UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

30° Dicembre

 

Il cuore di s. Giuseppe non perdette il suo gaudio nei più duri cimenti e pene della sua vita.

 

La vita dei santi fu sempre trafitta da tribolazioni e da spine le più pungenti, e quanto più si distinsero nella virtù e nella santità, tanto maggiori e più grandi furono i patimenti ch'ebbero a tollerare. Da essi dunque non fu escluso il nostro Giuseppe uomo giusto e santo per eccellenza, e uomo associato a Cristo benedetto, chiamato dai profeti l'uomo dei dolori, ed a Maria, le cui pene ed amarezze dovevano essere rassomigliate alla grandezza del mare. I sette dolori, che potrebbero chiamarsi le sette terribili vicende della sua vita, ne offrono le prove più evidenti. Il primo fu quello che soffrì nel vedere incinta la sua vergine Sposa prima di conoscere che ciò era per opera dello Spirito Santo, e nel decidersi di abbandonarla. Il secondo fu la compassione che ebbe per l'infante Gesù sofferente, dispregiato e sconosciuto nella sua nascita. Il terzo fu la vista di quel caro Bambino che andò soggetto alla Circoncisione, sparse il suo prezioso sangue otto giorni dopo la sua nascita. Il quarto fu la profezia del vecchio Simeone che predisse alla sua vergine Sposa quella spada di dolore che avrebbe un giorno ferito il cuore di lei. Il quinto fu la persecuzione di Erode che cercava a morte il neonato Bambino, e la fuga in Egitto voluta improvvisamente dal Cielo per salvarlo. Il sesto fu la notizia che ebbe, tornando dall'Egitto nella Giudea, che regnava attualmente Archelao Figlio di Erode, della cui crudeltà vi era gran ragione di temere. Il settimo fu la perdita deplorabile del suo caro Gesù all'occasione di ritornare da Gerusalemme, dove era andato con la santissima Vergine alla visita del Tempio. Quanto avesse a soffrire s. Giuseppe in siffatte circostanze ed a quali dure prove fosse posta la sua pazienza, non è agevole a mente umana di giungere a penetrarlo; ma avido com'era di dare attestati dell'amor suo a colui da cui tanti ne riceveva, egli soffriva con tanto trasporto e piacere che potè assai più di s. Paolo ripetere: «Io sovrabbondo di gaudio in ogni mia tribolazione». Oltre a ciò era impegno di Gesù di sostituire ad ogni suo dolore una speciale allegrezza, che serviva ad aumentar sempre il gaudio del suo cuore. Noi troviamo nella Genesi una eccellente figura di questa verità molto gloriosa per il nostro Giuseppe. Giacobbe, quel venerabile vecchio padre di tanti patriarchi, si lasciò talmente rapire dagli eccessi di gioia, allorquando ebbe notizia dell'esaltazione del suo Figlio in Egitto, di cui aveva pianta la morte, che chiaramente si protestò di non bramar altro su questa terra, e che sarebbe egli vissuto sempre contento, quando in questo mondo non avesse avuto che la sola speranza di rivederlo. Ma Giuseppe il nostro santo patriarca, padre fortunato di Gesù Cristo, mille e mille volte si protestava avere egli ogni bene avendo Gesù, sebbene ogni altra cosa gli venisse a mancare. Nei pericoli egli si protestava di non temere, abbracciandosi a lui che era la sua forza, il suo sostegno; nelle persecuzioni egli godeva somma pace, dimorando con lui il Dio della pace. Era insomma talmente sazio il suo cuore, che nulla più sapeva desiderare su questa terra, tanto che ebbe ragione di dire un dotto espositore non esservi mai stato sulla terra uomo più felice di Giuseppe, avendo egli tutti i suoi desideri perfettamente appagati. O cuore di s. Giuseppe, cuore veramente beato, voi sarete d'ora in poi dopo il cuore di Gesù e di Maria l'oggetto della mia venerazione, del mio amore e della più tenera mia devozione. Voi sarete la strada, per la quale andrò al mio Salvatore ed alla sua santissima Madre, e per vostro mezzo riceverò le misericordie e le grazie di entrambi. Voi sarete il mio rifugio nelle afflizioni, la mia consolazione nelle pene, il mio soccorso in tutte le necessità. Da voi apprenderò la virtù della pazienza, della fortezza e costanza nei casi avversi della mia vita, ed otterrò di vivere sempre tranquillo anche in mezzo alle perturbazioni, calmo in mezzo ai disturbi, e pieno di gaudio nelle mie tribolazioni.

 

Giaculatoria.
O Giuseppe santo, rifugio ed aiuto potente dei moribondi, pregate
per noi.

 

Affetti.
O inclito patriarca s. Giuseppe, per quella sorte beata che vi toccò di avere presenti all'ultimo vostro passaggio l'amabile vostro Figlio Gesù, e la dolce vostra sposa Maria, ed essere da loro rinvigorito e ricreato con conforti piacevolissimi di paradiso, vi supplichiamo umilmente di rammentarvi di noi negli ultimi estremi della nostra vita. Siate allora il nostro rifugio contro gli assalti terribili che ci darà il tentatore nemico, ed il nostro valido soccorso nelle ultime nostre necessità. Si tratta di un momento che sarà per noi decisivo, e assai terribile e pericoloso. E avrete voi cuore di abbandonarci in così critica circostanza? Avrete cuore di abbandonare persone a voi devote? Ah! non sia mai! Venite allora deh! venite a salvarci, e affrettatevi a venire. Ma sarete contento di venir solo? Verrete solo voi che sulla terra andavate sempre in compagnia di Gesù e di Maria? Ah no: io dunque vi aspetto, e giunti appena, io dirò pieno di santa fiducia: Gesù Giuseppe e Maria spiri in pace fra di voi l'anima mia.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: Tre atti di contrizione (clicca).; Gesù mio, misericordia.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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