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UN ANNO CON DON ALBERIONE

22° Febbraio

IL CARATTERE: natura

 

Una buona riputazione vale piú di molte ricchezze, l'essere in buona grazia vale piú dell'argento e dell'oro. E' un proverbio: Il giovanetto, presa che abbia la sua strada, non se ne allontanerà neppur da vecchio (Pro. 22,1-6). 

 

1. E' l'inclinazione principale che governa un uomo. Il segno per cui uno si distingue dagli altri. Comprende specialmente le qualità sociali. Risulta dal complesso di qualità interiori. Il buon carattere è una benedizione; il cattivo carattere, un flagello. La persona di buon carattere è schietta, amabile, servizievole, dimentica di sè, semplice, aperta; ha lo sguardo limpido e sereno, usa delicatezza in tutti gli atti. Si attira le simpatie, spande attorno la felicità, dilata i cuori. Nessuno prova pena al suo contatto; viene cercata come un asilo nelle ore dolorose, tutti si confidano facilmente con essa. La persona di cattivo carattere è simile ad una giornata grigia e minacciosa; incute paura; pronuncia spesso parole avvelenate o piene di fiele. La sua anima ignora la calma. Va soggetta a gelosie, ambizioni, suscettibilità. Le passioni la dominano e si lascia sfuggire facilmente parole aspre, violente, satiriche. Arriva anche a modi duri, quasi brutali. Pochi i lampi di gioia; molte le tempeste. Tutti fuggono questi caratteri. Qualche volta li compiangono o li sopportano come una sventura. 

 

2. La persona di buon carattere ha il segreto delle influenze feconde, delle dolci e persuasive insinuazioni, dei sentimenti miti. Fa cadere le prevenzioni, calma le ire, disperde le antipatie. Ascoltando le pene, già spande il balsamo. Prende il dominio sulle anime; comunica le sue idee, unisce indissolubilmente anche coloro che prima aveva con fatica sopportati. Tutti l'avvicinano, ne raccolgono i consigli e ne rispettano l'autorità. La persona di cattivo carattere è come l'aceto, perde le occasioni di bene; solo viene avvicinata per necessità; vede che le anime la sfuggono. Chiude i cuori. In una comunità, scolaresca, associazione, famiglia, classe, è l'elemento disgregatore; semina lo scompiglio; getta lo scoraggiamento, la svogliatezza. 

 

3. «So che l'uomo di buon carattere è felice in sè stesso. Beati i pacifici! non è vero che siano dei sacrificati. Essi hanno oltre un alone di stima e fiducia, anche un godimento di pace interiore. La pace che prodigano all'esterno è prima assaporata nel loro spirito. All'opposto, il cattivo carattere, prima di fare degli infelici, è infelice. Le spine che lo circondano e che si è procurate da sè stesso, irritano la sua suscettibilità: egli soffre più che non faccia soffrire». 

 

ESAME. — Quanti insuccessi se non saprò dominare il mio carattere? Quante amarezze interiori? Quali ribellioni di menti, di cuori, di mani contro i duri di cuore? Cosa mi dice la mia vita? Come mi trovo adesso? Lavoro per correggere ed educare il mio carattere? 

 

PROPOSITO. — Da oggi comincerò a considerare le conseguenze di un buon o cattivo carattere. 

 

PREGHIERA. — Considero, o Gesù mio, come Voi avete guadagnato tutti con la bontà e la dolcezza. Un popolo numeroso, una turba di bambini, una quantità di infelici e sofferenti Vi attorniava. Quanto ancora devo approfittare alla Vostra scuola! Io sono sempre così duro, insopportabile. Pietà, o Signore, convertitemi. Io devo vivere in società. Le virtù sociali sono per me grandi meriti. Fate, o Signore, che io non perda alcuno di questi grandi meriti. 

 

 

FIORETTO: — Fa oggi una mortificazione e recita un Pater ed Ave per ottenere l'amore al digiuno.

 

 

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