante di Gesù? Il conversare con Cristo ed il prestargli servigi sono due stimoli fortissimi per destare od accrescere la fiamma dell'amor suo nel nostro cuore, come lo furono per s. Giuseppe. Ma come potremo noi imitarlo, noi che non abbiamo la sorte ch'ebbe egli su questa terra di vederlo, di avvicinarlo e di trattarlo? Ma che dissi mai? E non abbiamo noi nella santissima Eucaristia invisibile ed immortale quel medesimo Cristo che visibile e mortale aveva sempre con sè s. Giuseppe? Non abbiamo nei poveri e negli infermi i vivi rappresentanti di Gesù? Or se è così perchè non arde nei nostri cuori la fiamma del santo amor di Gesù? Diciamolo, anime devote, a nostra confusione; perchè poco ci tratteniamo innanzi ai suoi Tabernacoli, e non facciamo uso frequente e buon uso della santa Comunione; e perchè non prestiamo i devoti servigi ai poveri, e specialmente agl'infermi. Deh! occupiamoci d'ora in poi attorno all'adorabile Sacramento degli altari, attorno agl’infelici, e i nostri cuori, com'è accaduto a tanti altri, saranno accesi dell'amore di Gesù Cristo.
Giaculatoria,
Ubbidientissimo s. Giuseppe, pregate per noi.
Affetti.
Se l'ubbidienza che Gesù e Maria resero a voi, o santo Patriarca, fu per voi tanto gloriosa, quella che voi rendeste a Dio fu assai cara ed accetta al suo cuore, e molto atta a glorificarlo. Voi con la povertà abbracciata volontariamente faceste a Dio il
sacrificio, de vostri beni; con il voto di castità gli sacrificaste il corpo; ma con l'esercizio continuo dell'ubbidienza offriste in olocausto l'anima vostra, assai più gradito a sua divina Maestà. Io desidero vivamente
imitarvi in questa sublime virtù, e non aver d'ora in poi altra volontà per regola delle mie azioni fuori della volontà di Colui che vuole che noi viviamo in conformità della sua. Io bramo e voglio ubbidirgli senza riserva, per aver la bella sorte di ripetere anch'io come voi: Piaccia al cielo ch'io viva, e
veda eseguita esattamente la divina volontà!.
ORAZIONE
A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
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